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Terra vuol dire crescita. Dall’Ismea nuova chiamata ai giovani

Presentato il quarto bando della banca nazionale per le terre agricole: oltre 16 mila ettari che costituiscono 624 aziende potenziali, per un valore complessivo minimo atteso di 255 milioni di euro, da reinvestire integralmente a favore dei giovani agricoltori

Giovani agricoltori, fatevi avanti. La pandemia riscrive passioni e competenze, e così la terra e la sua industria tornano al centro del villaggio. Grazie al quarto bando della banca nazionale delle terre agricole, lo strumento nato nel 2016 per favorire l’incontro tra domanda e offerta e il ricambio generazionale, presentato al convegno dell’Ismea Seminiamo il futuro. All’evento sono intervenuti il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, Francesco Moser ex ciclista e oggi viticoltore e  Roberto Arditti, direttore editoriale di Formiche.net.

Oggetto del bando, oltre 16 mila ettari che costituiscono 624 aziende potenziali, per un valore complessivo minimo atteso di 255 milioni di euro, da reinvestire integralmente a favore dei giovani agricoltori. Più nel dettaglio, fino al 7 settembre è possibile inviare le manifestazioni di interesse per l’acquisto di uno o più terreni ubicati in prevalenza nelle Regioni meridionali, con Sicilia, Basilicata e Puglia che da sole coprono oltre la metà delle superfici disponibili. Segue il Centro Italia, rappresentato in particolare dalla Toscana, con una quota del 17%, mentre il restante 9% è distribuito tra Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria.

Dalla sua istituzione a oggi la Banca nazione delle Terre agricole ha messo in vendita 530 terreni per un totale di 15.478 ettari; di questi 8.345 ettari sono stati aggiudicati, permettendo il recupero di 84 milioni di euro destinati a sostenere, per legge, nuovi interventi in favore dei giovani. Attualmente alimentata da terreni agricoli derivanti dalle operazioni fondiarie di Ismea, la Banca nazionale delle terre agricole può raccogliere anche le superfici fondiarie appartenenti a Regioni e Province autonome e altri soggetti pubblici.

E comunque, sono tre le principali novità del bando che prevede una superficie media di 26 ettari, a partire dall”incremento del numero complessivo dei tentativi di vendita da tre a quattro e poi la possibilità per i terreni al quarto incanto, di presentare offerte libere sia in rialzo che in ribasso rispetto al valore a base d’asta e infine l’estensione dei termini per la presentazione della manifestazione di interesse da 60 a 90 giorni.

Il ministro Patuanelli, ha spiegato come “la Banca nazionale delle terre agricole è uno strumento fondamentale perché, offrendo terreni, rende operative le misure per realizzare un’agricoltura 5.0, un modo anche per coinvolgere i giovani in questo bellissimo mondo che ci lega alla cultura e alla tradizione. Un un progetto che permette di riscoprire il valore della terra con elementi nuovi, come l’innovazione, la sensoristica, la riduzione dell’impronta ambientale sulle produzioni e delle emissioni si tratta di ripartire con nuove consapevolezze. Banca delle Terre è un’opportunità che ha tante gambe per svilupparsi. Sicuramente non mancheranno risorse e nemmeno le idee da parte degli imprenditori agricoli italiani. Abbiamo bisogno delle nuove generazioni per continuare su paradigmi diversi”.

 

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