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L’Italia s’è desta. Così l’Ue crede alla ripresa italiana

La Commissione europea aggiorna al rialzo le sue previsioni per lo Stivale. Quest’anno il Pil crescerà più delle attese e prima della fine del 2022 saremo fuori dalle tenebre. E anche per Oxford Economics i semi della ripresa sono già piantati. Ma occhio al debito pubblico…

Le buone notizie ci sono tutte per l’Italia di Mario Draghi, nei giorni in cui tra quasi mezzo milione di vaccini al giorno e riaperture si tenta di dare una spallata alla pandemia che ha devastato le economie mondiali. Da Bruxelles, precisamente dalla Commissione Ue nella persona di Paolo Gentiloni, commissario all’Economia, sono arrivate almeno due indicazioni per le quale vale la pena tirare un sospiro di sollievo. Primo, nel 2021, cioè quest’anno, il Pil crescerà più del previsto. Secondo, l’economia italiana dovrebbe tornare alla situazione pre-pandemia giù a fine 2022. Tutto questo al netto del Pnrr, ancora all’esame di Bruxelles e per questo non preso totalmente in considerazione nelle previsioni dell’Ue.

Ebbene, la Commissione ha alzato le proiezioni sul Pil dell’Italia per quest’anno e il prossimo rispetto all’ultima ipotesi di febbraio rivedendo in meglio la previsione di crescita del Pil dell’Italia per quest’anno, stimata ora a +4,2% (+3,4% la stima a febbraio), e per il prossimo, ora a +4,4% (+3,5% la stima di tre mesi fa). Dunque, l’Italia farà meglio del previsto, almeno per quanto riguarda la crescita. Se tutto o quasi filerà liscio, lo Stivale dovrebbe tornare ai livelli ante-Covid entro la fine del prossimo anno.

Il fatto è che secondo la Commissione, la campagna di vaccinazione e l’allentamento delle misure di lockdown stanno aprendo la strada a un solido rimbalzo per l’economia italiana nella seconda metà dell’anno. Attenzione però, perché ci sono diverse incognite. La principale riguarda la gestione delle finanze pubblice, alias debito. L’Italia, non è un mistero, ha incastonato nove decreti di emergenza anti-Covid in ben 200 miliardi di deficit, spalmati su cinque scostamenti, ottenuti dal Parlamento. Per questo la strada per la risalita resta comunque tutt’altro che semplice. Da Bruxelles si aspettano che quest’anno il deficit-Pil dell’Italia risulti perfino peggiore del 9,5% a cui era schizzato nel 2020, raggiungendo un valore dell’11,7% (7,8% la stima in autunno) per poi quasi dimezzarsi al 5,8% nel 2022.

Di conseguenza, all’orizzonte c’è un picco del rapporto debito-Pil al 159,8% nel 2021 mentre successivamente, si dovrebbe assistere a una lieve calo  al 156,6% nel 2022 (159,1% la stima in autunno). Sarà bene tenere d’occhio questi contatori perché, come ha spiegato in una recente intervista a Formiche.net l’ex ministro Vincenzo Visco, solo con la crescita si mantiene sostenibile il debito.

E anche gli economisti di Oxford Economics hanno fatto intendere che l’Italia è sulla buona strada. In un webinar dedicato alle prospettive post-pandemiche, gli esperti britannici hanno sottolineato come “i recenti dati sul Pil del primo trimestre, in linea con le nostre attese, hanno mostrato che il Pil italiano ha continuato a diminuire, seppur in maniera meno marcata del quarto trimestre 2020. Nel frattempo, il governo Draghi ha ultimato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e la campagna vaccinale ha iniziato ad aumentare in Italia ed in Europa, suggerendo che la ripresa economica è già iniziata nel secondo trimestre di quest’anno”.

E questo perché “il premier Draghi ha chiarito che il suo governo cercherà di essere riformista, concentrandosi su istruzione, divario di genere, ambiente, lotta alla corruzione, riforme istituzionali e fiscali. Ipotizziamo che le riforme strutturali saranno implementate e seguite dai futuri governi nel prossimo decennio. In un tale scenario, il Pil italiano vede una combinazione positiva sia dal lato della domanda, sia dal lato dell’offerta, attraverso una maggiore accumulazione di capitale, il rafforzamento dell’offerta di lavoro e una più rapida produttività”. Insomma, ci siamo.

Di sicuro c’è che l’ottimismo non manca a Bruxelles, se l’argomento è la ripresa italiana. Lo stesso Gentiloni, che non è certo in deficit di realismo quando a valutazioni, “ha parlato di previsioni “positive e incoraggianti” , sottolineando come adesso la partita vera sia un’altra: il buon uso del Recovery Fund. “Io direi che la sfida principale sarà, nei prossimi mesi e anni, per un Paese come l’Italia, quella dell’attuazione dei programmi di investimenti e riforme”. D’altronde, “ora i rischi sulle prospettive economiche in Europa sono ampiamente bilanciati, mentre nelle precedenti previsioni erano sbilanciati al ribasso. Per questo vediamo un certo ottimismo prevalere sull’incertezza, che ovviamente c’è ancora. Ma la ripresa non è più in miraggio”.

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