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Cieli baltici affollati. Gli F-35 italiani a confronto con i caccia russi

Non solo esercitazioni con Israele, Stati Uniti e Regno Unito. Gli F-35 italiani sono impegnati nel Baltico, a protezione dei cieli dell’Alleanza. È lì che è scattato un “alpha scamble” per identificare un velivolo russo in volo a largo delle coste estoni. Era scortato da almeno un Su-30, caccia russo di quarta generazione avanzata. Ecco il confronto

Primo confronto nei cieli del Baltico tra gli F-35 della Nato e un caccia russo Su-30. I velivoli di quinta generazione sono italiani, impegnati in Estonia per proteggere i cieli dell’Alleanza.

Il sito specializzato The Aviationist ricostruisce l’accaduto partendo dal video rilasciato ieri sull’account Instagram di “Fighter Bomber”, ripreso probabilmente dal velivolo da trasporto An-12 che il caccia russo stava scortando in quel momento. Diversi fermo immagini ritraggono uno dei due F-35 italiani in volo a fianco del Su-30. Potrebbe trattarsi di un evento diverso da quello riportato il 14 maggio, quando è scattato il primo scramble per i velivoli italiani sul Baltico, chiamati a intercettare un velivolo non identificato (aveva il trasponder spento) in volo sopra acque internazionali, a largo delle coste estoni, e diretto verso l’enclave russa di Kaliningrad. Il Comando aereo della Nato ha spiegato che in quella occasione si trattava di un velivolo da trasporto An-12, senza però menzionare alcuna scorsa. Non è chiaro quando il nuovo evento sia avvenuto, in attesa che la Nato fornisca informazioni più dettagliate.

Gli F-35 italiani, del 32esimo Stormo dell’Aeronautica militare, sono arrivati a inizio maggio presso la base di Amari, in Estonia, prendendo in consegna dalla Luftwaffe il comando della missione di Air Policing della Nato. È già un nuovo primato in ambito Nato per l’Aeronautica italiana, che ha collocato i primi velivoli di quinta generazione a protezione dei cieli del Baltico per l’Alleanza Atlantica. Gli stessi velivoli sono stati protagonisti, nel 2019 del primo impiego operativo di quinta generazione nella Nato. In quel caso, la missione di Air Policing fu in Islanda, poi ripetuta l’estate successiva.

Adesso, dall’Estonia, sono chiamati a proteggere i cieli dell’Alleanza, eseguendo i cosiddetti “Alpha scramble”, cioè dei reali interventi di Difesa aerea in caso di “quick reaction aleter”. L’attività si affianca agli scramble addestrativi, eventi simulati per l’addestramento alla prontezza operativa.

Durante gli ultimi anni, gli impegni di Air Policing sono aumentati, in linea con l’aumento di tensione tra Stati Uniti (e Nato) e Russia. Nel 2020 sono stati 350 gli scramble di velivoli dell’Alleanza generati dalle manovre aeree degli assetti russi sui cieli del nord Europa. Quasi un allarme al giorno per rotte sempre più frequentate dalle forze di Mosca (con bombardieri e caccia). Nell’estate del 2020, con il ritorno di sei F-35 italiani in Islanda, c’è stato il primo “Alpha scramble” di quinta generazione. A fine giugno, due dei sei velivoli dell’Aeronautica militare si sono attivati per scortare alcuni velivoli russi in missione sui cieli tra mare di Barents, mar di Norvegia e Atlantico nord-orientale. Si trattava di tre aerei da pattugliamento marittimo Tu-142 (con capacità bombardiere e antisommergibile), scortati da alcuni caccia MiG-31, gruppo del tutto simile a quelli osservati nelle settimane precedenti nei cieli del contesto nord europeo


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