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Expo 2020 Dubai, così si sono accesi i motori del Padiglione Italia

Tre ministri emiratini ad ammirare la copia del David ad Expo 2020 Dubai insieme al ministro Luigi Di Maio. Dal Rinascimento italiano il messaggio di una ripartenza globale

Chissà se il giovanissimo Michelangelo di Lodovico Buonarroti Simoni, che a soli 26 anni ha iniziato l’eroica liberazione del David da un unico blocco di marmo, avrebbe mai immaginato che il gemello del suo capolavoro sarebbe arrivato così lontano. Nel tempo e nello spazio. Ad ammirarlo oggi, nel Padiglione Italia di Expo 2020 Dubai, oltre al ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio, c’erano anche tre ministri emiratini di primo piano nella compagine governativa: la ministra della cultura Noura bint Mohammed Al Kaabi, quella della Cooperazione internazionale e direttrice di Expo Reem Ebrahim Al Hashimy e il ministro della Tolleranza Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, tra gli artefici del nuovo dialogo con Israele aperto ufficialmente dai Patti di Abramo nell’estate scorsa.

Certo, l’impresa michelangiolesca resta impossibile da eguagliare, ma la copia in resina acrilica ricoperta da una “pelle” in polvere di marmo, frutto di una sofisticata digitalizzazione e stampa 3D, riecheggia la fama che avvolse l’originale sin dagli inizi del Cinquecento e si conferma una delle grandi meraviglie di Expo 2020 Dubai. La replica si lascia oggi ammirare all’ombra del più grande tricolore di sempre, tre scafi rovesciati verde, bianco e rosso, realizzati con il contributo di Fincantieri. “Siamo tra gli sponsor principali del Padiglione, produciamo navi e gli scafi sono simbolo perfetto dell’Italia in marcia, che si muove”, ha dichiarato il presidente Giampiero Massolo.

E il successo italiano, questa volta, è anche culturale se si considera che addirittura in un tempio sacro della cultura quale Louvre di Abu Dhabi, nel rispetto del pudore locale, il nudo artistico è selezionato ed esposto in modo sorvegliato, dalla foglia di fico dell’Apollo Belvedere del Primaticcio alle statue del Canova, alla nota figura ripiegata su se stessa del Pensatore di Rodin. Non è stato così, invece, per il nostro David, che grazie alla tessitura diplomatica rivendicata dalla squadra del Commissario Expo Paolo Glisenti, esibisce la sua nudità eroica, uno dei tratti distintivi della cultura classica occidentale, seppur con un espediente che “attenua” il colpo d’occhio: le parti intime, infatti, risultano schermate dal pavimento del piano rialzato del cosiddetto Teatro della Memoria che accoglie il David.

“Avevamo trovato una copia in bronzo, ma con il ministero della Cultura si è deciso di procedere a un’operazione capace di lasciare un’importante testimonianza scientifica tramite la scannerizzazione e la stampa in 3D”, ha dichiarato il direttore artistico del Padiglione Davide Rampello. E di certo il David è già una star, fotografata e filmata con entusiasmo anche dalle delegazioni governative locali. Un’icona Pop, capace di “parlare” a epoche diverse, raccontando storie sempre attuali. Tale, infatti, il destino di un eroe biblico che ha già incarnato l’opposizione dei fiorentini all’oppressione medicea e ora il riscatto globale dopo la pandemia. “Simbolo del bene contro il male. Emblema di pace e libertà”, ha chiosato il sindaco di Firenze Dario Nardella, portavoce dei valori rinascimentali.

Insomma, per tutti l’emozione era palpabile quando finalmente, tra le impalcature del cantiere, il velo bianco è scivolato dal corpo del David ed è stato possibile guardare l’eroe negli occhi, con un’insolita prospettiva. Perché non è stato facile arrivare a questo punto del calendario. Portare a termine un’impresa iniziata all’Accademia di Firenze, dove si sono svolti i lavori, insolitamente vuota per il Covid. Accendere i motori del Padiglione Italia. E per i padroni di casa emiratini, essere certi che il primo ottobre lo show cominci davvero. “Questa è l’occasione per raccontare al mondo che cosa è il made in Italy, che è molto di più di un prodotto, è anche un modo di pensare, di rappresentare qualità ed eccellenza”, ha commentato Di Maio.

Gli Emirati sono pronti per la scommessa, accogliere la prima Esposizione universale di sempre in un Paese arabo in piena pandemia. Procedono a pieno ritmo nella campagna vaccinale che ha superato nelle dosi il numero, anche simbolico, dei dieci milioni di abitanti. E già pensa al futuro come hub logistico nella distribuzione del vaccino in collaborazione con WHO e alla produzione con la cinese Sinopharm Cnbg. L’attenzione mediorientale, invece, è concentrata sull’India stremata da una seconda ondata Covid, con circa 17 milioni di contagi e da una nuova variante virale. I due Paesi, che hanno forti legami storici, sono oggi fortemente interconnessi nei principali asset economici, basti pensare che negli Emirati, terzo partner commerciale dell’India dopo Cina e Usa, vivono circa 3,3 milioni di indiani (circa un terzo della popolazione) impegnati a tutti i livelli della forza lavoro.

In questi giorni, il Burj Khalifa, torre simbolo di Dubai, si è illuminata con le luci del tricolore indiano, così come a Marzo ha assunto i colori dell’Italia, in segno di solidarietà con il sistema sanitario messo in ginocchio dal virus. “Per completare la campagna vaccinale l’Italia guarda a settembre. Il primo ottobre sarà il momento per rimetterci in cammino con tutti i paesi che parteciperanno. Expo sarà l’occasione mondiale per ripartire tutti insieme”, ha concluso Di Maio.

(Credits Massimo Sestini per @italyexpo2020)

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