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Libia, il governo al lavoro sugli emendamenti al Bilancio. Parla Marimi (HoR)

Il portavoce del parlamento libico spiega a Formiche come procede la votazione sul Bilancio, passaggio centrale per il futuro del paese e del governo Dabaiba

Il ritardo che si registra nell’approvazione della proposta di legge di Bilancio per il 2021 in Libia, indispensabile al premier Abdulhamid al-Dabaiba per realizzare i progetti di sviluppo necessari per alleviare le sofferenze della popolazione e dare servizi, è dovuto all’attesa degli emendamenti che dovrà inserire il governo unitario libico.

Lo spiega a Formiche.net il portavoce del parlamento libico HoR, con sede a Tobruk, Fathi al-Marimi. “La preparazione del progetto di bilancio spetta ora al governo di unità nazionale che deve prendere in considerazione le osservazioni avanzate dalla Commissione Finanze della Camera dei rappresentanti, nonché le osservazioni dei deputati sul bilancio avanzati nella sessione che si è svolta su questo tema”, dice Al-Marimi, che è uno degli uomini più vicini al presidente del parlamento libico, Aguilah Saleh.

Il portavoce si riferisce alla seduta del 19-20 aprile scorso, durante la quale la Camera dei rappresentanti della Libia aveva votato a maggioranza il rinvio al governo della proposta di legge di bilancio per l’anno in corso, chiedendo una serie di emendamenti, al termine di una due giorni di discussioni.

“La Camera dei rappresentanti è in attesa di ricevere questi emendamenti dal governo se però terranno conto delle osservazioni della Camera dei rappresentanti”, spiega. Il parlamento libico inoltre “oltre ad approvare il bilancio dovrà anche approvare i nomi scelti per le posizioni sovrane nello Stato libico”.

Su questo tema infatti il parlamentare libico ha sottolineato a Formiche.net che “il comitato composto dai membri della Camera dei rappresentanti ha terminato i suoi lavori ed ha inviato quanto deciso al Consiglio supremo di Stato che dovrà svolgere il suo ruolo secondo quanto gli compete. Una volta assunto le sue decisioni il Consiglio di Stato invierà il dossier al parlamento che durante una sessione eleggerà le persone scelte per queste cariche sovrane”.

L’Alto Consiglio di Stato libico ha infatti ricevuto il 27 aprile, una lettera della Camera dei rappresentanti sui nomi dei candidati alle cariche sovrane. Le “sette posizioni sovrane” sono le cariche cui fa riferimento l’articolo 15 dell’Accordo politico concluso a Skhirat il 17 dicembre 2015, e prevedono la nomina del governatore della Banca centrale della Libia; del capo dell’Ufficio di revisione; del responsabile dell’Autorità di controllo amministrativo; del capo dell’Autorità per la lotta alla corruzione; del capo e dei membri dell’Alta Commissione Elettorale Nazionale; del capo della Corte suprema e del Procuratore generale.

Quello della nomina delle “sette posizioni sovrane” è stata posta come condizione da diversi deputati libici per poi approvare la legge di bilancio 2021.

Durante la due giorni di lavori del parlamento di Tobruk non sono mancate le critiche e le perplessità: il budget presentato è considerato troppo troppo alto e secondo alcuni parlamentari genererà inflazione. Altri invece chiedono che avvenga prima l’unificazione delle forze armate, per la quale sarebbe necessario un accordo con Khalifa Haftar, in modo da votare anche il bilancio previsto per la difesa. Non sono poi mancate insieme a quelle sulle dimensioni del bilancio (circa 100 miliardi di dinari, corrispondenti a 18,5 miliardi di euro), le critiche all’ambiguità di alcune voci di spesa e alla presunta mancanza di trasparenza.

Si tratta della prima manovra finanziaria unificata degli ultimi dieci anni, frutto del percorso di stabilizzazione avviato dal governo di unità nazionale guidato da Dabaiba — primo ministro nominato attraverso il Foro di dialogo libico costruito dall’Onu sulla base del cessate il fuoco tra Tripolitania e Cirenaica.

Dabaiba, che ha il compito di traghettare il Paese verso le elezioni del 24 dicembre, deve passare dal Bilancio. La Libia, per compiere i passi in avanti per la stabilizzazione da consolidare col voto, ha bisogno di fondi e per questo ha proposito un budget da 22 miliardi di dollari ed è pronto a discutere una serie di emendamenti che i parlamentari certamente presenteranno.



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