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Transizione ecologica, occhio alla direzione. L’allarme di La Camera (Irena)

Il direttore di Irena Francesco La Camera a Formiche.net: “Il rischio dei grandi investimenti infrastrutturali in combustibili fossili è quello dell’insostenibilità economica nel medio lungo periodo”

Stiamo andando nella direzione sbagliata, ora accelerare le politiche sostenibili perché la finestra di opportunità per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi di 1,5 ° C si sta chiudendo rapidamente. Questa la premessa alla base del World Energy Transitions Outlook di Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili guidata dal direttore generale Francesco La Camera, che nel paper del 2021 delinea un percorso concreto per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi e fermare il progressivo ritmo del cambiamento climatico trasformando il panorama energetico globale. Il paper parte dal come limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 ° C e portare le emissioni di CO 2 più vicine allo zero netto entro la metà del secolo, offrendo approfondimenti di alto livello sulle scelte tecnologiche, le esigenze di investimento e i contesti socio-economici per raggiungere un obiettivo sostenibile e resiliente.

LA CAMERA

Contro gli shock economici cosa può rappresentare il cambiamento energetico? “La pandemia – riflette con Formiche.net Francesco La Camera – ci ha dimostrato che quando sottovalutiamo l’impatto dei nostri comportamenti sulla natura le conseguenze sono disastrose. Mentre i governi di tutto il mondo si stanno adoperando per mitigare gli effetti della recessione economica amplificata dal Covid-19, non dobbiamo perdere di vista che il nostro obiettivo nel medio e lungo periodo è quello di affrontare seriamente il cambiamento climatico. La transizione energetica è la maniera più efficace per mitigare la minaccia del riscaldamento globale. E se non affronteremo questa minaccia seriamente le conseguenze economiche e sociali saranno inimmaginabili. Il settore energetico è al centro di ogni strategia di decarbonizzazione, perché rappresenta l’80% delle emissioni prodotte dall’uomo. Dobbiamo trasformare questo settore per renderlo piu’ sostenibile e pulito e dobbiamo farlo in fretta”.

CONTRO LA VULNERABILITÀ

E aggiunge che le energie rinnovabili possono inoltre dare risposte concrete alle vulnerabilità più immediate del sistema economico mondiale. “Possono aumentare la sicurezza energetica dei Paesi che, come l’Italia, sono fortemente dipendenti dale importazioni, dare accesso all’energia a quella significativa fetta della popolazione mondiale che oggi non ha la disponibilita’ di una fonte di approvigionamento affidabile e a basso prezzo e creare tre volte I posti di lavoro creati dalle fonti fossili. Per questo riteniamo che sia necessario uno sforzo collettvo a livello politico ed economico per attuare una rapida decarbonizzazione, che abbia al cuore un aumento significativo degli investimenti nelle rinnovabili”.

GREEN DEAL

I governi e gli investitori hanno compreso realmente l’opportunità di un Green Deal globale o vi sono ancora resistenze? Secondo La Camera la comunità internazionale si sta progressivamente rendendo conto della grande opportunità economica e sociale offerta dalla transizione verso un sistema energetico dominato dalle energie rinnovabili. “Ce ne rendiamo conto perché l’attenzione politica è cresciuta in maniera significativa negli ultimi mesi. Il 70% dell’economia mondiale ha manifestato durante il picco della pandemia nel 2020 la sua intenzione di impegnarsi a costruire un mondo ad emission zero entro il 2050. La transizione energetica è al centro di questi annunci. 170 Paesi si sono dati obiettivi di investimento nelle rinnovabili e molti hanno inserito questi obiettivi nei Contributi Nazionali (NDC) nel contesto della COP26 che si svolgerà alla fine dell’anno. Anche i mercati finanziari stanno dando un segnale chiaro in questo senso. Nel 2020 l’indice S&P per l’Energia Pulita è cresciuto del 138% rispetto all’Indice S&P per l’Energia (un indicatore della performance delle imprese quotate del settore oil and gas) che è calato del 37%”.

COVID E TRANSIZIONE

La pandemia paradossalmente ha accelerato transizione verso le energie rinnovabili? “Non credo si tratti di un paradosso – precisa – . Le rinnovabili hanno dimostrato di essere resilienti. Gli investimenti sono cresciuti anche nel pieno della pandemia. Irena pubblicherà prossimamente le statistiche annuali sulla crescita della capacità istallata nel settore e sono sicuro che vedremo che anche il 2020 è stato un anno importante in questo senso. Le energie rinnovabili hanno dimostrato di saper garantire la stabilità del settore mantenendo la competitività economica in un contesto in cui il prezzo del petrolio crollava e le riserve di greggio si accumulavano. Il 2020 ha mostrato che la transizione energetica è un processo già in atto e che non si può fermare. Ora quello che conta è il tempo. Dobbiamo trasformare il settore al più presto”.

IDROGENO E GAS

Come si inserisce il discorso sull’idrogeno in un momento in cui i nuovi gasdotti Tap, Tanap e Eastmed (quando sarà ultimato) stanno monopolizzando l’attenzione tra Europa e Asia? “Il rischio dei grandi investimenti infrastrutturali in combustibili fossili è quello dell’insostenibilità economica nel medio lungo periodo – prosegue – . Per questo riteniamo che sia fondamentale una pianificazione accurata della transizione energetica verso un’economia ad emissioni zero. Il nostro scenario per rimanere entro il grado e mezzo di riscaldamento globale mostra chiaramente che siamo al tramonto della fase dominata dai combustibili fossili. Al 2050 l’uso di questi combustibili diminuirà del 75%. Mentre il consumo di petrolio e carbone calerà velocemente, il gas naturale diverrà il combustibile fossile più utilizzato nel 2050 dopo aver raggiunto il suo picco nel 2025. Contemporaneamente il costo dell’idrogeno verde diminuirà fino a diventare economicamente conveniente espandendo la sua diffusione”.

Per questa ragione Irena ritiene che l’idrogeno verde giocherà un ruolo importante per la decarbonizzazione di settori come quello dell’industria pesante e dei trasporti, che hanno oggi una significativa intensità di emissioni di CO2, fino a raggiungere il 12% della produzione totale di energia al 2050. “Si tratta di una straordinaria opportunità economica oltre che di una tecnologia critica per costruire un mondo ad emissioni zero”.

PUNTI CHIAVE

Cinque i punti chiave del paper. In primis la consapevolezza che già oggi esistono tecnologie collaudate per un sistema energetico a zero rete, infatti energia rinnovabile, idrogeno verde e bioenergia moderna domineranno il mondo dell’energia del futuro. In secondo luogo la tesi che occorre un mix di tecnologie per mantenerci su un percorso climatico di 1,5 ° C. Il riferimento è a una produzione di energia sempre più efficiente per garantire la crescita economica; a sistemi energetici decarbonizzati dominati dalle energie rinnovabili; all’aumento dell’uso dell’elettricità negli edifici, nell’industria e nei trasporti per sostenere la decarbonizzazione; all’aumento della produzione e dell’uso di idrogeno verde, combustibili sintetici e materie prime; e ad un uso mirato di biomasse provenienti da fonti sostenibili.

Terzo punto la riflessione programmatica verso la prossima transizione energetica, dove i mercati finanziari e gli investitori stanno già dirigendo il capitale lontano dai combustibili fossili e verso altre tecnologie energetiche, comprese le energie rinnovabili. In seguito i numeri degli investimenti nella transizione energetica: dovranno aumentare del 30% rispetto a quelli già pianificati per un totale di 131 trilioni di dollari da qui al 2050, corrispondenti a 4,4 trilioni di dollari in media ogni anno.

Infine il jolly rappresentato dalle politiche sociali ed economiche nazionali che avranno il compito di essere player centrale verso la transizione energetica alla velocità necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 ° C.

twitter@FDepalo



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