Il premier libico dopo l’Italia visiterà anche Parigi e Algeri. Il tutto mentre Haftar organizza una parata militare con l’obiettivo (anche) di smentire le notizie sulla sua salute
Il premier del governo di unità nazionale libico, Abdulhamid Dabaiba, non andrà alla parata militare che il generale libico, Khalifa Haftar, sta preparando a Bengasi. Pur senza rispondere ufficialmente, il capo del governo libico ha declinato l’invito che gli era stato rivolto dall’uomo forte della Cirenaica a partecipare all’evento, allungando il suo viaggio all’estero che avrà inizio domenica sera con l’arrivo a Roma. Il portavoce ufficiale del primo ministro libico, Mahmoud Hamouda, ha riferito a “Formiche.net” che Dabaiba non si limiterà a visitare l’Italia, per un colloquio con Mario Draghi e la firma di alcuni memorandum d’intesa, ma proseguirà il suo tour all’estero andando anche a Parigi e poi ad Algeri.
Anche il presidente del Consiglio di presidenza libico, Mohammed al-Menfi, ha deciso di declinare l’invito, ed andrà in Tunisia dal 29 al 31 maggio. Il paese vicino è molto legato alla Libia soprattutto dal punto di vista economico, come ha spiegato “Formiche.net”, non solo per gli scambi commerciali ma per il fatto che la Banca centrale di Tunisi godrà dell’apertura di un deposito bancario dalla Libia di un miliardo di euro, a sostegno della stabilità della sua economia.
Intanto, mentre a Tripoli i vertici del Consiglio di presidenza e del governo sono impegnati nei preparativi dei loro viaggi all’estero, a Bengasi fervono quelli per una parata militare che dovrà celebrare il settimo anniversario dell’avvio dell’Operazione Dignità.
https://twitter.com/Libya_OSINT/status/1397652475402932227?s=20
I media arabi hanno rivelato che il generale Haftar ha invitato il presidente del Consiglio presidenziale, Muhammad Al-Menfi, e il presidente del governo di unità nazionale, Abdulhamid Al-Dabaiba, a partecipare alla parata militare che si terrà nella base aerea di Benina. L’invito includeva anche il presidente del parlamento, Aguila Saleh. Il testo dell’invito è arrivato con un messaggio unico diffuso sui social: “Siamo lieti di invitare il Presidente del Consiglio di Presidenza, il Presidente e membri del governo, e il Presidente del Parlamento, a partecipare alla parata militare tenutasi presso la base militare di Benina il 29/5/2021”.
Questo messaggio però ha anche il ruolo di smentire le voci diffuse nei giorni scorsi dai media arabi filo-qatarioti su un deterioramento dello stato di salute di Haftar, provato dal fatto che questa parata, prevista per il 16 di maggio, era stata rinviata più volte. L’evento includerà un’esibizione militare di armi moderne, inclusi carri armati, lanciarazzi e aerei di fabbricazione russa, oltre alla visita di un’ala speciale all’interno della base aerea con un’esposizione di una serie di droni.
https://twitter.com/Libya_OSINT/status/1397790180476608517?s=20
https://twitter.com/Libya_OSINT/status/1396876374493835272?s=20
L’uomo forte della Cirenaica non ha però seguito da vicino i suoi preparativi ed ha delegato i suoi figli, Saddam e Belkacem. Per questo il giornale filo qatariota “Al-Arabi Al-Jadeed” sosteneva che le ragioni dell’assenza di Haftar erano legate al suo ricovero in un ospedale militare egiziano dopo aver subito un problema di salute, sottolineando che aveva iniziato a riprendersi, e che le sue condizioni ora sono stabili e potrebbe lasciare l’ospedale entro pochi giorni.
A Tripoli però i preparativi della parata militare di Haftar non sono passati inosservati. Se il mondo politico resta in silenzio non fa altrettanto quello delle milizie. Il portavoce dell’operazione “Vulcano di Rabbia”, Abdul Malik Al-Madani, ha annunciato che sta organizzando un importante parata militare il 4 giugno nella capitale, per celebrare la vittoria sulle forze di Haftar nella loro offensiva per il controllo della Libia occidentale avvenuta nel 2019. Mentre la diplomazia e il mondo politico lavorano per portare il paese alle elezioni del 24 dicembre prossimo, i due fronti opposti proseguono i preparativi in vista di un possibile nuovo conflitto.