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Così siamo pronti a investire in Libia. Parla Pesce (Psc)

Umberto Pesce di Psc Group racconta a Formiche.net le buone sensazioni uscite dal Business Forum della Farnesina organizzato nell’ambito della visita del primo ministro libico in Italia

Il Business Forum Italia-Libia organizzato a latere della visita di Stato che ha portato a Roma il primo ministro libico, Abdelhamid Dabaiba, racconta di quanto sia necessaria in questa fase attuale la relazione tra i due Paesi. Se da un lato la Libia ha bisogno dell’Italia per procedere verso la stabilizzazione e la ricostruzione post-bellica, dall’altro la leva economico-commerciale-finanziaria può essere usata dal governo di Mario Draghi per consolidare la propria sfera di influenza in una regione da cui dipende direttamente l’interesse nazionale italiano.

Nell’incontro sono stati diversi i Memorandum of Understanding siglati, da quello del gruppo ospedaliero San Donato ad altri con Eni per la transizione energetica e Leonardo sul border control, o ancora WeBuild per l’autostrada Tripoli-Bengasi e Aeneas per la ricostruzione dell’aeroporto internazionale o Sparkle e Retelit per le telecomunicazioni. Incontri, accordi e una colazione operativa: sette tavoli con quattro invitati ognuno (presenze contenute anche causa Covid), a cui ha partecipato il ministro Luigi Di Maio.

Gli imprenditori italiani hanno chiaro che su tutto pesano due elementi. Il primo, l’attuale Governo di unità nazionale lavora ad interim sotto egida Onu per traghettare il Paese verso le elezioni convocate a dicembre: dunque bene i MoU, ma sarà il passaggio elettorale a consolidare la stabilizzazione e far avviare le attività. Secondo, è necessario che le condizioni generali di sicurezza vengano ristabilite per evitare ogni genere di rischio operativo.

Consapevolezza che trasmette a Formiche.net anche Umberto Pesce, presidente del Gruppo PSC, azienda di caratura internazionale con quartier generale a Roma, leader nel settore dell’impiantistica delle costruzioni e delle infrastrutture e attore di rilievo nel mondo delle telecomunicazioni grazie alla recente acquisizione di Italtel. “Siamo rimasti molto soddisfatti, l’organizzazione è stata ottima, c’è stato spazio per dialogare e mettere in atto i meccanismi di preparazione”, spiega Pesce.

Tecnologia impiantistica, realizzazione di reti elettriche a medie-alte tensioni fino a linee di alta velocità per ferrovie, divisioni che si occupano di anti incendio, ItalTel che progetta e realizza sistemi di comunicazione: il gruppo di Pesce avvolge con il proprio know how tutto ciò di cui la Liba del futuro (titolo del forum) ha bisogno per lanciarsi verso uno sviluppo. Sviluppo che rappresenta una via cruciale per garantire stabilità in un paese e una regione sensibile.

“Il presidente Draghi è stato molto chiaro quando ha indicato le priorità – commenta Pesce – e ho la fortuna di rappresentare un gruppo che è attivo in tutti e tre i campi grazie a expertise uniche. Innanzitutto il premier ha parlato di cooperazione in campo sanitario, perché, e non solo a causa della pandemia, la ricostruzione del sistema ospedaliero è chiaramente cruciale; e abbiamo modo di fornire tecnologia per dare ai libici strutture adeguate. Poi c’è il grande tema dell’energia: i libici hanno capito che il mondo va verso la decarbonizzazione e noi possiamo dare assistenza, esperienza e conoscenza per lo sviluppo di certe potenzialità, come il solare, di cui dispongono. Infine la sicurezza anche attraverso il monitoraggio delle frontiere: senza sicurezza tutti vari progetti rischiano di essere no-starter”.



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