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Ingenuity ha fatto la storia. Ecco il primo volo su Marte

Successo “pieno” per il primo volo di Ingenuity, il piccolo drone-elicottero della Nasa che si è alzato fino a tre metri dalla superficie di Marte. È il primo volo di un veicolo motorizzato su un pianeta che non sia la Terra. I risultati della missione saranno fondamentali per la progettazione degli strumenti che serviranno ad esplorare il Pianeta rosso

“Abbiamo discusso così a lungo del momento che vissero i fratelli Wright, e ora eccoci qui”. È così che MiMi Aung, project manager di “Mars Helicopter” per la Nasa, ha esordito, emozionata, nel discorso al team del Jet Propulsion Laboratory pochi secondi dopo le immagini proiettate sul grande schermo della sala. Le mascherine anti-Covid non erano riuscite a nascondere la tensione di ingegneri e scienziati durante i lunghi minuti d’attesa per ricevere i dati direttamente da Marte, tramite il sistema “Deep Space Network”. Altri minuti sono serviti per l’analisi, e poi la tensione si è trasformata in giubilo man mano che veniva confermata la corretta esecuzione della missione: accensione motore, pale in movimento, decollo, salita, volo, discesa, touch-down, spegnimento motore.

La storia è fatta. Ingenuity, il piccolo elicottero della Nasa, ha condotto il primo volo di un veicolo motorizzato su Marte. Non è stato per nulla facile. La gravità di Marte è infatti un terzo di quella terrestre, ma la densità dell’aria sulla superficie è pari all’1% di quella all’interno della nostra atmosfera. D’altra parte, la missione di Ingenuity era proprio questa: testare la fattibilità del volo nell’atmosfera del Pianeta rosso, con obiettivi che traguardano il futuro dell’esplorazione umana del Sistema solare. Che non fosse facile lo hanno dimostrato il ritardo di circa una settimana rispetto alla prima data ipotizzata dalla Nasa e i due tentativi a vuoto, interrotti durante i controlli preliminari. Tutto rimandato di poco, fino alle prime luci dell’alba terrestre di oggi (in Italia).

Ingenuity ha volato, per circa trenta secondi, fino a tre metri dalla superficie. Lo ha fatto con un peso complessivo inferiore ai due chilogrammi (1,8), per una larghezza a terra di 1,2 metri tra le quattro piccole gambe, sovrastate dal corpo cubico e da due eliche, necessarie a spiccare il volo. È iniziato ieri, al centro di controllo del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, il processo di controllo finale dei vari indicatori di missioni. Più a ridosso del countdown, è servita la luce verde dall’unità di analisi ambientale “Meda” a bordo del rover, capace di analizzare i venti e le temperature sulla superficie. Poi Ingenuity, basato sul design di Lockheed Martin, ha acceso il motore (opportunamente caricato tramite il pannello solare al suo apice), facendo girare i rotori fino a 2.537 giri al minuto. Ciò ha permesso di salire a una velocità di un metro al secondo fino a tre metri di altezza. Lì doveva restare per circa trenta secondi, per poi tornare sulla superficie.

È servita poi qualche ora per inviare i dati a Perseverance, che a sua volta li ha mandati a terra. Poi la gioia del Jpl. Ulteriori applausi sono arrivati con le prime foto, sia quella scattata dal drone tramite la fotocamera sulla pancia (che ha ripreso la sua stessa ombra in superficie), sia quelle scattate da Perseverance.

Se anche le successive analisi confermeranno il pieno successo della missione, Ingenuity potrà realizzare fino a cinque voli di prova del giro di un mese. Ha partecipato anche un pezzo di storia terrestre. A bordo del piccolo elicottero, la Nasa ha messo infatti un minuscolo frammento del tessuto dell’aereo dei fratelli Wright, il “tributo” al primo volo sulla Terra dalla missione che ha realizzato il primo volo su Marte.

In realtà, la prima sfida Ingenuity l’aveva già vinta a inizio aprile. Rilasciato dalla “pancia” del rover Perseverance, era riuscito a sopravvivere alla gelida notte marziana, con temperature inferiori ai -90 gradi centigradi, rischiose per le varie componenti del drone (a partire dalla batteria). Tutto il prezioso carico è invece risultato protetto a dovere.

Dopo l’arrivo su Marte il 18 febbraio, rover Perseverance ha iniziato da diverse settimane le proprie attività, con i primi piccoli scavi corredati da una galleria fotografica mai registrata finora sulla superficie marziana. Sono già arrivati anche i primi suoni (metallici) delle sue passeggiate, compiute anche per individuare il luogo adatto al rilancio di Ingenuity e al suo successivo decollo. Non è stato facile, visto che i requisiti chiedevano uno spazio piatto, privo di ostacoli pari a 10 metri per 10, un piccolo eliporto naturale nel cratere Jezero su cui è piombato Perseverance.

Il rover della Nasa ha portato su Marte un carico superiore del 50% rispetto a quello condotto nel 2012 da Curiosity (era la missione Mars Science Laboratory). Il compito principale è la raccolta di alcuni campioni di polvere marziana, in vista della futura missione per il loro recupero e trasporto a Terra. È il programma “Mars Sample Return”, sviluppato dalla Nasa in collaborazione con l’Esa, a cui partecipa anche l’Italia, composto da una serie di missioni in successione fino al prossimo decennio.

(Foto Twitter: @NASAPersevere)

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