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Rinnovato il contratto delle pelli. Cosa cambia

Aumento medio di 90 euro a regime. La parte normativa caratterizzata dall’articolato in contrasto al dumping contrattuale. Soddisfatti i sindacati ed i rappresentanti di Assopelletterie e di Confindustria moda. Uiltec dedica il rinnovo del Ccnl a Pietro Larizza scomparso oggi

“La stagione dei rinnovi contrattuali si caratterizza da oggi anche per la sigla sul rinnovo del Ccnl per gli addetti delle industrie manifatturiere delle pelli e succedanei e ombrelli e ombrelloni. Un buon risultato per i 42mila addetti operanti in 5.100 imprese. La parte economica prevede l’aumento a regime di 90 euro, 78 sui minimi contrattuali e 12 sul welfare. Siamo soddisfatti. Avanti sempre così”. Così Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, ha reso pubblico il plauso per il nuovo contratto che è stato rinnovato tra le parti tra i rappresentanti di Assopellettieri e Confindustria Moda e le rappresentanze sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil. Il contratto in questione regolerà i rapporti economici e normativi tra le imprese ed i lavoratori del comparto fino al 31 marzo 2023.

LA PARTE ECONOMICA

Nel pieno recepimento dell’accordo interconfederale sulla contrattazione del 9 marzo 2018, l’intesa prevede un aumento sui minimi (Tem) di 78 euro al 3° livello, così ripartiti: 20 euro a novembre 2021; 25 euro ad aprile 2022; 20 euro ad ottobre 2022; 13 euro a marzo 2023.

Per quanto riguarda il welfare contrattuale l’intesa prevede sull’assistenza sanitaria integrativa Sanimoda che il contributo sia elevato a 12,00 euro mensili, 4 euro in più, con decorrenza dal 1° aprile 2021, mentre su fondo previdenziale Previmoda è previsto che, fermo restando il contributo a carico del lavoratore pari a 1,50%, con decorrenza dal 1° aprile 2022 il contributo a carico dell’azienda è elevato al 2,00% (8 euro medi).

L’elemento di garanzia retributiva, per i lavoratori le cui aziende non applicano la contrattazione di 2° livello, sarà elevato a 230 euro annui con decorrenza dall’anno 2021 ed erogazione a febbraio 2022.

LA PARTE NORMATIVA

Rilevante è l’inserimento, per la prima volta in un Ccnl, di un articolato normativo sul contrasto al dumping contrattuale con l’impegno per le imprese a commettere lavoro solo ad aziende che applicano i Ccnl sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative nel territorio nazionale. Tale impegno viene inserito nel contratto di fornitura e viene richiesto di inserirlo anche nei contratti di sub fornitura lungo tutta la filiera.

Assopellettieri e sindacati hanno riaffermato che la notevole diffusione di queste situazioni di dumping contrattuale, che riguarda sia gli aspetti economici che quelli normativi dei rapporti di lavoro, e la conseguente situazione di distorsione della concorrenza che ne deriva non giovano alla crescita complessiva della qualità del lavoro nella moda e, quindi, alla qualità ed al pregio delle produzioni e dei prodotti di moda italiani né, tantomeno, corrispondono al valore della responsabilità sociale dell’impresa che rappresenta un vanto assoluto per i prodotti di moda del nostro paese.

Pertanto, auspicando ed in attesa che le istituzioni pubbliche facciano quanto di loro competenza per contrastare tale fenomeno, le Parti contrattuali si sono assunte la responsabilità di indicare a tutte le imprese della filiera della pelle una via concreta che in tempi congrui possa consentire un miglioramento tangibile della situazione.

Tutto ciò agendo su due fronti. Da una parte, per incentivare le aziende che attualmente applicano ai propri dipendenti i cd. “contratti pirata”, sì è tracciato un percorso di progressiva confluenza nell’applicazione dei contratti nazionali firmati dalle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale. Tale percorso, concordato in sede locale tra le parti interessate tramite appositi “Accordi di confluenza”, avrà una durata massima triennale, ritenuto un tempo congruo per armonizzare le diverse situazioni. Dall’altra, le imprese committenti, cioè le grandi imprese della moda – ma non solo, inseriranno nei propri contratti di appalto e di fornitura l’impegno in capo agli appaltatori e ai fornitori (e ai sub-appaltatori e sub-fornitori) dell’applicazione dei contratti nazionali firmati dalle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale o, in subordine, l’impegno a sottoscrivere i suddetti “Accordi di confluenza”. Si tratta di una iniziativa coraggiosa e di grande responsabilità per le aziende committenti e di un percorso molto impegnativo per tutta la filiera della pelle, che tuttavia viene proposto con convinzione dalle Parti firmatarie del Ccnl come strumento concreto per qualificare ulteriormente un sistema produttivo unico al mondo.

Inoltre, per le aziende che non applicheranno i suddetti CCNL è stata predisposta una procedura di confluenza nel Ccnl di riferimento tramite accordo aziendale che, nel tempo massimo di 36 mesi, permetterà questa transizione con l’allineamento economico e normativo.

Per quanto riguarda il tema delle violenze di genere le Parti si impegnano per la diffusione e l’attuazione dell’“Accordo quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro” sottoscritto il 25 gennaio 2016 da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. In particolare, le parti confermano l’impegno per il sostegno alle vittime di molestie e di violenza, nonché l’assistenza alle stesse nel processo di reinserimento sia in altre sedi della medesima azienda, se esistenti, che presso altre aziende tramite il sistema associativo di Confindustria.
Sulla formazione e sul coinvolgimento delle Rsu, la possibilità di nominare all’interno delle stesse il “delegato alla formazione” con l’incarico di curare i rapporti con le figure aziendali. Inoltre, vengono aumentate da 32 a 40, le ore possibili da far confluire nella “Banca individuale delle ore”, che su richiesta dell’interessato potranno essere utilizzate sotto forma di riposi compensativi.

Infine, passerà da 4 a 8 mesi l’aspettativa non retribuita per la conservazione del posto di lavoro nel caso di malattie gravi e viene normata la fruizione ad ore dei congedi parentali.

LA POSIZIONE DELLE IMPRESE

“La conclusione di questo percorso – ha detto Franco Gabbrielli, presidente di Assopelletterie – rappresenta un risultato importante per tutto il sistema della pelletteria: anche grazie all’introduzione degli ‘Accordi di confluenza’ saranno garantiti la legalità e la sostenibilità sociale dichiarando al contempo che tra le aziende di pelletteria non c’è spazio per chi gioca sporco. Personalmente e a nome dell’Associazione ringrazio pubblicamente Gucci per il sostegno e l’impegno profuso a favore della filiera produttiva in questa importante trattativa, anche consentendo alla dottoressa Stefania Orselli, vice-presidente dell’Associazione e capo delegazione, di guidare la trattativa passo dopo passo con criterio e attenzione”. Per Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria moda: “il plauso convinto ad Assopellettieri ed alle imprese della pelle per il loro coraggio ed il loro senso di responsabilità nell’indicare a tutta la filiera produttiva una via concreta per innalzare complessivamente i livelli di legalità e correttezza del sistema, secondo i principi della leale concorrenza e della responsabilità sociale delle imprese. Si tratta di un ulteriore esempio della qualità, della sostenibilità e dell’unicità che distingue la moda italiana nel mondo”.

LA REAZIONE DEI SINDACATI

A nome dei sindacati di categoria si sono espressi congiuntamente Sonia Paoloni della Filctem-Cgil, Raffaele Salvatoni della Femca-Cisl, Daniela Piras della Uiltec-Uil: “il rinnovo del contratto della pelletteria – hanno ribadito – rappresenta, per i suoi contenuti e per l’impegno nella lotta al dumping contrattuale, un esempio di buone e proficue relazioni sindacali atte a migliorare sia le condizioni di lavoro dei lavoratori che la concorrenza leale tra le aziende. L’accordo sulla competitività dovrà costituire un modello da seguire per tutto il settore della Moda e soprattutto un esempio di best-practice anche per le istituzioni in assenza di un quadro normativo che possa porre fine al fenomeno della concorrenza sleale. Invieremo il nostro accordo al governo per porre l’attenzione sul tema”. Daniela Piras ha poi voluto ricordare la figura di Pietro Larizza leader della Uil scomparso nella notte scorsa, già segretario generale della Uil ed ex presidente del Cnel: “un uomo che credeva nelle riforme, che ha dato un grande contributo al Paese, a metà degli anni Novanta, attraverso la politica dei redditi e la riforma delle pensioni. A questo riformatore convinto sento di dedicare l’epilogo positivo di questo negoziato contrattuale”.

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