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Screzi tra Pd e Salvini? Per Orsina il governo è al sicuro

Si respira aria pesante dalle parti di Montecitorio. Tra i partner di governo la frattura si consuma sul fronte dei diritti civili. Tra ddl Zan e zona rossa prolungata, Salvini alza il livello dello scontro. “Ma il governo durerà fino alle elezioni del presidente della Repubblica”

Nelle stanze dei bottoni, qualche cucitura rischia di saltare. Il punto, è capire qual è, realmente, la posta in gioco. In questi giorni gli strali tra il neo segretario del Partito Democratico Enrico Letta e il leader del Carroccio Matteo Salvini hanno caratterizzato l’altra faccia del dibattito pubblico. Fuori dall’emergenza, il Ddl Zan (sull’omotransfobia) e il relativo percorso parlamentare, continuano ad essere terreni minati. In più, dopo aver predicato discontinuità, Salvini si trova nella morsa delle decisioni del Governo (di cui il suo partito è parte integrante), che di fatto legittimano la linea della chiusura intrapresa da Conte. Su questo è stato il premier in persona a contenere le rimostranze del leghista e a ricondurlo a più miti consigli. Il malumore, dunque, continua a serpeggiare. Dunque la posta in gioco è la stabilità dell’Esecutivo? Per fare luce su questi coni d’ombra che rischiano di pesare sulla buona salute del Governo e, elettoralmente, sull’appeal del Carroccio, abbiamo chiesto un parere a Giovanni Orsina, storico e direttore della School of Government alla Luiss.

Professor Orsina, le divergenze tra il Pd e la Lega stanno emergendo inevitabilmente sulle questioni di carattere etico e sul fronte dei diritti. Sul Ddl Zan si gioca il futuro del Governo?

Su questo fronte non è impossibile che le frizioni tra i due partener di governo diventino rilevanti. E non sarebbe certo facile, nei fatti, accreditare la tesi che si tratti di un iter parlamentare a sé stante indipendente dagli equilibri della compagine governativa. Alla fine, per placare gli animi, potrebbe dover intervenire Mario Draghi.

Il terreno resta scivoloso

Sì, anche perché alla fine Draghi potrebbe trovarsi comunque costretto a prender posizione: anche lavarsene le mani lasciando la questione al parlamento sarebbe una scelta politica. In ogni caso, mi pare un motivo debole per aprire una crisi di Governo, in queste circostanze storiche, sia in una direzione sia nell’altra.

Anche i rapporti tra il premier Draghi e il leader del Carroccio, in questo periodo, non sono del tutto irenici. Sul fronte delle riapertura, è stata netta la presa di posizione di Salvini. Si potrebbe consumare uno strappo?

A mio modo di vedere, anche su questo fronte, bisogna mettere in fila una serie di elementi e separare l’interesse e i fini elettorali dalle contingenze legate al Governo. Mi sento di escludere al momento che Salvini possa strappare e fare un passo indietro, ritirando la Lega dalla maggioranza. Probabilmente si sarebbe aspettato da Draghi una linea di maggiore discontinuità rispetto al Conte Bis. Ma, a conti fatti, la situazione pandemica rimane grave e le scelte di Draghi risentono necessariamente di un indirizzo già preso in precedenza.

Sul fronte elettorale, questa cosa può generare problemi alla Lega?

Francamente non lo so. Questo Governo da un lato sulle chiusure generalizzate sta muovendosi nel solco tracciato dai giallorossi. Dall’altro ci sono anche diversi punti di discontinuità (dal piano vaccini alla rimozione di Domenico Arcuri in favore di Francesco Paolo Figliuolo) sui quali, presumo, il Carroccio cercherà di farà leva. Difficile prevedere come reagiranno gli elettori.

L’altra metà del cielo sta facendosi largo nel popolo del centrodestra. La sentinella dell’opposizione, Giorgia Meloni, miete preferenze. E Salvini lo sa. E’ possibile che compia un guizzo verso destra e crei un assetto alternativo che porti il Paese alle urne?

Nelle condizioni attuali mi sembra altamente improbabile. È vero che Salvini, come abbiamo visto, è capace di cambiare repentinamente direzione. Oggi però una manovra di questo tipo sarebbe assai difficile anche per lui. Ovvio, il ‘problema’ dei consensi della Meloni è più che reale. Ma ho l’impressione che Salvini cercherà di affrontarlo come sta facendo ora: restando al governo e cercando ovunque può di distinguersi. Due terzi in maggioranza e un terzo all’opposizione, per così dire.

Quindi, che scenario prefigura in termini di durata per questo esecutivo?

A oggi, mi sembra improbabile che Draghi non arrivi all’elezione del nuovo Capo dello Stato. Poi si vedrà.

Anche se Salvini e Letta litigano?

Eh, ma è normale, è – per così dire – il “minimo sindacale”: la democrazia e la politica devono proseguire anche ai temi del ‘Governissimo’. Letta sta ricompattando il Pd ricostruendone l’identità in chiave anti-Salvini. Salvini, come detto, deve distinguersi pur stando al governo. Rientra tutto nel gioco delle parti.

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