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Così si realizza uno spazioporto. Parla Latronico (Cascina Costruzioni)

Conversazione con Cosimo Latronico, presidente della Cascina Costruzioni, l’azienda a cui Aeroporti di Puglia ha affidato la realizzazione delle infrastrutture (piste e hangar) per lo spazioporto nazionale. Ieri sono terminati i lavori per rendere lo scalo di Grottaglie “un’infrastruttura tra le più importanti per il Paese”

Prende forma lo spazioporto di Taranto-Grottaglie. Ieri sono infatti terminati i lavori apportati dalla Casina Costruzioni insieme al consorzio Infratec, con la supervisione di Aeroporti di Puglia. Permetteranno allo scalo “Marcello Arlotta” di diventare “piattaforma logistica e integrata per lo sviluppo e certificazione di progetti di ricerca in ambito aeronautico e aerospaziale”. Ci sono i test sui droni, gli insediamenti produttivi presenti, a partire dal contributo di Leonardo al 787 di Boeing, ma soprattutto il progetto per lo spazioporto. Per capire come sono andati avanti i lavori, abbiamo raggiunto Cosimo Latronico, presidente della Cascina Costruzioni.

“Vorrei prima di tutto precisare che sono arrivato alla presidenza della Cascina Costruzioni da qualche mese, ereditando dunque questo progetto all’ultimo miglio”, ha esordito. Eppure, “da subito ho potuto però prendere atto della validità di un progetto che non riguarda solo lo scalo di Grottaglie, ma che si inquadra in una scacchiera più ampia, logistica e spaziale”. Poi, ha aggiunto, “spetterà al decisore pubblico stabilire quale vocazione assegnare allo scalo”.

Intanto, Casina Costruzioni è “orgogliosa di ciò che ha realizzato”, a partire dalla nuova pista di rullaggio, “con tutte le tecnologie connesse”, e dall’ampliamento del piazzale di stazionamento degli aeromobili. L’azienda ha inoltre condotto opere di sistemazione idraulica, volte alla regimentazione, allontanamento e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento delle superfici pavimentate impermeabili. Così, ha spiegato Latronico, “ci sono ora tutti i presupposti per un contenitore importante”. Come riempirlo, ha notato, “spetterà alle scelte del decisore regionale, nazionale ed europeo”, per “un’infrastruttura importante per tutta la dorsale ionica”. E così, “crediamo fortemente nel valore dell’aeroporto e dei progetti di sviluppo futuri che lo qualificheranno come hub per il traffico merci nel Sud d’Italia, la sua funzione logistica e i primi viaggi nello spazio”.

Tutti gli occhi sono difatti puntati sull’ambizione spaziale di Grottaglie. A ottobre è arrivato il regolamento dell’Enac per rendere spazioporto nazionale lo scalo gestito da Aeroporti di Puglia, società presieduta da Tiziano Onesti che allora ci spiegava le ambizioni per “una Houston italiana”. Un progetto “di sistema”, con tanti attori coinvolti (dall’Enac al Mit), e altrettanti interessati alle applicazioni possibili, dal turismo spaziale fino all’accesso alle orbite per piccoli satelliti.

Ma come ha funzionato il sistema? “Ha funzionato – ci ha spiegato Latronico – e ciò è di buon auspicio per ciò che potrebbe ulteriormente accadere”. Difatti, ha rimarcato “l’autorità appaltante (Aeroporti di Puglia, ndr) ha fatto da collettore di tutte le altre autorità; noi siamo stati semplici esecutori, e non abbiamo trovati particolari difficoltà”.

Ciò consolidata la vocazione della Puglia a regione aerospaziale. È una vocazione “che si è consolidata da diversi anni”, ha ricordato il presidente della Cascina Costruzioni, con un passato da onorevole comprensivo della partecipazione all’Intergruppo parlamentare per lo Spazio. In ogni caso, “anche senza voler scomodare lo spazio, la vocazione aeroportuale è indubbia; parliamo di una tra le infrastrutture più importanti del Paese, con una delle piste più grandi d’Europa”. Inoltre, ha concluso, “parliamo di Taranto, centro logistico nel Mediterraneo che può avvalersi di queste infrastrutture per tutta una serie di usi”.

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