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Tutti in classe appassionatamente? La versione del preside Ciccotti

Potrebbe esser problematico il rientro a scuola al 100% degli alunni nelle ultime cinque settimane di lezione. I mezzi pubblici non ancora sufficienti e le aule non adeguate al numero degli allievi in distanziamento non garantirebbero una situazione di sicurezza sanitaria. In alcuni istituti ci sono di nuovo classi in quarantena, più di novembre 2020. Ecco il parere del saggista e preside Eusebio Ciccotti

È innegabile che i ristoratori, gli albergatori, gli operatori dello spettacolo, gli imprenditori dei diversi settori, stiano subendo un danno economico non indifferente a causa del Covid-19 e che, con le dovute cautele, si vada, per loro, verso una graduale e attenta riapertura delle attività, considerato il lieve miglioramento della crisi pandemica. Ma attuare il “tana libera tutti” per la scuola al 100% per le ultime cinque settimane, credo sia azzardato. Il rischio di un rimbalzo pandemico potrebbe originarsi dagli edifici scolastici o dalle aree intorno a questi. Inoltre l’operazione, agli occhi di qualcuno, potrebbe assumere un retrogusto dal sapore populista pre-elettorale.

6 CLASSI IN QUARANTENA

Non parlo per sentito dire, ma dopo essermi informato da chi si trova al “fronte”. Ossia dalle scuole dei miei colleghi. Osservando, anche, cosa accade a un polo liceale e tecnico di 1970 alunni che ho il piacere e la responsabilità, insieme ad altri soggetti giuridici, di monitore e “governare”. Da una settimana abbiamo ben sei (6) classi in quarantena (a novembre 2020 erano 3!). Ciò si è verificato qualche giorno dopo la diffusione della notizia che dal 26 aprile 2021, sarebbe arrivata la “liberazione di circolare”.

MEZZI PUBBLICI

Gli sforzi delle linee di trasporto pubbliche (Cotral e Ffss), ai fini dei collegamenti scolastici, per noi della provincia romana a ridosso della capitale, sono stati consistenti. Nonostante ciò, purtroppo, mi pare di capire che non sarebbe facile soddisfare tutta l’utenza al mattino e, poi, nel primo pomeriggio, per il rientro a casa. I mezzi pubblici a disposizione, che vanno riempiti a metà, incluse le vetture affittate da gennaio scorso dalle aziende di trasporto, non risultano sufficienti, dicono alcune Regioni. Lo posso confermare dal mio piccolo osservatorio. Quindi il rischio di contatti dovuti ad assembramenti e promiscuità, intorno alle fermate, nei pressi dei siti scolastici, come più volte scritto, è da prendere in seria considerazione.

LE AULE SONO LE STESSE DEL PERIODO PRE-COVID 19

Altro problema: la capienza aule. Coloro che intervengono nei dibattiti televisivi, o sui mezzi di informazione cartacea/digitale, dimenticano che la distanza tra i banchi, ora singoli, ha ridotto lo spazio a disposizione, rispetto alla classe a banco doppio. Dunque, il numero dei ragazzi in una classe nel rispetto della distanza di sicurezza (1 metro buccale) è diminuito. Se in una aula a norma (7 metri per 7 metri: e ne abbiamo pochissime!) ci “andavano”, con il banco doppio, in tempo di pre-Covid, sino a 28-30 alunni, e così sono state concepite le classi sino al primo settembre 2019 (classi ancora in essere) ora se ne possono ospitare 24, massimo 25. Quindi, scusate, per il momento, scordiamoci “tutti in classe”.

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