Dopo soli 14 mesi di attività, Huawei chiude la divisione cloud e intelligenza artificiale. Pesano le tensioni Usa-Cina e il ritardo sui rivali. Che ne sarà ora dell’adesione dell’azienda al progetto europeo Gaia-X?
Dopo soli 14 mesi di attività, chiude una delle quattro divisioni di Huawei, quella che si occupava di cloud e intelligenza artificiale. Lo rivela il giornale cinese Caixin sottolineando che la scelta del colosso cinese delle telecomunicazioni “riflette la difficoltà nel trasformarsi da produttore di dispositivi a fornitore di servizi”.
Pesano inevitabilmente le tensioni geopolitiche tra Cina e Stati Uniti, con le strette americane dopo che l’intelligence ha accusato le società tecnologiche cinesi (come Huawei) di spionaggio per conto del governo di Pechino. Alla stessa ragione sembra essere legata la decisione di cedere il marchio Honor, riducendo ancor di più le quote di mercato, come spiegato su Formiche.net.
Una nota interna al gruppo datata 2 aprile spiega cosa accadrà ora. Le attività saranno suddivise in due unità. Una che si occuperà dello storage, l’altra di prodotti e soluzioni Internet con la delega anche a ricerca e sviluppo.
La strategia di cloud computing dell’azienda è stata lanciata nel 2010. Soltanto nel 2017 è stata aperta la business unit per i servizi cloud. Proprio il ritardo rispetto i competitor sembra la causa della decisione di Huawei, stando a quanto riferito da una fonte interna al gruppo al Caixin. I dati della società Canalys rivelano nel quarto trimestre dell’anno scorso Huawei Cloud si attestava come il secondo fornitore di servizi cloud della Cina, con il 17,4% del mercato continentale. Primo posto per Alibaba Cloud, che copriva il 40,3%.
Il 31 marzo scorso Ken Hu, presidente di turno di Huawei, aveva spiegato, presentando il rapporto annuale Huawei 2020, che la pandemia ha anticipato da uno a tre anni l’implementazione dei servizi cloud da parte delle imprese globali e che le entrate generate da Huawei Cloud era cresciuto del 168% su base annua.
Due giorni dopo la nota interna e lo smantellamento di una delle quattro divisioni.
Una mossa che apre qualche domanda per l’Europa: che cosa significa per Gaia-X? Nello stesso giorno della conferenza stampa di Huawei sui dati dell’anno scorso, il gruppo cinese diventava ufficialmente (come Alibaba) membro del progetto di cloud europeo presentandosi attraverso la filiale tedesca Huawei Technologies Duesseldorf GmbH.
Su Formiche.net ci interrogavamo sulla (scarsa) visione dell’Unione europea, che prima ha invocato l’autonomia strategica tra Stati Uniti e Cina, poi ha aperto (poco) il progetto cloud ai primi, infine ha spalancato le porte ai giganti cinesi.
Ora si aggiunge un quesito: come impatterà la decisione di Huawei sul suo ruolo in Gaia-X?