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L’industria europea all’Europa. Lo scudo contro le scalate straniere

In occasione della revisione della strategia industriale europea il commissario Vestager presenta una proposta di legge per proteggere le grandi aziende dell’Ue da ospiti poco graditi. Per entrare nel capitale di imprese sopra il mezzo miliardo di fatturato servirà l’ok dell’Antitrust

Basta con i predoni, con le scorribande e con i corsari dell’industria. La Commissione europea scende in campo contro le scalate delle aziende extra Ue con una proposta di legge annunciata dalla vicepresidente Margrethe Vestager. Si tratta in sostanza di uno scudo contro possibili offensive di imprese non europee. Impossibile non pensare alla Cina e alla sua sempre più marcata inclinazione all’aggressione di grandi imprese e infrastrutture strategiche nazionali.

E poi, secondo l’ultima indagine della stessa Commissione europea, l’Ue è costretta oggi a importare ben 137 prodotti essenziali. Molti sono prodotti in Cina. Troppo. Forse è ora di cambiare registro. E l’occasione è la revisione della strategia industria europea, che mira a ridurre la dipendenza dell’Ue dai Paesi terzi, il cui velo è stato alzato dalla stessa Vestager e alla quale, collateralmente, è stata allegata la proposta di legge in questione.

Progetto che prevede, nella sostanza, che le aziende che ricevono oltre 50 milioni di euro di sovvenzioni estere e cercano di rilevare attività in Ue per oltre 500 milioni di euro o partecipare a contratti d’appalto da almeno 250 milioni di euro debbano notificare l’operazione a Bruxelles e ottenere la sua approvazione, da parte dell’Antitrust. Uno scudo in piena regola che renderà più difficile per i predatori stranieri azzannare le imprese del Vecchio Continente. Se la legge paserà, le operazioni che rientrano nelle soglie stabilite dall’Ue dovranno essere notificate in anticipo all’Antitrust, che aprirà un’indagine. In attesa dell’esito del riesame, le acquisizioni non potranno essere completate e il contratto d’appalto non potrà essere aggiudicato all’offerente.

Le società che non rispetteranno l’obbligo di notifica o le norme antitrust Ue, portando ad esempio avanti l’operazione senza avere ottenuto l’approvazione di Bruxelles, potranno vedersi infliggere multe fino al 10% del fatturato. Per questo, nel suo disegno di legge, Bruxelles propone anche l’introduzione di uno strumento generale di indagine per valutare altre situazioni in cui vi sia il sospetto che una sovvenzione estera possa distorcere il mercato interno e falsare la concorrenza, come investimenti greenfield o concentrazioni e appalti al di sotto delle soglie di notifica. In questi casi, l’Antitrust Ue avrà il potere di avviare indagini d’ufficio e richiedere notifiche ad hoc.

“Per più di sessant’anni, abbiamo avuto un sistema di controllo degli aiuti di Stato per prevenire gare di sussidi tra gli Stati membri. E oggi stiamo adottando una proposta per contrastare anche i sussidi esteri che ledono l’integrità europea. E’ tanto più importante garantire condizioni di parità in questi tempi difficili, per sostenere la ripresa dell’economia dell’Ue”, ha chiarito Vestager. Perché, “quando apri la tua casa agli ospiti, ti aspetti che rispettino le regole della casa. Questo deve essere anche il caso del mercato interno. Nel 2019, più di 7 trilioni di euro di investimenti diretti esteri sono entrati sul territorio europeo. L’apertura del mercato unico è la nostra più grande risorsa. Ma l’apertura richiede correttezza”. Da oggi, forse, sarà così.


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