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Pechino allarga la base di Gibuti per ospitare portaerei. Cosa cambia nella regione

La Cina si rafforza a Gibuti, punto caldo del confronto marittimo che salda il Mediterraneo all’Indo Pacifico. Nuovo scalo per nuove navi pronte per la Flotta Sud della PLAN

La base navale cinese di Gibuti sarebbe pronta a ospitare nuove unità della Marina Militare dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLAN), tra cui anche portaerei e navi da assalto anfibio — unità su cui Pechino sta investendo molto perché sono gli assetti militari più importanti in dossier strategici come la grande battaglia navale nell’Indo Pacifico, oppure la supremazia su Taiwan (e l’eventualità di un assalto militare, per l’appunto anfibio contro l’Isola).

La notizia è stata diffusa dal generale statunitense Stephen Townsend, che guida il Comando Africa del Pentagono — una struttura che è costantemente impegnata a dimostrare come le potenze concorrenti degli Stati Uniti stiano allungando l’attenzione e gli interessi sull’Africa, continente nel quale sia la Cina che la Russia intendono costruire sfere di influenza articolate (economico-commerciali, militari, politiche e geopolitiche). È parte della sfida globale, e Gibuti è uno dei punti caldi, posizionata geograficamente alla fine del Mar Rosso (corridoio talassocratico che collega Mediterraneo e Indo Pacifico) e geomorfologicamente perfetta (disposta sullo stretro nevralgico di Bab el Mandeb, con un golfo protetto e slanciato verso il Mar Arabico e il Corno d’Africa).

A Gibuti la Cina (come il Giappone) dal 2016 ha piazzato la sua prima base extra-territoriale — scelta non certo causale, affiancando americani, italiani, francesi. Paesi che da tempo denunciano che i militari cinesi tengono comportamenti provocatori, disturbando per esempio gli aerei in fase di decollo e atterraggio. Sono duemila per ora gli effettivi che la Repubblica popolare ha inviato nell’avamposto africano (ma per ruolo e valenza si può considerare globale). Unità che probabilmente cresceranno con l’implementazione delle potenzialità dello scalo di ospitare le navi più importanti della PLAN (esattamente della Flotta Sud, che nei giorni scorsi, in occasione della festa della Marina, ha commissionato al cantiere navale di Yulin i lavori per tre nuove unità).

Piazzare a Gibuti portaerei e unità come le “Classe Yushen” (portaelicotteri da assalto anfibio note anche come Type 075) manifesta la chiara intenzione di Pechino di rafforzare la propria proiezione navale (militare) nel contesto globale. Nello specifico, la base si inserisce nel teatro del Mediterraneo allargato e dimostra un’attenzione che la Cina ha per il bacino al centro dell’Europa — dove i cinesi hanno approfondito la presenza per ora di carattere civile-commerciale.


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