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La pandemia non fiacca il Mediocredito. Utili e margini sprint

L’istituto controllato da Invitalia e guidato dal ceo Bernardo Mattarella chiude un 2020 con utili più che raddoppiati, nonostante lo sforzo sostenuto nell’erogare credito all’economia reale. E si fa anche più smart

La pandemia non ferma il Mediocredito centrale, l’istituto pubblico partecipato al 100% da Invitalia e guidato dal ceo Bernardo Mattarella. A stupire è l’utile della banca, che mette in calce un 2020 con un risultato netto a 51,3 milioni, in crescita del 128%. Segno tangibile della capacità di Mediocredito di fare margini proprio nell’anno in cui, complici le misure pandemiche, garanzia di Stato sui prestiti, molte banche sono finite sotto sforzo, impegnate nell’erogazione di credito al sistema.

E così, il consiglio di amministrazione di Mediocredito ha approvato i risultati dell’esercizio 2020, chiuso con un utile netto pari a 51,3 milioni, in netta crescita rispetto ai 22,5 milioni di euro del 2019. Merito anche di una certa solidità, come dimostrano gli indici di patrimonializzazione Cet 1, Tier 1 e Total Capital ratio, risultati pari a 21,03%, mentre quello di redditività (Roe) si è assestato al 10,4%.

E pensare che nel terribile 2020 la banca nata nel 1952 con l’obiettivo di fungere da motore di sviluppo per il Mezzogiorno, “ha dato forte impulso all’attività creditizia, anche operando come banca di secondo livello, interpretando soprattutto le esigenze della clientela Pmi e Mid (media capitalizzazione), con uno stock al 31 dicembre 2020 di 2 miliardi (+31% rispetto a gli 1,5 miliardi al 31 dicembre 2019), con erogazioni annue pari oltre 1 miliardo (+ 81% rispetto ai 554 milioni del 2019) rivolte ad una
base clienti in forte espansione (+ 73% rispetto al 2019)”.

Non è finita. Il margine di interesse è stato pari a 24,6 milioni (25 milioni al 31 dicembre 2019), le commissioni nette pari a 121,3 milioni (54,7 milioni al 31 dicembre 2019), il margine di intermediazione pari a 154,7 milioni (88,6 milioni al 31 dicembre 2019), i costi operativi pari a 64,3 milioni (43,3 milioni al 31 dicembre 2019) e il Cost/income pari al 31,5% (46,4% al 31 dicembre 2019). Tutto questo mentre Mediocredito si fa anche un po’ smart: la banca “ha iscritto accantonamenti ai fondi rischi e oneri, conseguenti all’adozione di misure di incentivazione all’esodo volte a perseguire una ridefinizione quali-quantitativa dell’organico, coerente con l’evoluzione della banca, prevista nel Piano industriale 2021-23, approvato lo scorso febbraio, in ottica smart bank“.

 



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