Successo per la diciottesima missione di Vega. Il vettore made in Italy è tornato al volo dopo il fallimento di novembre, confermando la capacità di lancio multipla per satelliti di piccole dimensioni. Partito dalla Guyana francese, ha condotto in orbita sei satelliti, tra i quali quattro cubesat. Si attende il debutto della nuova versione, Vega C
Missione compiuta per Vega, il piccolo lanciatore made in Italy realizzato da Avio a Colleferro. Puntuale, poco prima della 4 italiane di questa mattina, il vettore ha acceso i motori sulla rampa di lancio della base di Kourou, in Guyana francese. In poco più di un’ora e quaranta minuti ha portato a termine la missione, collocando in orbita ben sei satelliti di diverse dimensioni. Si attende entro l’estate il prossimo volo, in attesa di lasciare il campo a Vega C, la futura evoluzione del lanciatore europeo.
IL RITORNO AL VOLO
“Siamo orgogliosi del grande lavoro di squadra che ha portato a questo volo, e desidero ringraziare tutto il team e i nostri partner per il lavoro fatto in questi mesi affinché Vega potesse tornare a volare con successo”, ha detto Giulio Ranzo, ad di Avio. D’altra parte, il successo di questa notte segue il fallimento dello scorso novembre, quando un’inversione dei comandi elettromeccanici segnò la fine prematura della missione e la perdita dei due payload, un satellite francese e uno spagnolo. Due mesi prima, a settembre, Vega aveva invece segnato il record europeo riuscendo a portare in orbita ben 53 satelliti con un colpo solo grazie al nuovo dispenser Ssms. Anche quella missione era stata però complicata, prevista inizialmente a marzo 2020, rinviata di tre mesi a causa del Covid-19, poi fermata tre volte per i forti venti in quota e dalla successiva attesa di diverse settimane per ricaricare le batterie.
Separation confirmed for our main passenger #PléiadesNeo ?️@Avio_Group @AirbusSpace @esa @esa_sts @vega_sts @CNES pic.twitter.com/T6CnWOwpDH
— Arianespace (@Arianespace) April 29, 2021
LA MISSIONE
Tutto è andata liscio per la missione VV18. A bordo, lo spazio maggiore (con una massa al lancio di 920 chilogrammi) era occupato da Pléiades Neo 3, il primo satellite dell’omonima costellazione finanziata e realizzata da Airbus per l’osservazione della Terra con precisione di 30 centimetri. Ha avuto cinque compagni di viaggio più piccoli: il microsatellite norvegese d’osservazione Norsat-3, e quattro cubesat per tre operatori, EutelSat, NanoAvionics e Spire. Per la missione di “ride-share”, sono stati dispiegati con tre “deployers” integrati sul modulo Hexa. Insieme all’Ssms, si punta a intercettare i bisogni del mercato in un settore sempre più competitivo, puntando al segmento in maggiore espansione: quello dei satelliti di piccole dimensioni.
LA TENACIA
“Nonostante un anno durissimo, funestato dal Covid – ha aggiunto Ranzo – Avio ha dimostrato resilienza e tenacia, come risulta anche dai risultati d’esercizio 2020 e dalla chiusura di contratti a lungo termine per il futuro Vega C”. Lo scorso mese, durante la vista del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire al Mise di Giancarlo Giorgetti, l’ad di Avio ha siglato con il collega Stephane Israel di Arianespace (la società francese che commercializza i vettori spaziali europei) un contratto per la fornitura di dieci Vega C, con opzione per altri quattro. Saranno forniti nel periodo 2023-2024 e usati per lanci “istituzionali”, per il programma Ue Copernicus di osservazione della Terra, e per altre esigenze dell’Esa e dell’Asi.
E IL DEBUTTO?
Insieme ad Ariane 6, il Vega C andrà a costituire la nuova generazione di vettori europei, chiamata al difficile compito di competere con i campioni americani (SpaceX in testa) e l’ascesa cinese. Entrambi i vettori europei saranno spinti in orbita dal motore P120C a combustibile solido, co-sviluppato da ArianeGroup e Avio tramite la joint-venture Europropulsion e finanziato dall’Esa. Nel frattempo, il suddetto incontro al Mise ha segnato l’avvio di un tavolo con la Francia per il futuro dei lanciatori europei, in cui coinvolgere anche la Germania. È il “tavolo a tre gambe” spiegato dal sottosegretario Bruno Tabacci, utile all’Italia per riequilibrare i rapporti di forze in sede europea.