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Xinjiang, la Lega alza il tiro sull’ambasciatore cinese

Pressioni del leghista Formentini sul governo per i diritti umani in Cina, nelle ore in cui l’ambasciatore cinese è convocato dalle istituzioni in seguito alla rappresaglia diplomatica di Pechino per le sanzioni europee

Nelle ore in cui l’ambasciatore cinese Li Junhua viene ricevuto dalla viceministra agli esteri Marina Sereni, in seguito alla rappresaglia diplomatica di Pechino dopo le sanzioni europee per lo Xinjiang, il leghista e vicepresidente della Commissione esteri Paolo Formentini porta all’attenzione della Camera la sua mozione che impegna il governo a condannare il genocidio degli uiguri nella regione cinese.

La risoluzione, depositata il 10 marzo, ricorda le violazioni dei diritti della minoranza etnica di fede musulmana compiuti dal regime di Pechino. I firmatari (tutti leghisti) chiedono al governo di “esprimere, in tutte le sedi internazionali competenti, la più ferma condanna dell’Italia” per la “politica genocidaria” cinese, nonché “adottare iniziative per adeguare la propria politica” in tal senso. Si propone di seguire l’orientamento di Paesi Bassi, Canada e Stati Uniti, inclusa l’eventuale richiesta di spostare i giochi olimpici di Pechino 2022.

“Dei deputati come noi sono stati sanzionati […] perché hanno osato dire la verità”, ha ricordato Formentini nel suo intervento in aula, svoltosi un’ora prima che l’ambasciatore cinese arrivasse alla Farnesina. Il leghista si riferiva agli europarlamentari aderenti all’IPAC, l’alleanza interparlamentare sulla Cina di cui fa parte anche lui, finiti sotto il tiro di Pechino.

Il tempismo parla chiarissimo. In qualità di vicepresidente della Commissione esteri della Camera, lo stesso Formentini sarà presente all’audizione dell’ambasciatore Li di questo pomeriggio. L’intervento in aula, dunque, è pensato per aumentare la pressione sull’esecutivo – e sulla Cina – di modo che la posizione di Roma nei confronti di Pechino si irrigidisca sul tema dei diritti umani.

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