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Vaccini? Basta tifoserie. Magatti spiega come ripartire

Astrazeneca vaccino

Dopo l’ok di Ema al vaccino AstraZeneca, la campagna vaccinale può riprendere. Il sociologo: “Bisogna essere consapevoli ed evitare che i dubbi di pochi possano inficiare il raggiungimento dell’obiettivo finale: uscire dalla pandemia”

L’Agenzia Europea del Farmaco ha dato il via libera al vaccino AstraZeneca. La direttrice di Ema Emer Cooke ha infatti dichiarato che “Il vaccino è sicuro ed efficace: i benefici sono superiori ai rischi ed escludiamo relazioni tra casi di trombosi e la somministrazione dei sieri”. Prima del prevedibile verdetto finale, sia la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen che il presidente del Consiglio Mario Draghi si erano già espressi in favore del vaccino anti-covid.

La campagna vaccinale ora può proseguire. In Italia come negli altri Paesi europei che, a seguito delle segnalazioni di episodi di persone che avevano denunciato effetti collaterali riconducibili al vaccino, avevano cautelativamente interrotto le somministrazioni. Nel frattempo però, il malumore e i dubbi sugli effetti collaterali provocati dai sieri AstraZeneca sono divampati. Generando, peraltro, non poche defezioni tra le categorie in lista d’attesa.

“Appena sarà possibile mi vaccinerò, nella piena consapevolezza che un inghippo tra il mio stato biologico e l’inoculazione del vaccino ci possano essere”. Più che una battuta è una presa di coscienza. Che manca “sia a quelli che mettono in discussione il vaccino tout court” ma anche a coloro che “pensano alla possibilità di avere un vaccino a rischio zero”. Parola di Mauro Magatti, sociologo, economista e docente dell’Università Cattolica.

“La campagna vaccinale – osserva – come stiamo vedendo non solo in Italia, è un processo complesso e delicato che lambisce diverse dimensioni: da quella scientifica a quella politica, passando per le relazioni internazionali ed economiche. Di questo occorre essere consapevoli”. Così come è necessario considerare la condizione contingente in cui ha preso il viala campagna vaccinale, prosegue. “Stiamo cercando di vaccinare intere popolazioni – prosegue – nel pieno di una pandemia mondiale che stenta ad arretrare”.

È anche per questo che “i vaccini sono stati testati a tempo di record, accelerando tutti i processi che generalmente hanno tempistiche più lunghe”. Perciò, dice Magatti, “una battuta d’arresto come è successo con AstraZeneca era preventivabile”. Comprensibilmente c’è una comune volontà di uscire “il prima possibile dall’emergenza pandemica. Allo stesso modo però, la decisione che è stata presa dall’Italia così come da altri Paesi per fare le opportune verifiche sugli effetti collaterali del siero, la ritengo una scelta legittima e di assoluto buonsenso”.

Il rischio è quando il dubbio e la paura prendono il sopravvento sulla razionalità. “Uno dei profili sicuramente più difficoltosi da gestire nell’ambito di questa campagna vaccinale – conferma il docente – è legato alla gestione delle emozioni da parte delle persone. Il rischio è che un gruppo minoritario, seppur consistente delle persone, possa portare al distogliere l’attenzione dall’obiettivo principe: uscire dalla pandemia”. In questo però “occorre non essere spicci neanche nelle rassicurazioni”.

Ed è anche per questo che Magatti benedice l’operazione di verifica avviata dai Paesi europei su AstraZeneca. Ovviamente la comunicazione riveste un ruolo di centralità assoluta. “Bisogna essere sinceri – afferma il sociologo – ammettendo che il rischio zero non esiste, ma che si fa di tutto per ridurre l’incidenza degli effetti collaterali del vaccino anti coronavirus. Quindi, non significa che si agisca con leggerezza. Significa che gli scienziati stanno lavorando giorno e notte per garantire dosi efficaci, limitando le ripercussioni”.

Solo in questo modo, “si riuscirà a limitare la diffidenza delle persone”. Un punto di forza, sicuramente, è stato il traino europeo. Il fatto che l’Italia di Draghi si sia allineata anche in questo frangente alle decisioni degli altri partner europei, secondo Magatti è un dato da leggere positivamente. “La forza contrattuale dell’Europa è sicuramente imponente. Essendo un soggetto contrattante di rilievo, oltre al fatto che le nostre decisioni si siano essenzialmente allineate a quelle di Francia e Germania, ha corroborato la nostra posizione”.

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