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Su Biden i vescovi fanno marcia indietro. Cristiano spiega perché

Non è ancora “Addio alle armi” per gli States, ma due importanti mutamenti d’indirizzo sì. Ecco cosa dice la Conferenza Episcopale Cattolica Statunitense

Cambia il volto della discussione cattolica in America? Leggendo il sito ufficiale della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti d’America si direbbe proprio di sì. Non è ancora “Addio alle armi” per gli States, ma due importanti mutamenti d’indirizzo sì.

A novembre infatti, si era capito dall’esito dell’incontro infuocato dei vescovi Usa conclusosi pochi giorni fa, si sarebbe votato un documento sulla coerenza eucaristica dei politici cattolici e sulla preminenza della questione aborto. Era emerso altro, ma questi due punti erano e sono quelli decisivi perché il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede aveva raccomandato di non rivolgersi a una sola categoria di persone e di ricordare le precedenti note dottrinali, del 2002 me 2004, che al lettore non sembrano indicare la preminenza di un punto della morale cattolica sugli altri. Per Biden, politico cattolico che pur essendo personalmente contrario all’aborto ritiene giusto dare la possibilità di scegliere, si aprivano le porte di un voto che indicava la sua incoerenza eucaristica e quindi in un modo o nell’altro l’opportunità di non chiedere la Comunione. Tutto questo però è molto lontano da quanto afferma Francesco, non su Biden, ma sulla Chiesa: “Una pastorale missionaria non è ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine da imporre con insistenza. L’annuncio di tipo missionario si concentra sull’essenziale, sul necessario, che è anche ciò che appassiona e attira di più, ciò che fa ardere il cuore, come ai discepoli di Emmaus. Dobbiamo quindi trovare un nuovo equilibrio, altrimenti anche l’edificio morale della Chiesa rischia di cadere come un castello di carte, di perdere la freschezza e il profumo del Vangelo. La proposta evangelica deve essere più semplice, profonda, irradiante. È da questa proposta che poi vengono le conseguenze morali”. Dunque il papa non apprezza la cosiddetta “guerra culturale”, ma una proposta di vita completa, un grande annuncio di amore per il prossimo dal quale derivano scelte. Ecco la comunione “non premio per i buoni, ma alimento per i deboli”.

Ora però, sul sito della Conferenza Episcopale Cattolica Statunitense è scritto che nel documento che verrà presentato a novembre non si voterà “nessuna politica nazionale per negare la Comunione ai politici. L’intento è quello di presentare una chiara comprensione degli insegnamenti della Chiesa per portare una maggiore consapevolezza tra i fedeli di come l’Eucaristia può trasformare la nostra vita e avvicinarci al nostro Creatore e alla vita che egli vuole per noi”. Qui dunque si scioglie il primo nodo: il documento non sarà rivolto solo ai politici. Ma c’è anche la possibile indicazione della soluzione del secondo nodo: c’è una preminenza dell’aborto rispetto a tutto il resto? Parlandosi “degli insegnamenti” , plurale, forse no. Dunque vale la pena cercare qualche indicazione aggiuntiva. E più avanti si ha l’impressione che l’idea di una preminenza sia stata quanto meno attutita: nel nuovo documento infatti si dice che si chiederà il sostegno di tutti i cattolici “ per la vita umana, la dignità e altri fondamentali principi morali cattolici e dell’insegnamento sociale (della Chiesa)”. Ovviamente la preminenza potrebbe entrare anche in un testo in cui si parla di altro, ma il termine “fondamentali” aiuta a pensare che si riconosca, in coerenza con la nota del 2002, che anche la difesa della famiglia, della libertà religiosa, della dignità di ogni essere umano e della pace abbiano rilievo. Dunque la questione non sarà proprio risolta, ma i termini sembrano cambiati. E il punto di rivolgersi solo ai politici è proprio venuto meno.

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