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Il futuro commerciale della Stazione spaziale. Dialogo con López-Alegría

L’astronauta Michael López-Alegría sarà il comandante della prima missione interamente commerciale verso la Stazione spaziale. Ne ha parlato insieme a Giorgio Saccoccia, Massimo Comparini, Roberto Vittori e Lorenzo Feruglio, nella diretta di Formiche e Airpress

 

Il futuro dello Spazio sarà sempre più commerciale. L’avventura inizierà all’avvio del 2022, con la missione “Ax-1”, la prima totalmente privata verso la stazione orbitante Iss. Al comando ci sarà l’astronauta Michael López-Alegría, vice presidente Business development di Axiom Space. Ne ha parlato nella diretta web organizzata dalle riviste Formiche e Airpress, in collaborazione con Thales Alenia Space Italia. Insieme a lui, hanno partecipato Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Vittori, astronauta e generale dell’Aeronautica militare, Massimo Claudio Comparini, amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, e Lorenzo Feruglio, ceo e fondatore di Aiko. La diretta (visibile su questa pagina e su Facebook @formichenews) è stata moderata dal direttore di Formiche e Airpress, Flavia Giacobbe.

A poco più di vent’anni dall’arrivo dei primi astronauti a bordo, la Stazione spaziale internazionale si sta già preparando a un futuro tutto commerciale. Quando l’attuale stazione cesserà la sua vita operativa, infatti, sulle nostre teste viaggerà l’avamposto affidato dalla Nasa ad Axiom Space, azienda texana che guida il progetto. Dalla seconda metà del 2024, i moduli di Axiom verranno collegati al Nodo 2 dell’attuale Iss, ampliandone abitabilità e utilizzo. Una volta che la stazione concluderà la sua vita operativa, il segmento di Axiom si staccherà, iniziando la sua esperienza di “stazione commerciale autonoma”. L’Italia continuerà a essere a bordo. Per i suoi due moduli principali, infatti, l’azienda di Houston ha scelto Thales Alenia Space, che sfrutterà l’esperienza comprovata in moduli pressurizzati (tra cui proprio il suddetto Nodo 2 della Iss, nonché la cupola da cui gli astronauti vedono la Terra).

Ma il futuro della stazione spaziale è solo un piccolo frammento della cosiddetta “New Space Economy”. È lo spazio che si apre agli attori privati, ormai sempre più protagonisti extra-atmosferici, sia come investitori, sia come fruitori di applicazioni e servizi. Insomma, attori a tutti gli effetti delle nuove avventure in orbita. L’attenzione è su questo concentrata soprattutto su Artemis, il programma con cui gli Stati Uniti puntano a tornare sulla Luna per restarci. Anche qui l’Italia è già a bordo, dalla prima missione dello Space Launch System (con il piccolo satellite ArgoMoon), fino al progetto per il Lunar Gateway (guidando il modulo europeo IHab). Ma le ambizioni sono a tutto tondo, comprensive dei moduli abitati in superficie, e della comunicazioni tra Luna e Terra. In tal senso, il futuro commerciale della Iss sarà un utile banco di prova, sia del coinvolgimento dei privati, sia del rapporto “spaziale” che lega Italia e Stati Uniti.


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