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Il Mediterraneo (più che) allargato. Guerini presenta la strategia della Difesa

“Occorre un impegno complessivo del Paese e un impiego coerente degli strumenti per la pace e la stabilità del Mediterraneo, e per proteggere adeguatamente e in maniera legittima i nostri interessi”. Lorenzo Guerini, in audizione alla Camera, rilancia l’approccio strategico nazionale al Mediterraneo. Priorità alla Libia, ma occhio a Sahel, Corno d’Africa e Golfo di Guinea. Su tutto, preoccupa l’attivismo di Russia e Cina

La crisi libica, le nuove ambizioni di Russia e Cina, l’assertività della Turchia, i traffici che arrivano dal Sahel e l’instabilità che si riverbera dal Medio Oriente. Tutto concentrato in un unico bacino, il Mediterraneo, con al centro una penisola, l’Italia, chiamata a un nuovo approccio alla sicurezza della regione. Lo ha presentato alla Commissione Esteri della Camera il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, intervenuto nell’ambito dell’indagine conoscitiva “sulla politica estera dell’Italia per la pace e la stabilità nel Mediterraneo”.

IL QUADRO

“L’area del Mediterraneo è senza alcun dubbio un contesto geografico di importanza centrale e inconfutabile per la salvaguardia della sicurezza e per la protezione degli interessi strategici del nostro Paese”, ha notato Guerini. Quello che siamo abituati a chiamare mare nostrum è diventato “un’area inestricabilmente complessa e nei nostri giorni ancor più profondamente scossa da faglie profonde, che sono di dinamiche geopolitiche e che è perturbata da fenomeni di natura sociale, confessionale, securitaria e climatica che la pandemia da Covid-19 sta ulteriormente acuendo ed esasperando”.

IL MEDITERRANEO ALLARGATO

“La Difesa – ha rimarcato Guerini – fa riferimento, in questo senso, al concetto di Mediterraneo Allargato, nella sua accezione più estesa, uno spazio geopolitico multidimensionale che ricomprende Paesi, culture e società differenti, ma sempre più strettamente interconnessi, dal punto di vista economico e della reciproca sicurezza, caratterizzata da crisi e problematiche i cui effetti si riverberano, inevitabilmente, sulla nostra regione”. È “allargato” perché incorpora “il Medio Oriente e il Golfo, passando per la fascia del sub-Sahara, che dal Corno d’Africa e attraverso il Sahel si estende al Golfo di Guinea, quadranti strategici che non casualmente sono il teatro delle attività che le nostre Forze armate conducono, in varie forme e modalità, nell’ambito delle nostra proiezione internazionale”.

LE MINACCE

Le minacce sono numerose: “Il fenomeno del terrorismo di matrice jihadista e dei traffici illeciti e, più di recente, le minacce di natura ibrida di attori esterni alla regione, ma ormai sempre più radicati in questo contesto quali sono la Russia e la Cina (quest’ultima forse in maniera meno evidente, ma tuttavia pervasiva) riguardano più o meno intensamente il nostro Paese”. Inoltre, “quale conseguenza diretta di una perdurante instabilità, combinata con una cronica precarietà economica e sociale aggravata dagli effetti dei cambiamenti climatici, si innestano nell’area mediterranea i flussi migratori provenienti sia dal continente africano che dal Medioriente, attraverso corridoi di traffico controllati da organizzazioni criminali spesso legate a quelle di matrice terroristica e a queste funzionali”.

L’IMPEGNO

È per questo che nel “Mediterraneo allargato” si concentrano gli impegni delle Forze armate, dal Corno d’Africa al Golfo di Guinea (missione anti-pirateria tra le novità del 2020), passando per il Sahel, lì dove sono arrivati i primi assetti italiani per la task force Takuba promossa dalla Franca. “In Niger – ha aggiunto Guerini – rafforzeremo ulteriormente la nostra presenza con la costruzione, di recente avvio, di un ulteriore hub nazionale proprio nella capitale del Paese, Niamey, che sarà funzionale alle attività della missione bilaterale Misin e a quelle della già citata Takuba”. Trattasi di un verso triangolo, che al suo vertice nord, la Libia.

LA PRIORITÀ È LA LIBIA

Il Paese nordafricano, ha ricordato il ministro, ha “elevata valenza strategica” e “abbiamo la responsabilità primaria di contrastare squilibri che potrebbero avere conseguenze sulla stabilità del Mediterraneo e quindi anche per la nostra sicurezza e sui nostri interessi nazionali”. Sul territorio libico, ha rimarcato Guerini, “continuerà ad essere presente la nostra missione bilaterale di assistenza con un impegno ancora più robusto per la costruzione di solide capacità di controllo del territorio”. C’è per questo un tavolo permanente della Difesa italiana con le autorità militari libiche, “attraverso cui definire e perseguire programmi di formazione e di addestramento”, frutto dell’accordo sottoscritto dai ministri a dicembre. Intanto, in mare continua l’operazione Irini, “nel cui ambito ci confermiamo come indiscussi protagonisti, allo scopo di contribuire all’implementazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite e di coadiuvare, in maniera complementare con la presenza della missione bilaterale, l’impegno delle autorità libiche a contrastare i fenomeni illegali via mare”. Per Guerini è “assolutamente positivo” il recente rinnovo del mandato, in particolare l’enfasi “sull’attività di addestramento della Guardia costiera della Marina libica”.

LE MOSSE DI CINA…

A complicare il quadro mediterraneo c’è tra l’altro “il rafforzamento della presenza e dell’influenza di Russia e Cina che, sebbene si sviluppi su filoni anche collaterali a quello militare, con particolare riferimento al modus operandi di Pechino, ci interpellano quali fattori di lungo periodo per interpretare lo scenario e mettere in atto strategie efficaci per la tutela dei nostri interessi”. La Cina, ha detto Guerini, “prosegue senza sosta un’efficace azione di penetrazione nel bacino mediterraneo proseguendo anche in tale area quanto già in corso da anni nei quadranti africani e mediorientali; un approccio che si concretizza specialmente negli ambiti economici e commerciali, attraverso i quali Pechino persegue con risoluzione i propri obiettivi strategici, ma che non esclude futuri risvolti nella dimensione militare”.

…E RUSSIA

Per quanto riguarda la Russia, “le cronache delle scorse settimane ci confermano quanto siano attuali le sfide poste da Mosca anche in forme insidiose”, ha notato il ministro. “Terminata la stagione di retroversione dalla scena internazionale che ha caratterizzato il decennio successivo alla dissoluzione dell’Unione sovietica, il Mediterraneo è divenuto oggetto di una significativa azione di influenza della Federazione che, specialmente attraverso il legame con il regime di Damasco, ha guadagnato un agevole accesso alla regione assicurandosi una robusta presenza militare con una base navale ed una base aerea, avamposti di alta valenza strategica tale da consentire alla forze russe di esercitare un’azione di significativa e persistente presenza sul Fiancodud della Nato”. Si affianca alla “strategia industriale di Mosca nel settore dei sistemi di armamento, con un sempre maggiore attivismo sui mercati della regione: una modalità di azione che amplifica in maniera significativa l’estensione dell’influenza della Federazione nel bacino mediterraneo, anche attraverso la creazione di affiliazioni di lungo termine”. Preoccupa in particolare il ruolo svolo da Mosca nella crisi libica: “Rappresenta – ha detto Guerini – una sintesi efficace della sua strategia nel Mediterraneo e, nonostante i positivi sviluppi degli ultimi mesi, la presenza militare esterna nel Paese è uno dei fattori di criticità per la stabilizzazione della Libia”.

UNA STRATEGIA NAZIONALE

In sintesi, “occorre un impegno complessivo del Paese e un impiego coerente degli strumenti per la pace e la stabilità del Mediterraneo e per proteggere adeguatamente e in maniera legittima i nostri interessi”. A questo scopo, ha rimarcato il ministro, “il mio dicastero ha avviato i lavori per l’aggiornamento della strategia di difesa e sicurezza del Mediterraneo che si prefigge, in coerenza con l’ammodernamento in atto dello strumento militare, di individuare aree di sviluppo e di efficientamento per fare del nostro Paese un agente di stabilità adeguato al rilievo delle sfide di sicurezza”. Tale riflessione, ha concluso Guerini, “confluirà in una direttiva ministeriale che intendo emanare in tempi brevi”.

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