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Quantum computing, chi vince la corsa? Report Goldman Sachs

Calcolo quantistico, otto aziende cinesi finiscono nella lista nera Usa

Oggi è una tecnologia imperfetta. Fra cinque anni può rivoluzionare la finanzia mondiale così come la conosciamo. Una ricerca di Goldman Sachs svela dubbi e meraviglie dei computer quantistici. Da Google a IBM, ecco chi taglierà primo il traguardo

Less is more, almeno nel breve periodo, se si parla di calcolo quantistico. Una ricerca condotta da Goldman Sachs e la start-up QC Ware stima che la tecnologia ancora molto imperfetta dietro ai computer quantistici porterà comunque a progressi significativi tra cinque anni, abbastanza per rivoluzionare il calcolo di rischio finanziario.

Tra qualche decennio i computer quantistici cambieranno completamente il volto dell’informatica. I calcolatori del futuro saranno infinitamente più potenti di quelli odierni, capaci di svolgere in poche ore operazioni che richiederebbero migliaia di anni ai supercomputer di oggi.

Le implicazioni sociali, economiche e soprattutto geopolitiche che comporterebbe il raggiungimento della supremazia quantistica sono immense. Includono la capacità di “rompere” qualsiasi genere di crittografia classica in breve tempo e lanciare ciberattacchi potenzialmente in grado di mettere in ginocchio Paesi interi.

Quello è il futuro. Per ora i computer quantistici sono una tecnologia promettente ma imprecisa. La natura effimera del qubit (l’unità di calcolo fondamentale dell’informatica quantistica) fa sì che i risultati delle operazioni date in pasto a un calcolatore quantistico siano soggetti a errori, che aumentano col passare del tempo.

Eppure, come suggerisce la ricerca di Goldman Sachs, abbassando le aspettative si possono comunque ottenere vantaggi molto pratici. Certi calcoli complessi, alla portata dei supercomputer di oggi ma che richiedono ore di tempo e ingenti risorse, potranno essere portati a compimento dai computer quantistici in pochi secondi – e lo si potrà fare prima del previsto.

Ne consegue che chiunque sia in possesso di un computer quantistico abbastanza avanzato potrà svolgere i calcoli più complessi relativi ai mercati finanziari, come le cosiddette simulazioni di Monte Carlo, che prevedono la modellizzazione di un gran numero di movimenti di mercato casuali per calcolare la probabilità di un certo risultato.

Paul Burchard, a capo della divisione di ricerca della Goldman Sachs, ha detto al Financial Times che le scoperte dei prossimi anni renderanno possibili quotazioni di prezzo molto più precise, che un cliente desideroso di calcolare derivati complessi potrà richiedere via telefono a una compagnia dotata di capacità di calcolo quantistico.

IBM e Google sono tra le compagnie in corsa per arrivare a questi risultati in tempo utile, e la ricerca di QC Ware stima che il successo arriverà tra 5 e 10 anni. Per allora i calcolatori quantistici dovrebbero avere una capacità di calcolo “affidabile” circa 10 volte superiore rispetto ai supercomputer di oggi. Certo, è poco rispetto all’incremento di 1000 volte che ci si aspetta da un calcolatore quantistico del futuro, ma tant’è.

Va detto che le simulazioni di Monte Carlo sono utilizzate in moltissimi settori, tra cui meteorologia, farmaceutica, aerospazio e automotive. Dunque l’infanzia dell’informatica quantistica potrebbe comunque rivoluzionare intere industrie, creare nuovi campioni e affossarne altri, già nella prossima decade.

Ma con l’aumentare dei risultati e degli investimenti nel settore, la partita quantistica diventerà sempre più importante su scala globale. Le pesanti ripercussioni in materia di cibersicurezza, il controllo del ciberspazio e il potenziamento dell’intelligenza artificiale sono solo alcuni degli aspetti da considerare quando si tratta di evoluzione bellica dell’informatica quantistica.

In Quantum Intelligence (Rubbettino) Mario Caligiuri e Luigi Rucco identificano nella Cina “l’attore geopolitico più avanzato nella corsa alla tecnologia quantistica”, anche se Europa e Stati Uniti stanno aumentando il loro impegno in termini di investimenti e collaborazioni. Ed essendo il vantaggio quantistico così determinante, ci sono pochi dubbi sul fatto che i Paesi like-minded dovranno fronteggiare il rischio crescente di un conflitto a colpi di qubit.



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