Dopo i primi contatti in Iraq la mediazione tra Arabia Saudita e Iran si sposta nel sultanato che gode anche di rapporti privilegiati con i ribelli Houthi dello Yemen
In queste ore la capitale del Sultanato dell’Oman, Muscat, è al centro di un lavoro diplomatico intenso per porre fine al conflitto in Yemen, che va avanti da 7 anni, e per aprire un canale di dialogo tra Arabia Saudita e Iran che si affrontano direttamente sul territorio yemenita. Fonti politiche omanite hanno collegato la visita del ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, del 14 giugno nel Sultanato dell’Oman, con il possibile trasferimento delle sessioni di dialogo tra Riad e Teheran da Baghdad a Muscat.
Se prima il governo omanita si limitava a mediare tra le parti per arrivare ad un cessate il fuoco in Yemen ora, che l’Arabia Saudita ha avanzato la sua proposta di pace, Muscat sta compiendo sforzi per avvicinare le posizioni di Riad e Teheran puntando ad ospitare la seconda fase del dialogo tra i due paesi dopo che l’Iraq ha assistito alla prima fase dei negoziati. Quelle in Iraq erano sessioni introduttive, durante le quali ciascuna parte ha presentato le proprie richieste e le due parti hanno scambiato parole di cortesia e di fiducia.
Il Sultanato dell’Oman inoltre sta investendo sul rafforzamento delle sue relazioni con l’Arabia Saudita per realizzare una nuova svolta a beneficio della sua attiva diplomazia. Sta anche lavorando per ottenere una svolta nel dossier yemenita dopo l’invio di una delegazione della sicurezza in visita a Sana’a. Una fonte politica dell’Oman, citata dal quotidiano Al-Arab, ha espresso il suo ottimismo sul fatto che gli sforzi del suo Paese per risolvere il dossier yemenita saranno coronati da successo nonostante le tante difficoltà, sottolineando che la questione richiederà del tempo.
Il 14 giugno l’agenzia di stampa dell’Oman ha riferito che il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, è arrivato nel sultanato per una breve visita. L’agenzia ha aggiunto che il ministro saudita “ha portato un messaggio del re saudita Salman bin Abdulaziz al sultano Haitham bin Tariq, relativo alle relazioni tra i due Paesi e alle prospettive di rafforzarle”. Fonti yemenite a Muscat riferiscono a Formiche.net che anche i rappresentanti dell’Onu e degli Stati Uniti hanno raggiunto l’Oman a sostegno dell’iniziativa di pace saudita, considerata da tutti come l’unica proposte credibile per arrivare ad un cessate il fuoco e consentire l’arrivo degli aiuti umanitari nelle aree in mano ai ribelli tramite l’aeroporto di Sana’a.
Il Sultanato dell’Oman è consapevole dell’importanza del rapporto con l’Arabia Saudita allo stato attuale e ha bisogno di poter fare affidamento sul suo prezioso sostegno per uscire da una situazione economica non facile. La leva più importante è rappresentata dal suo rapporto con il regime iraniano. I sauditi vedono i negoziati con l’Iran come una necessità per una soluzione in Yemen, una visione basata sulla convinzione che gli Houthi siano intransigenti nelle proprie richieste e vogliano continuare con la guerra non per volontà loro, essendo le loro forze ormai allo stremo, ma per un contesto più ampio di un gioco condotto dall’Iran che sta cercando di conseguire vantaggi su altri fronti, sia con l’Arabia Saudita che con i Paesi della regione. Teheran sta sfruttando la guerra in Yemen per avere una carta da giocare sul dossier nucleare nei negoziati in corso a Vienna.
Gli osservatori arabi ritengono che il Regno si sia convinto che il dialogo con l’Iran sia il modo più sicuro per risolvere le crisi tra i due Paesi, e che sia possibile solo in questo modo risolvere la crisi dello Yemen e spingere gli Houthi alla pace. Circa un mese fa Baghdad ha ospitato un incontro tra funzionari sauditi e iraniani. Alti funzionari dei due paesi hanno tenuto colloqui diretti nel tentativo di riavviare le relazioni diplomatiche interrotte nel gennaio del 2016, dopo l’assalto all’ambasciata saudita a Teheran e al consolato di Machhad. Discussioni che sono state tenute in gran segreto. Si è parlato del futuro del conflitto in Siria, della formazione di un governo libanese e di un cessate il fuoco nello Yemen, osservando che qualsiasi intesa saudita-iraniana necessita diversi round, che potrebbero richiedere mesi, prima di arrivare a un risultato.
I sauditi si stanno muovendo da più di una parte per costringere l’Iran a smettere di aumentare la tensione nella situazione regionale e minacciare la sicurezza dei paesi vicini, e vogliono che l’accordo nucleare includa chiari impegni da parte di Teheran.
Un segnale incoraggiante è arrivato dall’ex presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, il quale ha dichiarato in un’intervista all’emittente Al-Arabiya che ciò che unisce i Paesi della regione è molto più grande di ciò che li divide. Ahmadinejad ha definito la rivalità tra Arabia Saudita e Iran “dannosa per gli interessi di entrambe le parti” che “devono cooperare insieme per gestire la regione”. Ha chiesto l’istituzione di una “unione” tra i paesi della regione sul modello dell’Unione europea, rilevando che “l’Europa ha combattuto a lungo prima di raggiungere finalmente l’esperienza dell’unione a beneficio dei suoi popoli”.
Per quanto riguarda gli esempi di cooperazione che propone tra i Paesi della regione, l’ex presidente iraniano ha affermato che durante il suo mandato ha collaborato più volte con l’Arabia Saudita per aumentare il prezzo del petrolio nel 2012, aggiungendo che durante il suo mandato “non ci sono stati minacce reciproche tra Riad e Teheran”. Ha continuato: “L’ambito della cooperazione tra Iran e Arabia Saudita può sempre essere ampliato per controllare la sicurezza nelle acque del Golfo e per risolvere i problemi in sospeso in Yemen, Afghanistan e Siria. Sono tutti problemi che possono essere risolti attraverso la comprensione e la cooperazione.”