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Vaccino made in Italy, cosa hanno detto all’incontro fra Giorgetti e Farmindustria

Giorgetti

Verificata la disponibilità delle aziende italiane per produrre i bulk dei vaccini anti-Covid, ribadita la volontà di sviluppare un polo nazionale pubblico-privato e confermata la capacità nazionale anche immediata per l’infialamento e la finitura dei vaccini. Per le autorizzazioni, però, bisognerà aspettare fra i quattro e i sei mesi

L’Italia parteciperà al progetto europeo per il rafforzamento della produzione di vaccini. È quanto emerso dal secondo incontro svolto al Mise tra il ministro Giancarlo Giorgetti e Farmindustria per discutere dei vaccini anti-Covid e dell’ipotesi, sempre più vicina, di produrli anche in Italia su concessione delle aziende produttrici. L’incontro assume ancora maggiore importanza in attesa dell’appuntamento di domani con il commissario Thierry Breton, responsabile della task force europea sui vaccini.

AZIENDE DISPONIBILI PER LA PRODUZIONE DEL PRINCIPIO ATTIVO

“È stata verificata – si legge in una nota diffusa dal Mise – la disponibilità di alcune aziende a produrre i bulk, ossia il principio attivo e gli altri componenti del vaccino anti Covid, perché già dotate, o in grado di farlo a breve, dei necessari bioreattori e fermentatori”. “La produzione potrà avvenire – si legge sempre nel documento – a conclusione dell’iter autorizzativo da parte delle autorità competenti, in un tempo stimato di 4/6 mesi”. Non saranno rese note, però, come convenuto durante l’incontro, le aziende coinvolte nel processo di verifica.

ITALIA, ECCELLENZA PRODUTTIVA

L’Italia, inoltre, sempre secondo quanto emerso in occasione dell’appuntamento “grazie all’eccellenza produttiva”, scrive il Mise, presenta “le condizioni immediate per avviare la fase di infialamento e finitura”. Ora il ministro Giorgetti, insieme ai rappresentanti presenti, dovranno procedere con dei “contoterzisti in grado di produrre vaccini entro l’autunno del 2021”.

CHI HA PRESO PARTE ALL’INCONTRO

Presenti, insieme al ministro Giorgetti e al presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il direttore generale e il direttore del centro studi sempre di Farmindustria, rispettivamente Enrica Giorgetti e Carlo Riccini, il presidente dell’Aifa Giorgio Palù, il commissario per l’emergenza Paolo Figliuolo e, a sorpresa, anche il sottosegretario alla presidenza Franco Gabrielli, che ribadisce l’importanza che il governo può e vuole dare alla questione relativa alla produzione vaccinale nazionale.

VIA AL POLO NAZIONALE PUBBLICO-PRIVATO

Giorgetti ha nuovamente confermato la volontà del governo di realizzare in Italia un polo per la ricerca di farmaci e vaccini con investimenti pubblici e privati, segnando un punto di rottura con il governo precedente e rilanciando il ruolo che una maggiore collaborazione fra pubblico e privato può giocare nella lotta contro il Covid ma anche nell’economia nazionale.

INCONTRO GIORGETTI-BRETON

Confermato, infine, l’incontro di domani fra il Mise e Thierry Breton, che con ampia probabilità discuteranno ulteriormente di produzione nazionale ed europea. Di recente il commissario europeo si era già ampiamente esposto sul tema, ipotizzando “Piena capacità produttiva per la sola Europa” già entro fine anno”, ma invitando a “guardare anche al vicinato”, con riferimento ai Paesi europei che stanno invece puntando ai vaccini russo e cinese per supplire i ritardi registrati nella produzione e nella distribuzione dei vaccini. Si terrà venerdì invece, come previsto, l’incontro fra governo e Regioni.

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