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Sul Fintech è tempo di regole. La Consob striglia il palazzo

Il commissario Paolo Ciocca interviene in audizione alla Camera e torna a chiedere regole certe ed efficaci per beneficiare al massimo di una rivoluzione globale e inarrestabile. L’Italia è la solita Cenerentola, Francia e Germania (ma non solo) si sono già attrezzate. Il caso AideXa, prima fintech europea per piccole e medie imprese a ottenere la licenza bancaria

Per l’Italia è tempo di scegliere. Abbracciare la rivoluzione del fintech può essere cosa buona e giusta a patto che si pongano solide basi giuridiche, alias paletti precisi alle attività degli operatori di nuova generazione. A una settimana dalla relazione annuale al mercato (14 giugno), la Consob torna a chiedere al governo italiano regole certe in materia di tecnofinanza. Una rivoluzione globale che sta minando dal profondo le basi del sistema bancario e finanziario tradizionale e non solo in Italia (qui la lettera del ceo di Jp Morgan, Jamie Dimon al mercato, in cui denuncia l’avanzata inarrestabile e senza regole dei nuovi operatori).

A ribadire l’invito a Palazzo Chigi è stato il commissario Consob, Paolo Ciocca, ascoltato in commissione Finanze alla Camera. Non è la prima volta che l’alto dirigente della Commissione per la Borsa guidata da Paolo Savona interviene in materia di fintech (qui un suo intervento, su Formiche.net, dello scorso novembre). Stavolta però l’appello è stato se possibile ancora più esplicito.

L’ORA DI AGIRE

“Per il decollo della finanza digitale italiana occorre introdurre al più presto un nuovo quadro normativo in modo che l’Italia si posizioni quanto prima, con un’impostazione capace di offrire fiducia e di attrarre, con la fiducia, risorse e investitori”, ha messo subito in chiaro Ciocca. “Oggi è certamente interesse del regolatore nazionale che si stabiliscano anche sul mercato italiano le infrastrutture e gli attori di questo nuovo mondo della finanza digitale: questo tassello nazionale é una conditio sine qua non per costruire un mercato attrattivo e affidabile e l’inerzia in questo contesto non é un’opzione: senza un’adeguata e tempestiva cornice giuridica verremmo relegati a mero mercato di sbocco, senza fruire dei benefici del nuovo sistema. Ed il tempo di questi nuovi mercati é dettato dall’effetto rete e dalle dinamiche di piattaforma, che quindi conducono, soprattutto per le nuove infrastrutture, alla nascita di monopoli naturali. Il vantaggio per i first mover é determinante”.

ITALIA INDIETRO SUL FINTECH

Insomma, l’Italia faccia sua la tecnofinanza, ma non senza prima essersi data delle regole. “Una delle principali novità del pacchetto digitale (Europo, ndr) è la possibilità di emettere e negoziare strumenti finanziari digitalmente tramite Dlt (distributed ledger technology, ndr). “Ora, la disciplina Ue non tocca gli aspetti più squisitamente civilistici e di diritto societario, essendo questi rimessi al legislatore nazionale. Conseguentemente spetta allo stesso legislatore nazionale introdurre nel proprio ordinamento la cornice normativa atta a permettere l’emissione e la circolazione di strumenti finanziari in forma digitale”.

Problema: l’Italia è indietro rispetto ai suoi partner europei. “Su questo fronte, in altri ordinamenti ci si è già mossi per tempo. Francia, Germania ma anche Lussemburgo, Lichtenstein e Svizzera hanno emanato un’apposita cornice normativa per l’emissione e la circolazione in Dlt”, ha chiarito Ciocca. “Il mercato nazionale si sta preparando per questo salto proprio in vista delle nuove regole Ue, al fine di sfruttarne al meglio le opportunità. Si pensi alla recente emissione obbligazionaria su blockchain permissionless Ethereum effettuata dalla Banca Europea per gli Investimenti in collaborazione con Société Générale e la Banca di Francia. Non a caso, si tratta di un’operazione disciplinata dal diritto francese, poiché in Francia vige da anni un quadro giuridico ad hoc sui titoli registrati in Dlt”.

Per tutti questi motivi, “in questa competizione tra ordinamenti è bene che l’Italia si posizioni quanto prima, con un’impostazione capace di offrire fiducia e di attrarre, con la fiducia, risorse e investitori, introducendo al più presto un nuovo quadro normativo”.

FINTECH ALL’ITALIANA

E pensare che proprio mentre la Consob torna a pressare governo e parlamento, il Fintech italiano avanza. Come dimostra AideXa, la creatura di Roberto Nicastro (ex dg di Unicredit) e Federico Sforza la quale ha appena ottenuto l’autorizzazione e per questo diventerà Banca AideXa. Si tratta della prima realtà fintech in Europa esclusivamente dedicata alle piccole e medie imprese ad ottenere la licenza bancaria. Grazie alla licenza, concessa dalla vigilanza bancaria Ue, AideXa potrà offrire anche servizi bancari tradizionali in modo innovativo come l’apertura di conti correnti, l’emissione di carte di credito e di debito, pagamenti, il cambio di valuta estera ed altri servizi tipici del settore bancario.


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