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Taikonauti in orbita. La sfida della Cina nello Spazio

La Cina porta in orbita i primi tre inquilini della sua terza stazione spaziale, la Tiangong o “Palazzo celeste”. La missione dei taikonauti sarà procedere alle prime fasi di assemblaggio dell’avamposto e prepararlo alle missioni future. Pechino (che non mandava uomini oltre l’atmosfera dal 2016) conferma le ambizioni di potenza spaziale puntando gli occhi sul premio finale: arrivare su Luna e Marte prima degli Usa

La navicella spaziale Shenzhou-12, con a bordo tre taikonauti, ha attraccato con successo sul modulo principale della Tiangong (“Palazzo celeste” in mandarino), la nuova (e terza) stazione spaziale che Pechino sta costruendo in orbita. Il lancio è avvenuto nella mattinata di oggi dalla base di Jiuquan, nella provincia nord-occidentale cinese del Gansu, e dopo sei ore e mezzo di volo ha raggiunto il modulo Tianhe-1. La missione rappresenta un passo importante per gli interessi spaziali del Dragone: dopo una pausa di cinque anni nei lanci con equipaggio, i taikonauti che hanno raggiunto la Tiangong sono solo i primi di una presenza cinese in orbita che ambisce a essere permanente, in aperta competizione con la Stazione Spaziale Internazionale (Iss).

LA MISSIONE

Il lancio della Shenzhou-12, avvenuto con un vettore Lunga Marica 2F, è stato preceduto da altri due che hanno portato in orbita i primi moduli della stazione spaziale Made in China. La costruzione del “Palazzo Celeste” è un progetto ambizioso per Pechino, in un momento in cui il futuro della Iss appare più incerto, con la prossima fine della collaborazione russo-statunitense e la sua probabile trasformazione in stazione spaziale commerciale. Pechino non ha mancato, del resto, di dare ampio risalto all’intero progetto, diventando la terza nazione a posizionare in orbita un avamposto permanente.

I TAIKONAUTI

I nomi dei protagonisti del lancio odierno sono stati svelati solo ieri: il comandante della missione è il maggior generale Nie Haisheng, 56 anni, della Brigata astronauti dell’Esercito popolare di liberazione, pilota di caccia e veterano di due precedenti missioni spaziali, nel 2005 e nel 2013. Insieme con lui c’è il maggior generale Liu Boming, 54 anni, è un altro veterano dello spazio e secondo taikonauta ad effettuare una passeggiata spaziale nel 2008. Il terzo membro dell’equipaggio è il colonnello Tang Hongbo, 45 anni, al suo primo viaggio nello spazio.

I COMPITI A BORDO

L’equipaggio della Shenzhou-12 dovrebbe trascorrere i prossimi tre mesi in orbita, prima di essere sostituiti da un secondo equipaggio. Il compito principale dei tre taikonauti sarà effettivamente quello di costruire effettivamente il Palazzo Celeste, installando le attrezzature e testando le varie funzioni, tra cui il supporto vitale e la gestione dei rifiuti. Sono previste anche due passeggiate spaziali.

I RISULTATI DEL PROGRAMMA SPAZIALE CINESE

Il programma spaziale cinese ha collezionato negli ultimi anni una lunga serie di successi, l’ultimo dei quali è stato a maggio l’atterraggio riuscito del rover robotico Zhurong sulla superficie di Marte, rendendo la Cina il secondo Paese, dopo gli Usa, a realizzare l’impresa. Zhurong, letteralmente “dio del fuoco”, fa parte della missione Tianwen-1, la “ricerca della verità celeste”, partita a luglio dello scorso anno e arrivata nell’orbita di Marte a febbraio. Altro primato è stato raggiunto da Pechino a dicembre dell’anno scorso, con la missione, sempre automatizzata, di raccolta di rocce lunari, che ha posto nuovamente la Repubblica Popolare sul podio delle nazioni (dopo Usa e Urss) in grado di svolgere una tale operazione.

L’AMBIZIONE DEL DRAGONE

Queste imprese hanno sicuramente iniettato una certa dose di fiducia nelle capacità spaziali cinesi, con Pechino che continua a indicare obiettivi sempre più ambiziosi. Oltre a una serie di operazioni robotiche per la raccolta di campioni dagli asteroidi (impresa già compiuta dal Giappone), la Cina intende raggiungere nuovamente il Pianeta rosso entro il 2030. Ovviamente, il progetto più importante resta quello di battere sul tempo gli Stati Uniti con una missione umana prima sulla Luna e poi su Marte, aspirazione sempre meno irrealistica.


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