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Gli Usa non compreranno la Groenlandia ma… Cosa ha detto Blinken

Il segretario di Stato americano scherza su un incidente diplomatico creato da Trump nel 2019, ma ha chiara l’importanza delle relazioni Usa-Groenlandia per il controllo dell’Artico

Il segretario di stato americano, Antony Blinken, ha confermato che l’America non vuole più comprare la Groenlandia. Blinken ha visitato il territorio autonomo danese al termine di un viaggio di quattro giorni che includeva una riunione dei ministri degli Esteri dei Paesi affacciati sull’Artico. Riunione a latere della quale ha anche incontrato l’omologo russo, con il quale si è anche parlato del summit tra Joe Biden e Vladimir Putin che dovrebbe svolgersi a metà giugno.

“Sono in Groenlandia perché gli Stati Uniti apprezzano profondamente la nostra partnership e vogliono renderla ancora più forte”, ha detto ai giornalisti Blinken, sottolineando in forma ironica che non era lì per acquistare il Paese. La boutade diplomatica richiama un cambiamento di policy contro un’uscita dell’ex presidente Donald Trump.

Alla domanda se gli Stati Uniti avessero definitivamente escluso qualsiasi progetto di acquisto della Groenlandia, Blinken ha risposto con un sorriso: “Posso confermare che è corretto”. Trump aveva annunciato nell’agosto 2019 che stava valutando l’acquisto di quel territorio artico — che è un quarto delle dimensioni degli Stati Uniti.

La proposta di Trump, definita “assurda” dal governo danese, aveva provocato un disastro diplomatico. Poi, l’anno scorso, gli Stati Uniti hanno riaperto un consolato nella capitale della Groenlandia, Nuuk, e hanno promesso 12 milioni di dollari in aiuti per progetti civili.

“Vorremmo trovare modi per rafforzare ancora di più il rapporto commerciale”, ha detto Blinken. Mentre il nuovo primo ministro della Groenlandia, Mute Egede, salito al potere ad aprile, si è detto “convinto che questo decennio sarà l’inizio di una nuova era nelle relazioni tra i nostri Paesi”. Si parla da tempo di un accordo di libero scambio.

Il governo di sinistra, che ha vinto elezioni parlamentari anticipate il mese scorso, è alleato di un piccolo partito indipendentista, Naleraq, che si è dimostrato molto favorevole a ricucire i legami con gli Stati Uniti.

La Groenlandia è un nodo importante di una strategia più ampia: l’Artico. Per questo Washington intende tenere buone le relazioni. Gli Usa sono impegnati nel controllo del passaggio a Nordest. Le rotte artiche stanno diventando sempre più cruciali, perché il riscaldamento atmosferico è il conseguente scioglimento dei ghiacci le rende sempre più fruibili.

Potenze come la Russia, ma anche la Cina, sono interessate a creare e strutturare presenza nella regione — da cui tra l’altro si accorcerebbero gli attraversamenti est-ovest, bypassando per altro i passaggi di Suez (con tutte le problematiche che il caso “Ever Given” ha esposto).

Gli Stati Uniti considerano l’Artico al punto di tenerlo off limits nei contatti con la Russia. Un modo per non legittimare le rivendicazioni di Mosca sulla regione, dove si intensificano le provocazioni ai danni degli alleati Nato.



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