Skip to main content

Grillo minaccia Crimi. O Rousseau o finisci a processo. Dibba, via dal governo

Con un nuovo post su Facebook il garante Grillo dà un ultimatum al reggente Vito Crimi: se non darà l’autorizzazione alla piattaforma Rousseau per votare su Comitato direttivo e Statuto sarà ritenuto personalmente responsabile per eventuali cause e ricorsi. Dalla Bolivia Di Battista propone un terzo quesito, mentre Roberta Lombardi si schiera contro Beppe

Le votazioni su Rousseau si possono fare, e si faranno. Parola di Beppe Grillo, il garante del Movimento 5 Stelle, che prende nuovamente la parola per rispondere al reggente Vito Crimi, il quale nella mattinata di oggi si era esposto proprio sulle consultazioni online indette da Grillo, dando non solo un parere negativo, ma aggiungendo che valuterà la sua permanenza nel Movimento dopo gli ultimi avvenimenti.

Le votazioni saranno due, chiarisce Grillo nel nuovo post su Facebook, si faranno su Rousseau e Crimi dovrà autorizzare l’Associazione presieduta da Davide Casaleggio al trattamento dei dati degli iscritti del Movimento. Se non lo farà, scegliendo una diversa piattaforma online per il voto, sarà ritenuto “direttamente e personalmente responsabile per ogni conseguenza dannosa dovesse occorrere al MoVimento”.

Questioni di procedure, insomma, perché nel lungo post in cui il Garante del Movimento ha risposto pubblicamente a Crimi (la cui reggenza viene definita “controversa”), vengono elencati tutti gli articoli dello Statuto del Movimento, secondo cui per poter usare una nuova piattaforma di voto online sarebbe necessario modificare lo statuto di M5S e questo può avvenire, al momento, solo attraverso Rousseau. Dà un ultimatum, il garante, 24 ore, entro le quali Crimi dovrà autorizzare all’uso dei dati. In caso contrario ne pagherà personalmente le conseguenze.

Al di là delle procedure, però, a trasparire è il tono poco conciliatorio o dialogante: né tantomeno si può leggere tra le parole di Grillo un velo di ironia dietro cui spesso si è nascosto l’ex comico, come aveva fatto intendere Giuseppe Conte nel corso della conferenza stampa di lunedì scorso in risposta alle dichiarazioni di Grillo nei suoi confronti.

DI BATTISTA: VOTIAMO PER LASCIARE IL GOVERNO

Ma si somma un terzo elemento: le due votazioni citate da Grillo riguarderanno il Comitato direttivo e la modifica dello Statuto, ma dopo lo schiaffo stampato dal Garante sulla guancia di Conte in tanti negli scorsi giorni si sono girati a guardare verso la Bolivia, in cui si trova Alessandro Di Battista, per capirne reazioni ed eventuali ritorni a casa (sia in Italia che nel Movimento 5 Stelle, abbandonato dopo l’appoggio al governo Draghi).

Di Battista, dall’altra parte dell’oceano, ha scritto un commento (si può leggere qui) in cui suggerisce a Grillo di indire una terza votazione: “Il Movimento oggi, per volere del garante Grillo, si appresta, a quanto pare, a votare un Comitato direttivo. Credo che a fronte di questi 4 mesi tragici nei quali chi ha vinto le elezioni del 2018 è risultato politicamente inconsistente, sarebbe doverosa una votazione sulla permanenza o meno del M5S nel governo dell’assembramento. Perché errare humanum est, perseverare è draghiano”. Non c’è due senza tre?

ANCHE ROBERTA LOMBARDI FA UN PASSO DI LATO

Le reazioni da parte dei 5 Stelle di lungo corso non si fa attendere, e a mostrare pubblicamente perplessità è Roberta Lombardi dalla sua pagina Facebook. “Una nozione di psicologia spicciola ci insegna che spesso negli altri ci disturba ciò che coincide con aspetti nascosti di noi stessi di cui non siamo consapevoli”, scrive. Ed è quello che starebbe succedendo nel Movimento. Grillo, insomma, sta bloccando un processo di evoluzione con la critica di creazione di un “partito unipersonale”, etichessa messa “proprio da chi, dietro il paravento della ‘democrazia diretta’, sta adottando un metodo padronale per cambiare il processo decisionale collettivo in atto e ha sempre avallato all’interno del M5S il perpetrarsi della “diarchia”, nelle sue diverse formule e composizioni di questi anni”.

Una posizione, quella di Grillo, che svilisce il lavoro fatto nel corso di quattro mesi da Conte e da tutti gli attivisti e i cittadini che hanno preso parte agli Stati Generali “svilisce il grande lavoro e sacrificio di Vito Crimi che ci ha portati fin qui, trasgredirebbe ogni buon senso con il voto sulla piattaforma Rousseau che negli ultimi mesi da strumento informatico si è trasformato in soggetto politico che ha condotto un’OPA ostile al M5S, addirittura trattenendo illegittimamente i dati dei suoi iscritti”.

Insomma, conclude Lombardi, “oggi non posso prestarmi a quest’operazione di imposizione dall’alto”. “Ho sempre confidato nella capacità di dialogo e lungimiranza che anche nei momenti più bui della nostra storia ci ha sempre permesso di trovare la sintesi. Se stavolta non fosse possibile dovrò dare le mie dimissioni con effetto immediato da membro del Comitato di Garanzia e riconsiderare la mia permanenza nel M5S”.



×

Iscriviti alla newsletter