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Italia Viva parla col Pd, ma non con Forza Italia (per ora). La versione di Mor

Matteo Renzi rimane ben saldo nel suo ruolo di leader di Italia Viva. Bene il dialogo con il Pd, ma sul Movimento 5 Stelle restano i dubbi. “Per noi è meglio allargare il campo progressista e auspichiamo che prevalga la parte liberale a quella statalista”. Parla Mattia Mor, deputato di Italia Viva

Più che “primavera delle idee” è un florilegio di “chiacchiere infondate”. Dunque dipanato il sospetto di un possibile abbandono di Matteo Renzi da Italia Viva, per il quale Repubblica ha lanciato (proprio questa mattina) un alert. Corroborati dagli esiti dei sondaggi, non esattamente generosi con il partito del senatore fiorentino, i dubbi montano. Complici, peraltro, le continue missioni estere dell’ex premier. Non esattamente un’attività inerenti la vita del partito.

È proprio dove non batte il sole che si allunga l’ombra della chiacchiera. Forse, l’appeal sull’elettorato potrebbe aumentare identificando con precisione il posizionamento di Italia Vivia. Per Mattia Mor, deputato di Iv e membro della commissione Attività Produttive, l’unica strada possibile è che si rimanga “saldamente incardinati nell’alveo del centrosinistra”. Ed è sempre lui che smentisce punto su punto l’ipotesi di una fuga del leader. “Non è immaginabile Italia Viva senza Renzi. Tanto più che si tratta di un progetto politico che è nato da un suo input e costituito dalle persone che credono fortemente in questo progetto”. Un progetto e una prospettiva destinate ad alimentarsi dalla “Primavera delle idee”, dalla suola di politica e dalla Leopolda attesa per novembre.

Intanto Renzi ha concluso il suo primo dialogo con il neo segretario dem Enrico Letta. Al di là di convenire sulla necessità di procedere a tambur battente con la somministrazione dei vaccini, il punto di caduta è sempre legato alle alleanze. La grande incognita resta il Movimento 5 Stelle. “La differenza tra il Pd e Italia Viva – riprende Mor – è che loro immaginano un’alleanza strutturale con i grillini. Noi invece propendiamo per un allargamento del campo progressista, in chiave liberale”. Certo anche il deputato genovese conviene sulla necessità del dialogo. Sia col Pd, sia con il Movimento. “Il Partito democratico è la principale formazione del centrosinistra. Quindi è doveroso anzi auspicabile che ci siano dialogo e confronto continui”.

Sul Movimento ci si deve ragionare. Anche perché un conto è un’alleanza di governo e un conto è un’alleanza strutturale. “Per governare servono i voti, c’è poco da fare. Per intavolare invece un discorso più profondo, occorre che i grillini marchino una discontinuità rispetto al loro passato populista e statalista”. Quello di Mor, quindi, non è un no aprioristico. “Se i 5 Stelle saranno in grado di incardinarsi nei valori del centrosinistra, se ne potrà parlare seriamente. Anche se il nostro auspicio è che prevalga la componente liberale”.

A proposito di liberali, la questione legata ai rapporti fra Italia Viva e Forza Italia diventa pruriginosa. Specie dopo che il capogruppo in dei renziani a palazzo Madama si è speso apertis verbis per stringere un accordo con gli azzurri a Palermo. “Forza Italia ha sicuramente alcuni punti in comune con Italia Viva – riconosce Mor – tuttavia anche nei territori sostiene le amministrazioni di centrodestra. Gli azzurri sono parte integrante della coalizione che, comunque, noi avversiamo”. Non v’è dubbio, tuttavia, che la parte del centrodestra meno digeribile per Italia Viva sia la Lega. Anche adesso, nella grosse koalition che sostiene Mario Draghi.

“L’esecutivo – dice Mor – sta lavorando bene e su temi molto importanti. Per questo, a mio giudizio, avrebbe bisogno del più ampio consenso possibile. Specie quando si hanno davanti le sfide per traghettare il Paese fuori dalla crisi in cui è sprofondato a causa della pandemia”. Quindi “il gioco che sta facendo il leader del Carroccio Matteo Salvini, di stare con un piede dentro al governo e con un piede fuori, cercando di lucrare sui voti, mi pare francamente fuori luogo”.

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