Il primo ministro libico sarà a Roma (probabilmente dopo il Ramadan) e in quell’occasione l’Italia annuncerà un Business Forum con la Libia
Il primo ministro libico, Abdelhamid Dabaiba, sarà a Roma nelle prossime settimane. Secondo le fonti di Formiche.net la visita dovrebbe svolgersi appena finito il Ramadan, ossia dopo il 12 maggio, ma la data non è ancora confermata.
Ad annunciare questo nuovo incontro tra l’Italia e la Libia è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio parlando alla Camera. Durante la visita in programmazione, il governo italiano ha intenzione di convocare un Business Forum per incrementare le opportunità di cooperazione economica.
La visita di Dabaiba a Roma seguirà una fitta serie di contatti che il governo italiano ha già avuto col nuovo esecutivo di Tripoli. Di Maio ha incontrato la ministra degli Esteri, Najla al Mangoush, la scorsa settimana alla Farnesina, dopo aver viaggiato tre volte a Tripoli negli ultimi mesi. Una in forma bilaterale appena insediato il GNU, un’altra insieme ad alcuni ministri europei, e infine un’altra accompagnando il premier Mario Draghi. Anche la titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, è stata in Libia nelle scorse settimane. Mente con Mangoush si sono incontrati anche i ministri Lorenzo Guerini e Giancarlo Giorgetti.
La Libia sotto il GNU di Dabaiba ha avviato un complesso percorso di stabilizzazione dopo un decennio di crisi e guerre. Tripoli – che in questo processo è assistita direttamente dalle Nazioni Unite (che hanno convocato il Forum di dialogo che ha eletto Dabaiba pochi mesi fa) – per ripartire ha bisogno innanzitutto di rilanciare la propria sfera economica.
“Il rafforzamento della nostra rete in Libia ci permetterà di riattivare progetti sospesi, come l’autostrada costiera, l’aeroporto internazionale di Tripoli, la ricostruzione dell’aeroporto di Bengasi, un memorandum sulle rinnovabili”, ha aggiunto Di Maio oggi.
Le imprese italiane sono attive, l’idea della Farnesina di costruire un sistema di dialogo istituzionalizzato servirà ad aiutare sì le società che dall’Italia andranno in Libia per business, ma allo stesso sarà un modo per sostenere lo sviluppo e la stabilizzazione del Paese.
“Teniamo ferma l’attenzione in Libia sul consolidamento delle condizioni di sicurezza sul terreno e sullo svolgimento delle elezioni previste per il 24 dicembre 2021. Siamo di fronte ad nuova era delle relazioni tra Italia e Libia. L’interesse dell’Italia è assicurare la nostra presenza istituzionale anche in Cirenaica e Fezzan. Stiamo riattivando il nostro consolato a Bengasi e uno nuovo a Seba”, ha detto ancora il ministro italiano.
“Il rafforzamento della rete diplomatica italiana in Libia è fondamentale per riattivare i tanti progetti sospesi: nei prossimi mesi prenderà l’avvio il progetto del lotto est dell’autostrada costiera, riprenderanno progetti aeroportuali, tra cui l’aeroporto internazionale di Tripoli, grazie al sopralluogo Enav e allo sblocco delle lettere di credito del consorzio italiano Eneas”, ha spiegato Di Maio al question time, annunciando che con Tripoli si è discusso anche di coinvolgere “le aziende e le competenze italiane anche per l’aeroporto di Bengasi” e di ampliare la collaborazione in campo energetico anche alle rinnovabili – con Eni che su questo ha un ruolo centrale.
In questi in giorni in Libia sono in corso contatti tra Est e Ovest dopo che una importante visita del governo programmata per lunedì a Bengasi (roccaforte del capo miliziano Khalifa Haftar) è stata fatta saltare per screzi tra la sicurezza dell’esecutivo e quella locale — composte rispettivamente dalle milizie tripoline e da quella haftariana, che fino a qualche mese fa si sono combattute nell’ultima delle guerre tra Tripolitania e Cirenaica.
“C’è chi non l’ha ancora capito che abbiamo un’opportunità storica di lavorare per raccogliere la diaspora dei libici e stabilire uno stato reale che preservi il nostro orgoglio e la nostra dignità”: così Dabaiba ha commentato il fatto, parlando nel corso della riunione del Consiglio dei ministri che si è svolta ieri sera a Tripoli. Il primo ministro ha proseguito affermando che “la terza riunione avrebbe dovuto tenersi nell’amata Bengasi, la città che abita nei cuori di tutti i libici. Da questa piattaforma, la nostra gente saluta Bengasi e diciamo loro che li visiteremo molto presto”.
Intanto il “Comitato Militare Congiunto 5+ 5”, il meccanismo di contatto tra formazioni militari Est-Ovest, ha deciso di prolungare le sue riunioni, iniziate martedì, fino a giovedì prossimo, per completare la discussione dei dossier in sospeso, principalmente l’apertura della strada costiera tra l’est e l’ovest del paese e l’evacuazione di forze straniere e mercenari dal paese. Il presidente del Consiglio presidenziale, Muhammad Al-Menfi, e i suoi due vice, Abdullah Al-Lafi e Musa Al-Kuni, hanno partecipato alla sessione di apertura, che si è svolta a Sirte, a cui era presente anche l’inviato delle Nazioni Unite in Libia, Jan Kubis, nell’ambito degli sforzi per unificare le posizioni al fine di completare l’attuazione dei termini dell’accordo di cessate il fuoco firmato il 23 ottobre a Ginevra, in Svizzera.