Netta la leader dei Verdi e candidata al post Merkel, secondo cui Nord Stream 2 è un “errore geostrategico che è stato enormemente strumentalizzato come possibile mezzo per destabilizzare l’Ucraina”
Mentre il vice primo ministro russo, Aleksandr Novak, dice che il Nord Stream 2 è di natura commerciale ed è in corso di attuazione congiuntamente con partner europei (nonostante l’opposizione di alcuni Paesi), arriva l’ok per la costruzione dei due chilometri nelle acque tedesche, interrotta a causa di problemi ambientali. L’autorità marittima tedesca (BSH) ha detto sì alla prosecuzione sicura dei lavori nelle acque danesi. Ecco che il braccio di ferro sul Nord Stream 2 scombussola l’Ue (e gli Usa), e la probabile nuova cancelliera tedesca fa trasparire il suo no.
GASDOTTO
La costruzione di due chilometri del gasdotto Nord Stream 2 nelle acque tedesche era stata interrotta a causa di una serie di opposizioni da parte delle ONG Nature and Biodiversity Conservation Union (NABU) e Environmental Action Germany (DUH) che avevano avviato azioni legali. Quest’ultima ha definito la decisione del tribunale “sorprendente”, aggiungendo che il processo è stato “estremamente non trasparente”, annunciando ulteriori ricorsi. L’autorità tedesca ha replicato che il permesso temporaneo per i due chilometri di gasdotto era necessario per riprendere la costruzione e che è in linea con tutte le norme relative alla protezione ambientale.
QUI USA
Gli Usa si sono opposti all’oleodotto in maniera bipartisan, come dimostrano le recenti dichiarazioni del segretario di Stato americano Antony Blinken, secondo cui il Nord Stream 2 è un cattivo affare e ha avvertito le aziende coinvolte che rischiano sanzioni. Anche i repubblicani hanno espresso perplessità, allertando il presidente Joe Biden che Nord Stream 2 “minerebbe gli interessi di sicurezza statunitensi ed europei”, in un momento caratterizzato dalla concomitanza di altri dossier sensibili, come quello ucraino, dove Francia e Germania agiscono da anni come mediatori di pace tra Mosca e Kiev.
Oltreoceano si moltiplicano le voci secondo cui Berlino non è un arbitro imparziale proprio a causa del gasdotto visto che, una volta ultimato, il Nord Stream 2 trasporterà il gas dalla Russia direttamente in Germania. Alcuni Paesi europei e gli Stati Uniti, in particolare, si oppongono al gasdotto, che ora è quasi completo, perché temono che renderà Berlino troppo dipendente da Mosca.
QUI BERLINO
Che qualcosa stia mutando nella geografia delle alleanze (di oggi ma soprattutto di domani) lo si desume dalle parole di Annalena Baerbock, la leader dei Verdi e candidata al post Merkel, secondo cui Nord Stream 2 è un “errore geostrategico che è stato enormemente strumentalizzato come possibile mezzo per destabilizzare l’Ucraina”.
Un messaggio in bottiglia diretto soprattutto a Washington, quello della cancelliera in pectore, che punta così a ritagliarsi uno spazio preciso nella geopolitica delle alleanze. Ovvero una sintonia de facto con la Casa Bianca su uno dei temi più scottanti delle vicende europee. Il suo no rappresenta il controcanto alle posizioni di Laschet (Cdu) che vuole continuare il progetto, mentre secondo Baerbock il gasdotto violerebbe lo spirito delle sanzioni economiche dell’Ue che si vendicano contro l’aggressione russa. “Questo gasdotto contraddice le nostre sanzioni, quindi non può entrare in vigore. Non può iniziare”, ha osservato recentemente.
Dove vuole arrivare Baerbock? Forse intende allacciare sotto lo stesso nodo geopolitica, relazioni internazionali ed energia ovvero lavorare in maniera maggiormente sinergica con l’Ucraina per creare un gasdotto per l’idrogeno, visto l’alto potenziale in Ucraina per le energie rinnovabili, per l’eolico e per il solare. Come osservato nei giorni scorsi dal Washington Post, l’esponente dei Verdi ha mostrato una posizione più dura nei confronti di Mosca e Pechino rispetto all’approccio più cauto della Merkel (che è stata fonte di frustrazione sia a Washington che a Bruxelles).
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