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Italia-Usa, così l’intelligenza artificiale arriva nello Spazio

In occasione dei 160 anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti, il webinar “L’intelligenza artificiale per lo Spazio”, organizzato dall’ambasciata d’Italia a Washington, occasione utile per celebrare la lunga collaborazione extra-atmosferica tra i due Paesi, iniziata nel 1964 con il lancio del San Marco e pronta a una nuova era, verso la Luna e Marte

“La collaborazione sullo spazio tra Stati Uniti e Italia è una relazione che viene da lontano, fin dal 1964 con il lancio del primo satellite del progetto San Marco”. Così l’ambasciatore d’Italia negli Stati Uniti, Armando Varricchio, ha aperto il webinar tenutosi ieri “L’intelligenza artificiale per lo Spazio”, organizzata dall’ambasciata d’Italia negli Usa in collaborazione con la National science foundation (Nsf) nel contesto della celebrazione dei 160 anni di relazioni bilaterali tra i due Paesi. “Lo spazio non è più limitato alla ricerca scientifica – ha proseguito Varricchio – essendo diventato un settore importantissimo anche per la difesa, la sicurezza e l’economia, con ricadute tecnologiche in ogni ambito della vita sulla Terra, dall’aviazione alla navigazione, dalla gestione delle risorse alla risposta rapida alle crisi, e l’Intelligenza artificiale sarà decisiva in tutti questi settori”.

ITALIA E USA VERSO LA LUNA

“Tra le tante opportunità di collaborazione spaziale tra Stati Uniti e Italia, due settori sono particolarmente sviluppati: la tecnologia spaziale e l’Intelligenza artificiale applicata ai Big data”, ha spiegato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, ricordando come lo spazio sia stato al centro anche della visita ufficiale negli Usa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2019. La tecnologia spaziale sarà sempre più supportata dall’Ia in futuro, soprattutto nell’aiutare ad analizzare la grande quantità di dati prodotti dai sensori spaziali: “ogni giorno – ha continuato Saccoccia – i soli satelliti della costellazione Copernicus producono oltre 12 terabyte di dati, praticamente l’equivalente della capacità di produzione di cento smartphone”. Per analizzare tutti questi dati, l’Ia diventa indispensabile. L’Intelligenza artificiale è anche necessaria in previsioni delle prossime missioni spaziali, prima fra tutte il ritorno sulla Luna. “Il Lunar Gateway, la stazione spaziale della missione Artemis, nella quale l’Italia è stato il secondo Paese partecipante, vedrà un impiego massiccio dell’Ia, dal momento che non sarà sempre abitata”.

TECNOLOGIA, IA E SPAZIO

Al webinar hanno partecipato numerosi scienziati e ricercatori italiani e americani, sottolineando ancora una volta lo stretto legame spaziale che lega il nostro Paese agli Usa. Chris Mattmann, division manager per la Ia, le soluzioni e la tecnologia informatica del Nasa Jet propulsion laboratory (Jpl), ha ricordato quanta intelligenza artificiale già ci sia nello spazio, aiutando nella gestione quotidiana delle attività spaziali e terrestri. Per Anna Ronalds, vice presidente delle Operazioni e chief of staff della Intuitive machines di Houston (Texas), le potenzialità della Ia nello spazio sono «infinite»: “l’intelligenza artificiale permette di ridurre la complessità della produzione dei veicoli spaziali, aiuta nella progettazione delle missioni e nella gestione operativa, oltre a massimizzare i risultati degli esperimenti scientifici”. Per Michèle Lavagna, professoressa di meccanica del volo al Politecnico di Milano, l’Ia sarà fondamentale per “gestire le incertezze, sia per la possibilità di sfruttare le opportunità che per gestire i guasti”.

COLLABORAZIONI TRANSATLANTICHE

“Abbiamo collaborato con l’Italia in occasione della costruzione del nostro Bishop airlock module, destinato alla Stazione spaziale internazionale, in parte costruito negli stabilimenti di Torino della Thales Alenia Space” ha raccontato Mike Lewis, Chief innovation officer della Nanoracks, aggiungendo che “ci siamo trovati così bene in Italia che abbiamo aperto un ufficio a Torino”. Lewis ha sottolineato l’elevata qualità della manifattura spaziale italiana e la visione innovativa condivisa dalle due sponde dell’Atlantico: “la produzione italiana è incredibile, non è un caso che «mezza» Stazione spaziale internazionale sia costruita in Italia”. Anche per Lorenzo Feruglio, fondatore e ceo di Aiko, la collaborazione con gli Usa “è cominciata dal giorno zero”, aggiungendo che per raggiungere i prossimi, grandi obiettivi dell’umanità, la Luna e poi Marte, la collaborazione internazionale sarà indispensabile: “in particolare tra Europa e America e, soprattutto, tra Italia e Stati Uniti”.


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