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Lady Europa. Biden chiama Karen Donfried. Perché è una buona notizia

Il presidente Usa Joe Biden ha scelto Karen Donfried per la guida degli Affari europei al Dipartimento di Stato. Presidente del German Marshall Fund, Donfried porta in dote una grande conoscenza di Ue e Germania ed è un’amica dell’Italia. Ecco perché la sua nomina è una buona notizia

America is back, diplomacy is back. A tre mesi dalla solenne promessa pronunciata dalla sede del Dipartimento di Stato, Joe Biden aggiunge un altro tassello alla politica estera americana. Un nuovo round di nomine diplomatiche per accorciare le distanze fra Europa e Stati Uniti. Una, in particolare, riguarda da vicino l’Ue, e l’Italia.

Karen Donfried, presidente del German Marshall Fund, noto think tank di Washington DC, è stata scelta come sottosegretaria di Stato per gli affari Europei ed Eurasiatici. Donfried, alla guida del Gmf dal 2014, è una delle più rispettate esperte di politica estera negli Stati Uniti.

Con Barack Obama alla Casa Bianca è stata assistente speciale del Presidente e Senior director per gli Affari europei al National Security Council, il più alto organo consultivo dell’intelligence Usa. Ma il rapporto con il mondo degli 007 americani è più datato.

Donfried è infatti stata National Intelligence Officer per l’Europa al National Intelligence Council, e in precedenza ha lavorato al Dipartimento di Stato come responsabile del portfolio europeo all’ufficio del policy planning.

La scelta di Biden cade su una persona che conosce da vicino la politica europea. Il Gmf, fondato nel 1972 con una donazione del governo della Germania dell’Ovest per curare i rapporti transatlantici, ha da sempre nella sua mission la promozione del legame fra Europa e Usa, e la Donfried ne ha fatto una missione personale. Come suo padre, Karl Donfried, noto teologo americano, ha studiato in Germania, a Monaco, e parla correntemente il tedesco.

Ma è anche un’amica sincera dell’Italia, tanto che nel 2018 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha nominata Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Lunedì scorso, ospite all’evento dell’ambasciata italiana a Washington DC con l’ambasciatore Armando Varricchio, ha incontrato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in visita ufficiale negli Usa per celebrare i 160 anni delle relazioni diplomatiche bilaterali, insieme ai presidenti dei think tank Brookings e Atlantic Council, John Allen e Frederick Kempe.

Donfried prenderà il posto di Phil Reeker, diplomatico di lunghissimo corso che ha ricoperto il ruolo dal 2019 con l’amministrazione Trump e vanta uno stretto rapporto con il mondo diplomatico e politico italiano. Fra gli addetti ai lavori, vista la stima del segretario di Stato Antony Blinken, c’è chi scommette su un nuovo incarico di peso per Reeker a Foggy Bottom. Prima di lui, in quella stessa posizione ci sono stati altri due rispettati diplomatici, Wess Mitchell e Victoria Nuland.

La presidente del Gmf lavorerà in strett coordinamento con Spencer Boyer, una lunga esperienza agli affari Europei del Dipartimento di Stato con Obama, scelto da Biden come sottosegretario alla Difesa per l’Europa e la Nato al Pentagono.

Tanti i dossier scottanti fra Europa e Usa sul tavolo della Donfried, in un Dipartimento che, con Blinken, parla sempre più il linguaggio europeo. La sua conoscenza del mondo tedesco tornerà utile per dirimere alcune delle questioni in sospeso fra Washington e Berlino, a partire dal North Stream II, il gasdotto russo di Gazprom che l’amministrazione Biden ha definito “un progetto geopolitico” annunciando nuove sanzioni. Fra gli esperti c’è chi sostiene che l’assenza di sanzioni sul Nord Stream nel pacchetto di restrizioni contro la Russia presentato da Biden questo giovedì sia un modo per prendere tempo e trovare un compromesso con Angela Merkel.

Il nuovo valzer di nomine della diplomazia Usa prevede più di un cambio della guardia. Agli Eastern Affairs del Dipartimento di Stato Barbara Leaf, già Senior director per il Medio Oriente e il Nord Africa all’Nsc, tra le massime esperte di Medio Oriente con esperienze diplomatiche negli Emirati Arabi Uniti, in Arabia Saudita, Iraq, Iran, Israele. Agli Affari africani Mary Catherine Phee, alle Organizzazioni internazionali Michele Jeanne Sison, diplomatica di rango con un trascorso all’Onu e nel Sud Est asiatico. Per finire, alla “Sicurezza diplomatica” Gentry O. Smith, alle operazioni di “Conflitto e stabilizzazione” Anne A. Witkowsky e come direttrice generale del Servizio diplomatico Marcia Stephens Bloom Bernicat.


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