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La Difesa europea si ritrova (ancora) a Lisbona. Il vertice con Guerini

A distanza di poco più di un mese, i ministri della Difesa dell’Ue sono tornati a Lisbona per discutere di partenariati con i Paesi africani e di “Strategic compass”, l’attesa bussola strategica per l’Ue. Con Lorenzo Guerini e colleghi c’erano l’Alto rappresentante Josep Borrell, il generale Claudio Graziano, presidente dell’Eumc e Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, in vista del vertice di Bruxelles

Per una vera Difesa europea servono vere capacità. È il messaggio arrivato oggi da Lisbona, dove, a poco più di un mese dal precedente incontro, si sono nuovamente ritrovati i ministri della Difesa dell’Ue per discutere soprattutto di operazioni e di “Strategic compass”, l’attesa bussola strategica che dovrà mettere a sistema interessi e obiettivi, tutto per un’azione esterna più efficace.

Con Lorenzo Guerini e colleghi c’erano l’Alto rappresentante Josep Borrell e il generale Claudio Graziano, presidente del Comitato militare dell’Ue. Ieri, alla cena di lavoro ha partecipato anche Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, per discutere della collaborazione tra le due organizzazioni (ed evitare duplicazioni). Oggi, in videoconferenza, è intervenuto poi il commissario al mercato interno Thierry Breton, che ha la responsabilità sui 7,9 miliardi di euro dell’Edf, il nuovo fondo che finanzierà le “capacità”, altro tema al centro del vertice portoghese.

LA BUSSOLA STRATEGICA

Con lo Strategic compass l’Ue punta a mettere un “cappello strategico” per le varie azioni già in campo: l’Edf, la Pesco e Card, cioè la revisione coordinata annuale incentrata sulle capacità, pubblicata nella sua prima edizione dall’Eda lo scorso novembre (qui il focus). Per questo, a giugno 2020, il Consiglio dell’Ue ha invitato formalmente l’Alto rappresentante a sviluppare insieme agli Stati membri un documento per guidare l’attuazione del livello di ambizione dell’Europa discendente dalla Strategia Globale del 2016. Invito accompagnato da indicazioni specifiche per definire linee politiche e obiettivi della politica comune su quattro domini: gestione delle crisi, sviluppo delle capacità, resilienza e partenariati (questo coordinato dall’Italia).

LE CAPACITÀ

Oggi a Lisbona si è parlato del dominio dedicato alle capacità. “Solo capacità militari tecnologicamente performanti e la volontà di impiegarle nell’interesse della sicurezza consentiranno all’Ue di porsi quale attore geopolitico credibile”, ha detto Guerini. Per le capacità c’è ora l’Edf. Per la volontà invece occorre comunanza di vedute, obiettivo della nuova “bussola strategica”. Urge un’accelerazione sul tema, ha rimarcato il generale Graziano, così da definire i requisiti capacitivi per colmare i gap sul “Full spectrum force package”.

TRA UE E NATO

Lo Strategic compass è stato nell’agenda dei vari incontri di Guerini degli ultimi mesi. Ad aprile, a Parigi, ne ha parlato con Florence Parly, in vista del semestre di presidenza francese dell’Ue, specificando che “in tutto il processo di definizione dello Strategic compass il legame transatlantico rimane centrale per l’Italia” (specifica importante vista l’interpretazione radicale dei francesi di “autonomia strategica europea”). Ne ha parlato nelle stesse settimana con l’omologa tedesca Annegret Kramp-Karrenbauer, riscontrando una linea comune tra il potenziamento della Difesa comune europea e quelli in atto nel contesto Nato. L’Alleanza Atlantica è alle prese con il processo di riflessione strategica Nato2030, che Jens Stoltenberg presenterà ai capi di Stato e di governo il prossimo 14 giugno a Bruxelles. In preparazione del vertice, martedì prossimo, il segretario generale presiederà due ministeriali, Esteri e Difesa, in un solo giorno. Intanto ieri, Stoltenberg ha detto che tra Ue e Nato si sono raggiunti livelli di cooperazione “senza precedenti”. Eppure, “credo che dobbiamo fare di più”, per esempio “sul tema della resilienza, sull’impatto del cambiamento climatico sulla sicurezza e sull’ascesa cinese”.

L’IMPEGNO ITALIANO

Tra gli obiettivi italiani, tanto in sede Ue, quando nel contesto Nato, c’è una maggiore attenzione della comunità euro-atlantica al “fronte sud”, alla stabilizzazione della Libia e dell’intero nord Africa, con lo sguardo proteso verso il Sahel. L’Italia lavora per riuscire a coordinare l’azione europea, tra gli impegni militari (tra cui spicca il via alla task force Takuba in Sahel) e quelli diplomatici. Mentre Guerini era a Lisbona, il collega Luigi Di Maio si trovava oggi a Tripoli, accompagnato dall’omologo maltese e da un delegazione dell’Ue. Lo stesso Guerini (che la scorsa settimana era in Mali e Niger) ha parlato ieri con l’omologo della Tunisia, Brahim Bartagi, tra cooperazione militare, crisi libica e sicurezza nel bacino Mediterraneo.

LA MISSIONE IRINI

Per la Libia, “priorità” dell’azione italiana, oggi a Lisbona si è parlato della missione EuNavForMed-Irini, al comando dell’ammiraglio Fabio Agostini. L’Italia continua a promuovere un suo rafforzamento, sia di assetti, sia di compiti, integrando al controllo dell’embargo di armi l’attività di addestramento per la Guardia costiera e la Marina libica, anche per erodere il ruolo acquisito su questo dalla Turchia. Oggi il tema è stato trattato a Lisbona insieme alle altre missioni dell’Ue in Africa. “Ho informato i ministri sulla preparazione di una possibile missione militare di addestramento in Mozambico”, ha spiegato Josep Borrell, rilanciando così l’interesse storico della presidenza di turno (portoghese) per il supporto al Paese africano. “La discussione con le autorità locali va avanti per definire le modalità della missione”, ha aggiunto l’Alto rappresentante. In Mali, dopo il secondo colpo di Stato in nove mesi, la situazione resta “volatile”, ma al momento è confermata la training mission europea.

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