La giustizia amministrativa ha deciso, i seguaci di Bannon devono lasciare la splendida abbazia di Trisulti in Ciociaria, che doveva diventare il fulcro europeo dell’internazionale sovranista. Esulta Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana
Nessun corso di formazione sulle “origini giudaico cristiane dell’Occidente”, nessuna centrale del sovranismo internazionale: intanto però l’abbazia di Trisulti rischia di veder peggiorare le proprie condizioni e necessita ristrutturazioni urgenti. Non va dimenticato. Ma andiamo per ordine, in questa vicenda nata dalla volontà di Steve Bannon, il deus ex machina del sovranismo occidentale, dall’America First al No euro e compagnia, di stabilire, e stabilirsi, nelle celle di un antico monastero cistercense nel frusinate. Battaglia legale (amministrativa) e poi l’ok del Tar.
Ma oggi in appello il Consiglio di Stato ha detto no, decidendo nella contesa tra Mibact, associazioni locali e Dignitatis Humanae Institute (quello di Bannon). Il Consiglio di Stato ha dunque deciso, e i seguaci di Bannon devono lasciare la splendida abbazia di Trisulti. Anzi, il seguace, cioè il gestore lasciato in Ciociaria a presidio del monastero. A festeggiare, tra i primi, il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, che in questi anni ha supportato, con interrogazioni parlamentari e partecipando alle varie marce, la protesta delle comunità locali contro la decisione di affidare ad un`associazione legata a Bannon l`Abbazia di Trisulti.
Che non diventerà a questo punto, dice Fratoianni, “la scuola dei sovranisti de noantri, che ora al massimo potranno andare in qualche resort di Trump”. Il Mibact aveva già annullato nell’ottobre del 2019 l’aggiudicazione di Trisulti all’associazione di Bannon, un mese dopo un crollo del tetto aveva reso necessari lavori di consolidamento anche per non mettere a rischio l’importante patrimonio librario dell’abbazia. A dicembre 2019 il Tar aveva però bloccato lo sfratto di Trisulti, con il conseguente appello del Mibact al Consiglio di Stato.
