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Libia, volano proiettili (contro l’Italia). Agguato o incidente?

Un peschereccio italiano finisce sotto il fuoco della Guardia costiera libica, ferito il comandante, interviene la Nave Libeccio. Incidente o agguato? Ecco i dettagli

Alta tensione fra Italia e Libia. La fregata “Libeccio” della Marina militare italiana, impegnata nell’operazione “Mare Sicuro”, è intervenuta in soccorso di un peschereccio italiano il cui comandante è stato ferito da schegge di vetro prodotte dai proiettili sparati dalla guardia costiera libica davanti alle coste a Est di Tripoli.

La Marina libica, che controlla le unità di protezione delle coste, ha smentito che i guardacoste abbiano sparato volontariamente, ma, sostiene, si è trattato di “colpi di avvertimento” finiti fuori bersaglio.

“Non ci sono stati colpi esplosi contro imbarcazioni, ma colpi di avvertimento in aria”, ha detto al telefono all’Ansa il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, portavoce della Marina libica, senza fornire per il momento ulteriori dettagli sull’incidente.

Per quanto noto, la motovedetta libica si trovava circa 75 miglia a nord est di Tripoli e avrebbe aperto il fuoco di avvertimento intimando al peschereccio italiano “Aliseo” di fermarsi. L’imbarcazione italiana si trovava insieme ad altre due barche, “Artemide” e “Nuovo Cosimo”.

Dalla Marina spiegano che “Nave Libeccio, che al momento della segnalazione si trovava a circa 60 miglia dalla scena d’azione, ha diretto verso i motopesca alla massima velocità ed ha mandato in volo l’elicottero di bordo, il quale giunto in area ha preso contatto radio con il personale della motovedetta”.

Per verificare la situazione, è stato inoltre immediatamente dirottato in zona un velivolo da ricognizione della Marina Militare P-72, il quale riporta d’aver assistito ad alcuni colpi d’arma da fuoco di avvertimento da parte della motovedetta libica.

“Era tutto prevedibile, ne parliamo da giorni qui. Qua la questione è sempre la stessa. Adesso ci dicano se dobbiamo andarcene ma lo Stato Italiano deve proteggere gli italiani, l’Italia si faccia sentire. Subito”. Lo ha detto all’Adnkronos il sindaco di Mazara del Vallo (Trapani) Salvatore Quinci, parlando delle notizie che arrivano dalla Libia.

La Libia rivendica una zona economica esclusiva molto più ampia del normale, questione su cui l’Italia è finora passata sopra (anche perché c’erano varie ondate di conflitto interno in corso, e in questo momento la stabilizzazione del Paese è un fattore di maggiore importanza).

Tre giorni fa la “Nave Alpino” è intervenuta in forma di deterrenza davanti alle coste della Cirenaica, dove una motovedetta della milizia che risponde agli ordini di Khalifa Haftar aveva cercato di avvicinarsi a sette pescherecci italiani. Uno di questi era l’Aliseo.

A dicembre dello scorso anno, i vertici del governo italiano erano dovuti volare a Bengasi per liberare 17 pescatori di due imbarcazioni di Mazara che erano stati arrestati dagli haftariani a settembre, fermati perché secondo le autorità dell’Est libico si trovavano a pescare gambero rosso in quelle che vengono considerate acque libiche.

La Guardia costiera libica ha in dotazione motovedette italiane ed è addestrata dall’Italia. L’obiettivo è formare l’unità per proteggere le coste e assistere nel controllo dell’immigrazione. Il corpo si porta dietro diverse polemiche, tra cui accuse di aver sparato contro i migranti.

 

(Foto: Marina Militare)

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