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L’Italia dello Spazio suoni come un’orchestra. Il punto di Tabacci, Profumo e Saccoccia

Bruno Tabacci, Giorgio Saccoccia e Alessandro Profumo. Cosa hanno detto nell’apertura del workshop organizzato dall’Asi e dedicato al satellite Prisma, il precursore tutto italiano dell’osservazione della Terra in modalità “iper-spettrale”

Un’orchestra spaziale che suoni all’unisono, tra istituzioni, industria e ricerca, così da preservare il ruolo italiano di “potenza spaziale” nel contesto di riforma della governance europea. È l’immagine scelta da Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle politiche spaziali, che oggi ha partecipato al workshop organizzato dall’Agenzia spaziale italiana: “Prisma, l’impronta della Terra e i suoi cambiamenti”. Una due-giorni realizzata con il supporto del Cnr, del Dipartimento della Protezione Civile, dell’INGV, dell’ISPRA, di Leonardo, del ministero della Difesa, di Planetek Italia e dell’Università Milano-Bicocca, a testimonianza di un approccio davvero “sistemico”.

“UN’ORCHESTRA SPAZIALE”

“Io penso che il lavoro da fare è far sì che l’intera filiera sia coinvolta in maniera positiva, sapendo che come l’Asi può rappresentare il braccio operativo del servizio pubblico”. Poi, “ci deve essere un ruolo per gli attori privati che hanno investito”, e che desiderano “avere un ritorno”. Il tutto, ha aggiunto Tabacci, “deve essere un’orchestra che funziona”, approccio su cui si inserisce “una possibile azione di governo, in un contesto europeo che è protagonista in questo comparto”. D’altra parte, ha aggiunto, “l’aerospazio è sempre più centrale nella competizione globale e ha ricadute di grande rilievo in moltissimi ambiti della vita economica e sociale del nostro Paese, come di tutti i 22 Paesi Esa”.

L’AGENDA 2025 DELL’ESA

Circa le priorità della sua azione, è “fondamentale è quella che riguarda il ruolo che l’Italia dovrà ritagliarsi nel dibattito sull’Agenda Esa 2025”, la visione strategica presentata la scorsa settimana dal direttore generale dell’agenzia, Josep Aschbacher, che Tabacci ha già incontrato. È su questo, ha detto il sottosegretario, “che si gioca il futuro dell’aerospazio per l’Europa e per il nostro Paese, che ha meritato negli anni l’ingresso nel club ristretto dei leader mondiali del settore e deve continuare a farne parte”.

IL CONTRIBUTO DELLO SPAZIO

Anche perché il settore è sempre più fondamentale per la vita sulla Terra, compresa l’attesa ripartenza economica post-Covid. “Crediamo fortemente che grazie all’economia legata all’osservazione della Terra si possano creare importanti nuove opportunità economiche e di sviluppo di occupazione, e stiamo lavorando proprio su questo”, ha spiegato Giorgio Saccoccia, presidente dell’Asi, nel suo intervento. “Il governo – ha rilanciato – sicuramente punterà su questo come uno strumento anche in ambito Pnrr”, su cui l’agenzia ha (non a caso) già presentato le proprie proposte oltre a quanto previsto nella bozza (900 milioni per il settore dell’Osservazione della Terra. Saccoccia ha fatto particolare riferimento al segmento downstream, quello dei servizi generati a terra: “sicuramente il nostro Paese ha un enorme potenziale di crescita”.

IL “SIMBOLO PRISMA”

È il caso di Prisma, il “Precursore iperspettrale della missione applicativa” dell’Asi, il satellite in orbita da marzo 2019, che guarda la Terra con “occhi diversi” grazie a una innovativa strumentazione elettro-ottica. “Dal punto di vista simbolico – ha detto Saccoccia – rappresenta quello che è il modo di pensare di chi si occupa di spazio e anche molto vicino all’approccio italiano: non fermarsi alla superficie delle cose, alla forma solo di quello che si osserva ma guardare alla sostanza, ai contenuti e guardare in profondità”. È “proprio quello che fa Prisma”, ha rimarcato il presidente dell’Asi, “che con uno sguardo riesce a ricavare centinaia di immagini in frequenze diverse proprio per poter guardare alla composizione della regione della Terra che sta osservando e derivare informazioni che servono poi a stimolare delle ricadute e dei ritorni molto vasti”. Di più: “il satellite Prisma rappresenta uno strumento importante per la ripresa dell’economia ed è anche un esempio virtuoso del coinvolgimento e della collaborazione dell’intera filiera industriale italiana, fatta di grandi, piccole e medie imprese, che vanno dal prime contractor OHB Italia, a Leonardo, responsabile dello strumento, Thales Alenia Space e Telespazio fino alle tante startup che sono e saranno coinvolte nei servizi di precisione che scaturiranno dai dati prodotti dal satellite”.

IL RUOLO DELL’INDUSTRIA

Nell’orchestra descritta da Tabacci, ha difatti un ruolo di primo piano l’industria, rappresentata al workshop tra gli altri da Alessandro Profumo, ceo di Leonardo: “Grazie agli investimenti fatti per Prisma, l’industria spaziale italiana è in una posizione di primato nell’iperspettrale”. Prisma, ha rimarcato il manager, “ci ha permesso di consolidare le nostre capacità in tecnologie strategiche di eccellenza assoluta, come i trattamenti ottici speciali, che consentono agli strumenti di raggiungere prestazioni senza pari, resistendo alle temperature estreme tipiche dell’ambiente spaziale”. Non è però “l’unica tecnologia in cui il nostro Paese eccelle”. L’iperspettrale “integra e completa il portafoglio di competenze, capacità e prodotti di Leonardo, già leader nell’osservazione radar con la costellazione Cosmo-SkyMed”.

IL VALORE DELLA COLLABORAZIONE

E poi, ha notato Profumo, “anche l’osservazione ottica ad alta definizione vedrà presto nell’Italia un attore di primo piano, grazie al programma di sviluppo del Comint; senza dimenticare la leadership negli strumenti elettro-ottici come laser e radiometri, concepiti e realizzati nei nostri siti di Pomezia e Campi Bisenzio”. C’è poi la dimensione europea: “L’Esa ha scelto Leonardo per lo sviluppo di componenti fondamentali dello strumento iperspettrale di Chime”. È “la nuova sentinella di Copernicus, l’ambizioso piano messo a punto dall’Esa con il contributo determinante dell’Italia – ha concluso Profumo – che ci vede player di primo piano nello sviluppo di questa infrastruttura globale multi sensore, che permette il monitoraggio continuo del pianeta in ogni luogo ed in ogni condizione”.



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