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La procura vuole processare Salvini. Open Arms sarà la battaglia più dura

Il gup dovrà decidere il 17 aprile se rinviare a giudizio Matteo Salvini. Ma il caso è diverso da quello della nave Gregoretti perché coincise con la crisi del Conte I, che agì in modo diverso nell’arco di venti giorni. Cosa potrebbe succedere al governo in caso di processo

C’era un altro clima nell’udienza preliminare davanti al gup di Palermo Lorenzo Jannelli per il caso Open Arms nel quale Matteo Salvini è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. Un clima diverso da quello di Catania sul caso Gregoretti perché stavolta la procura ha chiesto il rinvio a giudizio ed era presente in aula al massimo livello: il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il sostituto Geri Ferrara. La decisione che il gup dovrà prendere nell’udienza del 17 aprile sta nello stabilire se fu un atto politico di governo o meno e Lo Voi nella requisitoria ha concluso che fu invece un “atto amministrativo”, visto che la scelta del Pos (il porto sicuro di sbarco) era competenza del Viminale, e riportando le parole dell’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per il quale il Consiglio dei ministri non si è mai occupato della scelta del Pos.

La difesa di Salvini

Nelle dichiarazioni spontanee, il leader leghista ha ribadito la propria posizione sulle politiche adottate sul fronte dell’immigrazione quando era ministro dell’Interno e anche nel caso della nave spagnola ha detto che le decisioni furono prese collegialmente dal governo Conte, con ordinanza di divieto di ingresso nelle acque italiane firmata anche dai ministri della Difesa e delle Infrastrutture e comunicata al presidente del Consiglio, come prevedeva il decreto sicurezza bis approvato dal Consiglio dei ministri l’11 giugno 2019.

Che la scelta di Open Arms fosse di arrivare in Italia a qualunque costo fu chiara all’epoca, tanto che Salvini ha ricordato che il comandante rifiutò di trasbordare 39 migranti su una nave di Malta nell’area Sar di quella nazione e di andare a Palma di Maiorca con la scorta di una nave italiana. L’Italia, ha ripetuto il senatore, non si è mai sottratta al dovere di soccorso ribadendo che “il mio mandato è stato caratterizzato da risultati in termini di vite umane salvate e di diminuzione del numero di sbarchi”.

Già nelle udienze del caso Gregoretti l’avvocato Giulia Bongiorno aveva fatto domande anche sul caso Open Arms proprio per stabilire una continuità decisionale e in quell’occasione l’ex ministro Danilo Toninelli disse di non ricordare gli atti firmati all’epoca. Salvini, dopo la requisitoria dei pm, ha detto comunque di non essere preoccupato e di essere “orgoglioso di aver lavorato per proteggere il mio Paese”.

La tesi della procura

La tesi della procura si basa su momenti distinti di una fase decisionale ogni volta che una nave carica di migranti chiedeva di sbarcare. In sintesi, secondo Lo Voi siccome l’assegnazione del Pos spettava al Viminale tutta la responsabilità cadeva su Salvini, una tesi che sembra non tenere conto della norma allora in vigore e della condivisione della prima ordinanza di divieto di ingresso. Come abbiamo ricordato in altre occasioni, il caso Open Arms è diverso perché la decisione collegiale ci fu nella prima parte della vicenda che invece assunse toni completamente diversi nei 10 giorni successivi alla crisi di governo aperta da Salvini il 7 agosto 2019: alle pressioni di Giuseppe Conte perché facesse sbarcare i minori l’allora ministro dell’Interno si oppose con un infuocato scambio di lettere dopo non aver ottemperato alla decisione del Tar del Lazio del 14 agosto, che autorizzò l’ingresso della nave per soccorrere chi avesse bisogno, e aver emanato una seconda ordinanza di divieto di ingresso che non fu firmata dai ministri dei 5 stelle rendendola inapplicabile.

I minori (alcuni dei quali si dichiararono maggiorenni successivamente) furono sbarcati il 17 agosto dopo che Salvini riconobbe a Conte il ruolo di “impulso, indirizzo e coordinamento” in qualità di presidente del Consiglio e l’adozione di provvedimenti “anche in difformità dal mio orientamento” annunciando che, “mio malgrado”, avrebbe disposto lo sbarco dei minori. Nero su bianco c’è il contrario di un’azione collegiale di governo e il gup Jannelli dovrà decidere proprio su questo: il governo Conte I agì in modo difforme nell’arco di una ventina di giorni, chi ha ragione? La vicenda non si concluse il 17, ma il 20 agosto perché i maggiorenni sbarcarono solo dopo il sequestro della nave deciso dal procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio.

Una decisione fondamentale

L’udienza preliminare ha assunto anche un carattere politico visto che il gup ha accettato la costituzione di parte civile dei Comuni di Palermo e di Barcellona e quella di Emergency. Le parti civili sono ora 23. Inoltre la procura ha chiesto la produzione della decisione del Comitato Onu per i diritti umani che il 29 gennaio ha condannato l’Italia per non aver agito tempestivamente in occasione di un evento Sar al di fuori delle acque territoriali. La decisione del gup a metà aprile potrebbe avere importanti conseguenze politiche.

Se il giudice decidesse per il proscioglimento Salvini potrebbe aver risolto il più complicato dei suoi procedimenti penali anche se probabilmente la procura farebbe ricorso. Se invece il gup decidesse per il rinvio a giudizio, il leader del partito oggi primo in Italia per consenso e una colonna del governo Draghi sarebbe tecnicamente imputato di sequestro di persona, con tutte le fibrillazioni e le incertezze connesse alla futura sentenza di primo grado.



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