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Ecco cosa farà la spac di Minali e Costamagna

Lunedì la presentazione del veicolo promosso dall’ex ceo di Cattolica e dg di Generali e il già presidente di Cassa Depositi e Prestiti. Obiettivo, portare l’innovazione tecnologica nel comparto assicurativo. Il precedente di Mustier

Ancora spac, ma all’italiana. Il mercato delle special purpose acquisition company, veicolo finanziario pensato per convogliare risorse verso altre realtà aziendali dall’elevato potenziale, per accompagnarle fino alla quotazione sul mercato azionario e che negli Usa, ma anche in Ue, sta spopolando (qui l’approfondimento sul tema di Formiche.net), si arricchisce di un altro player. Sul quale il velo verrà alzato ufficialmente il prossimo lunedì. E, come spesso accade, sono manager di spessore con un passato in grandi istituzioni finanziarie, banche o assicurazioni su tutte, a dar vita a simili progetti.

E così accade anche con Revo, la spac nata per iniziativa di Alberto Minali, ex amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni ed ex direttore generale di Generali e Claudio Costamagna, già presidente di Cassa Depositi e Prestiti e per quasi 20 anni in Goldman Sachs. La spac lanciata da Minali e Costamagna, vista e considerata anche l’esperienza di Minali nel campo, sarà orientata al mercato assicurativo.

Come scritto nelle settimane scorse da MF-Milano Finanza, Revo punterebbe a spingere forte sull’innovazione tecnologica nel ramo assicurativo danni, arrivando a raccogliere circa 200 milioni di euro. Tra l’altro non si tratterebbe della prima spac assicurativa quotata a Piazza Affari: a maggio del 2018 era stato un altro manager del settore, Andrea Battista (ex amministratore delegato di Aviva), a lanciare Archimede raccogliendo 64 milioni investiti poi in Net Insurance.

C’è da dire che il mercato delle spac è quanto mai florido e soprattutto sembra attrarre numerosi manager della finanza globale. Il precedente illustre è quello di Jean-Pierre Mustier. Dopo aver salutato Unicredit, Mustier  ha unito le sue forze con un peso massimo della finanza francese. Quel Bernard Arnault fondatore e azionista di Lvmh, uno dei più grandi gruppi mondiali della moda, proprietario di alcune tra le maison (oltre settanta) più famose al mondo.

E così, Arnault, e l’ex amministratore delegato di Unicredit si sono alleati per la creazione di una Spac. In Italia, pochi anni fa, l’ex ceo di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, lanciò una creatura analoga, Spaxs, che successivamente ha dato vita a Illimity Bank (31 milioni di utile nel 2020). La prova del successo di questi strumenti è nei numeri. Nei primi mesi a Wall Street società di questo tipo hanno concluso 246 operazioni, quasi tante quante ne erano state registrate in tutto il 2020, 248. Attirando l’attenzione di tanti investitori.

Secondo i dati di Refinitiv (la banca dati ora del gruppo Lse) le Spac hanno raccolto nei primi due mesi 79,4 miliardi di dollari a livello globale, superando i 79 miliardi raccolti nell’intero 2020. Un’ascesa repentina che ha spinto la Sec, la Consob americana a mettere in guardia gli investitori americani, soprattutto dopo che le spac hanno iniziato ad attrarre volti noti dello show business statunitense, come l’ex campione dei Los Angeles Lakers Shaquille O’Neal o il rapper Jay-Z.

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