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Biden prepara le cybersanzioni contro Mosca. Ecco i dettagli

Dopo la telefonata Biden-Putin, l’amministrazione statunitense si prepara a varare sanzioni contro la Russia per le interferenze elettorali e gli attacchi SolarWinds

A leggere il comunicato della Casa Bianca dopo il loro colloquio telefonico sembra che il presidente statunitense Joe Biden possa aver preannunciato all’omologo russo Vladimir Putin la prossima mossa di Washington. Il presidente Biden ha sottolineato l’importanza del dialogo su questioni globali ma “ha anche chiarito che gli Stati Uniti agiranno con fermezza in difesa dei propri interessi nazionali in risposta alle azioni della Russia, come le intrusioni informatiche e le interferenze elettorali”, si leggeva nella nota della Casa Bianca.

Ed ecco la risposta statunitense: l’amministrazione è pronta a varare nuove sanzioni contro la Russia, in risposta a presunti tentativi di interferenza elettorale e a una vasta campagna di attacchi informatici ai danni di agenzie federali, attribuita dalla comunità d’intelligence statunitense proprio a Mosca (il caso SolarWinds, che avrebbe interessato almeno nove agenzie federali).

Secondo le anticipazioni dell’emittente Cnn, le sanzioni potrebbero includere il congelamento di asset e l’espulsione di una decina di funzionari russi dagli Stati Uniti. I diplomatici russi individuati sono di stanza a Washington e New York, avranno 30 giorni per lasciare il Paese. Inoltre, verranno imposte nuove restrizioni finanziarie per colpire il debito sovrano russo.

Le misure verranno implementate sotto forma di executive order del presidente Biden e di sanzioni coordinate con il dipartimento di Stato e il dipartimento del Tesoro. I funzionari del dipartimento di Stato, spiega la Cnn, hanno chiamato gli alleati degli Stati Uniti e si stanno preparando per possibili reazioni russe.

La stessa emittente alcuni giorni fa aveva rivelato che l’amministrazione Biden ha deciso di lasciare per il “futuro prossimo” a Mosca l’ambasciatore di nomina trumpiana, John J. Sullivan, “a dimostrazione della volontà di coltivare aree di stabilità nelle relazioni Stati Uniti-Russia dopo l’inizio tumultuoso”.


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