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Perché la liaison Germania-Nordafrica sull’idrogeno fa comodo anche all’Italia

Berlino si sta muovendo molto attivamente nella geopolitica dell’idrogeno anche al fine di fare da controcanto alla fortissima presenza cinese in quell’area

La Germania si sta muovendo molto attivamente in Nordafrica nella geopolitica dell‘idrogeno: si tratta di un’interessante opportunità anche per l’Italia. Lo dimostra ulteriormente un accordo raggiunto alcuni mesi fa con la Tunisia, che potrebbe mutare i rapporti di forza (non solo in quell’area) sul tema così strategico come l’idrogeno e la relativa importazione che avverrebbe via tubi. Energia e alleanze vanno sempre di più a braccetto.

BERLINO-TUNISI

Il governo tedesco ha assegnato un gettone da 30 milioni di euro alla Tunisia per costruire un’alleanza sull’idrogeno verde (Power-to-X) con Tunisi. La decisione è il frutto del memorandum d’intesa (MoU) siglato dal ministro dell’energia e delle miniere Saloua Sghaier e dal segretario di Stato parlamentare del ministro federale per la cooperazione e lo sviluppo economico (BMZ) Norbet Barthle. Perché la Tunisia? Il paese noradfricano ha mostrato uno spiccato potenziale per essere produttore top di idrogeno verde, viste le sue abbondanti risorse di energia rinnovabile. Non solo transizione ecologica, ma ponte “green” tra i due paesi con tutto ciò che ne consegue per le infrastrutture (anche italiane) che dovranno convogliare l’idrogeno dal Mediterraneo meridionale al centro dell’Europa.

Non solo il settore rappresenta una vera e propria nicchia emergente in Europa, ma in questo modo la Tunisia può, da un lato, accreditarsi come giacimento interessante e, dall’altro, allacciare nuove relazioni internazionali in chiave geopolitica. Secondo Berlino in gioco c’è anche una maggiore neutralità climatica, oltre che nuove prospettive economiche visto e considerato che l’idrogeno verde andrà esportato anche in Europa.

STRATEGIA

La Germania è così presente nel dossier europeo energetico in quella fascia di nordafrica sempre più al centro delle dinamiche internazionali, dal momento che la partnership è attiva anche con il Marocco, anche al fine di essere player attivo e alternativo allo strapotere cinese, proprio mentre si intensificano le interconnessioni elettriche attraverso il Mediterraneo. Macro obiettivo è favorire un mercato elettrico integrato. Il Marocco e la Tunisia quindi hanno le carte in tavola per diventare “partner verdi” ufficiali dell’Ue visto che l’idrogeno e i combustibili elettrici prodotti con l’idrogeno stanno attualmente sollevando grandi aspettative come forma di energia in vari settori come mobilità e riscaldamento. L’istituto di ricerca Fraunhofer IEG inoltre ha suggerito che la Germania dovrebbe assumere un “ruolo pionieristico” nello sviluppo di garanzie di origine per l’idrogeno verde.

NRL PER LA TRANSIZIONE TEDESCA

Il dado è tratto anche in chiave interna. Il principe dei funzionari del ministero dell’Economia e dell’Energia, Thorsten Herdan, ha dichiarato che entro 60 giorni verrà pubblicata la seconda call pubblica per progetti qualificati legati all’idrogeno. Si tratta di campi di prova, che diventeranno una base permamente della transizione energetica e della politica di ricerca attuata dal governo, in primis nelle aree di Amburgo, Schleswig-Holstein e Meclemburgo-Pomerania occidentale. La dimostrazione plastica di quanto il governo tedesco scommetta sull’idrogeno si ritrova nelle parole del ministro federale dell’Economia e dell’Energia Peter Altmaier: “L’idrogeno verde sarà necessario in quantità impossibili da concepire”. L’occasione era l’inaugurazione del campo NRL composto da 25 progetti per un investimento totale da 300 milioni di euro.

NRL prevede piani per otto elettrolizzatori con una capacità di elettrolisi totale di 42 MW. Ciò consentirà ai forti venti del nord di essere utilizzati dall’industria, incluso il più grande produttore di rame europeo Aurubis, con sede ad Amburgo. Inoltre secondo i dirigenti di NRL la Germania dovrebbe prima costruire la sua industria dell’idrogeno su larga scala, e poi pensare alle importazioni.

twitter@FDepalo



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