Pubblicato in Gazzetta il decreto che istituisce l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). Ci sono i fondi stanziati (meno di quelli per l’Istituto cyber di Conte) e i dettagli su funzioni e personale. Draghi e Gabrielli riservano più attenzione al Copasir, che avrà un ruolo chiave ed esprimerà un parere sul direttore
Entra nel vivo l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn). Il decreto che la istituisce è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Rispetto alla bozza circolata nei giorni scorsi la struttura voluta dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dall’Autorità delegata all’Intelligence Franco Gabrielli presenta qualche novità.
Si parte dal bilancio: al Mef è istituito un apposito capitolo con una dotazione di 2 milioni di euro per il 2021, 41 per il 2022, 70 per il 2023, 84 per il 2024, 100 per il 2025, 110 per il 2026 e 122 milioni annui a partire dal 2027. Una dotazione leggermente inferiore a quella inizialmente prevista (210 milioni di euro tra il 2021 e il 2024) per l’Istituto italiano di cybersicurezza (Iic), la fondazione pubblico-privata per la cybersecurity lanciata dall’ex premier Giuseppe Conte e poi cancellata dalla manovra di bilancio in seguito alle polemiche della stessa maggioranza.
Salta invece il riferimento al piano di assunzioni presente nella precedente bozza. Il testo iniziale prevedeva una dotazione organica di 450 unità nel 2024, 600 nel 2025, 700 nel 2026 e 800 nel 2027, quello nuovo si limita a stabilire che la dotazione “può essere rideterminata nei limiti delle risorse finanziarie destinate alle spese per il personale”. Come anticipato da Formiche.net, l’Acn svolgerà la funzione di centro di coordinamento nazionale per la rete del Centro europeo di competenza per la Cybersecurity (Eccc) con base a Bucarest, il sistema di centri dei Paesi membri ideato per coordinare la spesa dei fondi del Recovery dedicati al digitale e alla cybersecurity.
Sarà al di fuori del comparto dell’intelligence, continuando a svolgere i compiti inerenti alla difesa cibernetica che finora sono stati affidati al Dis (Dipartimento per l’Informazione e la Sicurezza). Rimarrà però uno stretto coordinamento con gli 007 italiani, tanto che sono previste audizioni dei dirigenti del Dis e delle due agenzie (Aisi e Aise). Un coordinamento che sarà costante anche con il Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti fresco dell’elezione di un nuovo presidente, il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso.
Su questo fronte il decreto definitivo vede l’aggiunta di alcuni articoli. Sono stati infatti inseriti riferimenti al ruolo del comitato prima inesistenti. L’organo di vigilanza di Palazzo San Macuto dovrà essere preventivamente informato dal premier delle nomine dell’agenzia (art. 2,3) e dei provvedimenti in materia di dotazione organica (12,5) e potrà “chiedere l’audizione del direttore generale dell’Agenzia su questioni di propria competenza” (art. 5,6).
Una premura che indica la volontà del governo di coinvolgere il Parlamento e le forze politiche, come confermato da Gabrielli in audizione al Copasir la scorsa settimana, per evitare le polemiche sorte con l’inserimento nella bozza di bilancio dell’Iic a novembre. Tra le altre cose, il Copasir dovrà dare un suo parere sul nome del direttore dell’agenzia, una volta che il decreto sarà convertito in legge dal Parlamento. Fra i nomi in pole si fa con insistenza quello dell’attuale vicedirettore del Dis Roberto Baldoni, responsabile del “Perimetro cyber”, la rete di centri di controllo che passerebbe sotto l’ombrello dell’agenzia, ma anche quello della direttrice della Polizia Postale Nunzia Ciardi.