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Biden e Putin si vedranno a Ginevra. I temi, le polemiche e le sfide del primo incontro

Confermato il faccia a faccia tra Biden e Putin. Data: 16 giugno. Luogo: Ginevra. Temi: tanti, con i due leader che vedono il mondo in modo diametralmente opposto e spesso si sono scontrati retoricamente

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, incontrerà l’omologo russo, Vladimir Putin, il 16 giugno a Ginevra, in Svizzera. Sarà il primo faccia a faccia tra i due, dopo che l’americano aveva annuito pubblicamente a un intervistatore che chiedeva malizioso se il russo fosse un killer; e dopo diversi passaggi tesi tra Mosca e Washington in questi primi quattro mesi di presidenza del democratico.

L’amministrazione Biden individua nel rispetto dei diritti civili e umani (semplificando: democratici) un catalizzatore della propria proiezione geopolitica, in grado di consolidare l’alchimia delle relazioni transatlantiche. Elemento centrale per interpretare la postura americana nei confronti della Russia putiniana, con lo Zar che del superamento dei diritti individuali dei cittadini russi ha fatto un vettore per tenersi attaccato al potere.

Temi che saranno difesi dall’americano nel suo primo viaggio all’estero, al G7 in Cornovaglia, dall’11 al 13 giugno, e poi nel prolungamento verso Bruxelles – dove il 14 parteciperà al vertice della Nato e al vertice Usa-Ue. “I due leader discuteranno un’ampia gamma di questioni urgenti, mentre cercheranno di ristabilire la stabilità e prevedibilità delle relazioni tra Russia e Stati Uniti”, scrive in uno statement inviato ai giornalisti la Casa Bianca, inquadrando il campo dell’incontro con Putin che arriverà a valle dei meeting con i principali alleati statunitensi.

Lunedì 24 maggio, i due consiglieri per la sicurezza nazionali di Usa e Russia hanno avuto un approfondito colloquio sul perimetro del faccia a faccia tra leader. In una dichiarazione congiunta, i due hanno scritto che le discussioni si sono svolte in modo costruttivo e, nonostante le notevoli differenze, [il colloqui] ha permesso una migliore comprensione delle reciproche posizioni”.

“Stiamo premiando Putin con un vertice? Putin ha imprigionato Alexei Navalny e il suo burattino Alexei Lukashenko ha dirottato un aereo per catturare Roman Protasevich. Invece di trattarlo come un gangster che spaventa i suoi cittadini gli stiamo dando il suo prezioso gasdotto Nord Stream 2 e legittimando le sue azioni con un summit. Questo è [da] deboli”, commenta Ben Sasse, senatore repubblicano dal Nebraska, membro di minoranza del Select Committee sull’Intelligence, critico di Donald Trump (anche per le sue posizioni troppo aperte a Putin), tra i sei senatori repubblicani che hanno votato per condannare Trump il 13 febbraio 2021.



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