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Il M5S voterà il Ddl Zan “graniticamente”, promette Maiorino. Ma sui franchi tiratori…

La senatrice pentastellata assicura che la linea del Movimento sulla legge anti-omostransfobia verrà ribadita anche in sede di votazione, prevista il 16 luglio. “È un lavoro condiviso di cui riconosciamo la necessità”. E sul Vaticano: “Ci sono posizioni diverse all’interno della Chiesa. Quando è arrivata la notizia della richiesta di revisione ero incredula”

Il premier Mario Draghi ha rimesso la questione nelle mani del Parlamento. Il luogo di discussione del (già discussissimo) ddl Zan è l’aula. Peraltro, dopo la richiesta formale pervenuta dalla Santa Sede di rivedere il disegno di legge presentato dal deputato del Partito Democratico, Draghi ha ribadito un principio cardine: “Il nostro è uno stato laico, non confessionale».

In più, «il nostro ordinamento – ha puntualizzato Draghi – è in grado di dare tutte le garanzie, verificare che le nostre leggi rispettino sempre i principi costituzionali e gli impegni internazionali, tra cui il Concordato con la Chiesa”. Chiaramente la sortita vaticana ha smosso non poco le acque, specie tra i progressisti che in qualche modo, fin dal suo insediamento al Sacro Soglio, hanno identificato in papa Francesco un punto di riferimento.

D’altra parte, Lega, Fratelli d’Italia e una parte di Forza Italia ha esultato a seguito della richiesta di monsignor Gallagher. I grandi silenti, sono stati i grillini. Eppure, dice Alessandra Maiorino, senatrice pentastellata, “il nostro voto sarà graniticamente a sostegno del disegno di legge contro l’omotransfobia”. Tanto più, ironizza, che “visto l’impegno profuso, si potrebbe tranquillamente chiamare ddl Maiorino”. Nessun esponente del Movimento 5 Stelle, riprende, “si è mai detto perplesso rispetto la validità e la necessità di approvazione di questo provvedimento legislativo”. Posizione, quest’ultima, corroborata anche “dalla coerenza con la quale il nostro capogruppo Licheri si è espresso sul tema”.

L’aspetto dirimente, tuttavia, è legato all’esito della votazione. “La nostra linea – assicura Maiorino – sarà confermata anche in sede di votazione, in sintonia con le altre forze che sosterranno il ddl a partire da Leu”. Sotto questo profilo la senatrice precisa che la calendarizzazione prevede il voto in aula il 16 luglio.

Franchi tiratori? “Da parte nostra mi sentirei di escluderlo, ma non posso assicurare nulla. Specie perché il ddl Zan rende perplessa anche una parte di esponenti del partito proponente”. Ci sarebbe infatti un gruppuscolo di circa una decina di senatori tra Pd e Italia Viva che sarebbe pronto a non sostenere il disegno di legge così come è presentato. “Francamente mi ha un po’ stupito l’atteggiamento di alcuni membri del Partito Democratico – riprende Maiorino – . Ma ogni forza politica ha i suoi problemi. Certo è che se fosse successo al Movimento 5 stelle quello che sta succedendo all’interno del centrosinistra, si sarebbe scatenato il putiferio”.

L’unica cosa sulla quale la pentastellata non ha nulla da eccepire è “il modo con cui questo disegno di legge è stato concepito e discusso. Da parte di Alessandro Zan c’è stata fin da subito la volontà di avviare un percorso condiviso che, a mio parare, è davvero apprezzabile”. La sortita vaticana più che puzzare di sagrestia sa di dissenso. “Quando ho letto le notizie in merito alla formale richiesta inoltrata dalla Santa Sede, ero incredula. Secondo me, tuttavia, non è una nota condivisa appieno dal pontefice, bensì il frutto di scontri e posizionamenti diversi all’interno della Chiesa”.

Non solo. “La richiesta è piena di inesattezze dal punto di vista giuridico. L’ufficio legale vaticano è composto da persone preparatissime, il che mi fa dubitare che abbia passato il vaglio dell’ufficio. E’ una questione prettamente politica”. Per questo “ho applaudito convintamente il premier Mario Draghi quando ha ribadito che il nostro non è uno Stato confessionale ma laico”.

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