La New space economy è ormai realtà. Anche nel campo dell’esplorazione, i privati stanno aprendo una nuova era. Inizierà la missione “Ax-1”, guidata da Michael Lopez-Alegria, che ha raccontato la “democratizzazione dello spazio” nel live talk organizzato dalle riviste Formiche e Airpress. Con lui Giorgio Saccoccia, Massimo Comparini, Roberto Vittori e Lorenzo Feruglio
Bar orbitanti, alberghi su Marte e reparti maternità spaziali. Idee che fino a pochi anni fa sarebbero state relegate al mondo della fantascienza, sono oggi una realtà possibile in un futuro non troppo lontano. Sono solo alcuni degli scenari proposti ieri durante il live talk (rivedi la diretta) organizzato dalle riviste Formiche e Airpress insieme ai protagonisti della New space economy, la nuova economia trainata dagli attori privati. Tra gli ospiti dell’evento, Micheal López-Alegría, vice presidente Business development di Axiom Space, veterano della Nasa con quattro esperienze oltre l’atmosfera, selezionato per comandare “Ax-1”, la prima missione totalmente privata nella storia dell’esplorazione umana dello Spazio. Insieme a lui sono intervenuti Roberto Vittori, astronauta e generale dell’Aeronautica, addetto allo Spazio all’Ambasciata d’Italia a Washington, il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, l’amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia, Massimo Claudio Comparini, e Lorenzo Feruglio, ceo e fondatore di Aiko, start up italiana impegnata in progetti di intelligenza artificiale applicata ai satelliti.
I PRIVATI NELLO SPAZIO
Lo spazio, infatti, è sempre meno un luogo esclusivo per gli attori pubblici e le istituzioni, e sempre più aperto al mondo dell’iniziativa privata. Simbolo di questa nuova era dello spazio è sicuramente Elon Musk, che con la sua SpaceX è riuscito a restituire agli Stati Uniti l’accesso autonomo allo spazio, garantendo il collegamento con la Stazione spaziale internazionale (Iss) dopo anni di dipendenza dalla russa Soyuz. Ma l’accesso allo spazio tramite i grandi vettori è solo uno dei capitoli del nuovo ruolo dei privati, che vanno dai progetti per le telecomunicazioni satellitari, all’osservazione della Terra, alle innovazioni per l’intelligenza artificiale. Ora è pronto per raggiungere la Iss per la seconda vita della grande stazione orbitante, destinata a diventare la prima stazione commerciale spaziale dell’umanità.
LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE
Ad un’altezza media di 400 chilometri dalla superficie del mare, orbita a una velocità di oltre 28mila chilometri orari la Stazione spaziale internazionale, grande come un campo da calcio e dal peso di oltre 450 tonnellate. Nei suoi 22 anni di operatività, ha ospitato più di 250 astronauti di 19 diverse nazionalità, diventando un esempio straordinario dei risultati che l’umanità può ottenere grazie alla collaborazione internazionale. La Iss, infatti, coinvolge nel programma l’americana Nasa, la russa Roscosmos, l’europea Esa, la giapponese Jaxa e la canadese Csa. Sin dall’inizio la stazione spaziale ha visto la partecipazione dell’Italia, ospitando cinque astronauti italiani per dieci missioni: Umberto Guidoni, Roberto Vittori, Paolo Nespoli, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, che si prepara tra l’altro a una nuova missione in programma nel 2022. L’Italia, inoltre, ha contribuito alla costruzione della Stazione Spaziale con i moduli Harmony (Node 2) e Tranquility (Node 3) e la struttura della Cupola, costruiti dalla Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia spaziale italiana, frutto dell’intesa con la Nasa.
IL FUTURO COMMERCIALE DELLA ISS
Quando la Stazione spaziale internazionale cesserà la sua vita operativa, l’avamposto dell’umanità nello spazio sarà gestito da Axiom Space, l’azienda texana a cui la Nasa ha affidato il futuro commerciale della Iss. A partire dalla seconda metà del 2024, i moduli di Axiom verranno collegati proprio al Node 2 della Iss, ampliandone l’abitabilità e l’utilizzo. Una volta che la Iss avrà concluso la sua vita operativa, il segmento di Axiom si staccherà, iniziando la sua esperienza di stazione commerciale spaziale autonoma. “Il nostro obiettivo è democratizzare lo spazio cercando di aprire la possibilità di accedervi a un numero maggiore di persone; sarà qualcosa di positivo per l’umanità”, ha detto nel corso del suo intervento Micheal López-Alegría.
LA NUOVA ERA
“È il momento che i privati si spingano verso la nuova frontiera, della quale il turismo sarà solo una piccola parte”, ha aggiunto riferendosi alle possibilità offerte dalla stazione commerciale, nella quale sarà possibile, anche per i privati, condurre esperimenti tecnici e scientifici e collaudare le opportunità offerte dallo spazio per la produzione ti tecnologia all’avanguardia. López-Alegría guiderà, infatti, la prima missione commerciale “Ax-1”, a bordo della navicella Crew Dragon di SpaceX, accompagnato da altri tre privati: l’imprenditore immobiliare americano Larry Connor, il primo privato a pilotare una missione spaziale, Mark Pathy, investitore e filantropo canadese e Eytan Stibbe, uomo d’affari israeliano.
LE NUOVE SFIDE ITALIANE
L’Italia sarà a bordo anche della nuova stazione commerciale. Per i suoi due moduli principali, infatti, la Axiom ha scelto proprio Thales Alenia Space, in modo da sfruttare l’esperienza comprovata nei moduli pressurizzati Harmony e Tranquility. L’ambizione di Thales Alenia Space, tuttavia, non si ferma all’orbita terrestre, raggiungendo il prossimo passo della colonizzazione umana del sistema solare: la Luna. L’azienda è infatti coinvolta nella progettazione e sviluppo dei moduli che andranno a formare la stazione spaziale lunare “Lunar Gateway” e poi la base permanente sulla superficie del nostro satellite. “I moduli del Lunar gateway evolveranno per l’ambiente cislunare diverso da quello dell’orbita bassa terrestre”, ha raccontato nel corso dell’evento Massimo Claudio Comparini, descrivendo le sfide tecnologiche alla base della nuova impresa: “Diversamente dalla Iss, il Lunar Gateway non sarà sempre abitato, e per questo avrà bisogno di una maggiore automazione”.
LA COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATO
“Il programma di esplorazione spaziale è un esempio splendido di come, con il contributo delle istituzioni, si possa fornire un supporto all’industria”, ha notato Giorgio Saccoccia, sottolineando il valore aggiunto che l’esperienza privata potrà apportare all’esplorazione umana dello spazio, rimarcando come la dialettica tra pubblico e privato non sarà impostata secondo una logica di competizione, quanto piuttosto di collaborazione. “Il bello di queste esperienze è che non sono limitate a un dialogo tra agenzie, ma coinvolgono tutta la filiera, che parte dalle università e arriva fino alle aziende”.
L’ECOSISTEMA DELLA NEW SPACE ECONOMY
Secondo Roberto Vittori, “la New Space Economy è un cambio di marcia nell’impostazione classica, dove lo spazio diventa il principale motore dell’economia globale”. Un motore che sarà alimentato soprattutto dalle sinergie che saranno messe in piedi, sulla Terra, dall’intera filiera dello spazio, dal pubblico al privato. Per Lorenzo Feruglio, infatti, “l’ecosistema spaziale è fondamentale per le start-up del settore, e quello italiano è decisamente una realtà eccezionale”. Le nuove realtà industriali come le start up saranno fondamentali per la prossima era dell’esplorazione spaziale, grazie al loro apporto fortemente innovatore in campi strategici. Per fare un esempio, ha continuato Feruglio, “l’Ia nello spazio potrà aiutare i satelliti a fornire dati utili a monitorare lo stato delle strutture delle stazioni spaziali e aiutare la vita degli abitanti delle stazioni orbitali, lunari o marziane”.