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La Germania guarda alla Libia. Gli accordi con la Banca centrale

Di Uberto Andreatta e Emanuele Rossi

Una nuova conferenza internazionale a Berlino e contatti economico—finanziari. La Germania prova a giocare le sue carte in Libia, un terreno dove insegue (per ora) Francia e Italia. Banche, assicurazioni, fondi sovrani. Le istituzioni finanziarie libiche cercano slancio all’estero e i tedeschi sono in pole

La Germania torna a pensare alla Libia (e dunque, più in largo al Nordafrica e al Mediterraneo). Mentre si diffonde la notizia della convocazione della conferenza “Berlino-2” – per dare il seguito all’incontro internazionale in cui, a gennaio 2020, furono gettate le fondamenta teoriche per il faticoso cessate il fuoco raggiunto solo sei mesi dopo – l’ambasciatore tedesco Oliver Owcza saluta Tripoli incontrando i vertici della Central Bank of Libya.

Se il summit diplomatico programmato per il 23 giugno vedrà Berlino intestarsi il ruolo di tutore della stabilità – cui il governo post-tregua di Abdelhamid Dabaiba sta faticosamente lavorando sotto l’egida onusiana – l’incontro di Owcza con il chairman della CBL Sadiq Al-Kabir servirà a rafforzare.

A differenza della Francia, che può rivendicare la propria sfera di influenza nella fascia Nordafrica-Sahel, o dell’Italia che ha legami strettissimi con l’altra sponda mediterranea, la Germania deve giocarsi altre carte- Ocwza esce dalla riunione con Al-Kabir con in mano una cooperazione, importante per la banca centrale libica, che si sostanzia in due modi: formazione del  personale (human capabilities) della CBL da parte della Bundesbank e programmi di cooperazione con le banche tedesche.

L’approccio è del tutto simile a quello con cui Londra cura i contatti con la Libyan Investment Authority: il fondo sovrano collabora con il Foreign Office; l’ambasciata tedesca in Libia trova un accordo per la formazione del personale della CBL. Articolazioni non secondarie, se si considera che i vertici tra leadership passano, durano il tempo di una foto e poco più, ma sono i contatti costanti tra le strutture a costruire collegamenti e influenza.

E tutto avviene mentre le istituzioni finanziarie libiche, non al riparo dalle dinamiche politiche interne in corso, cercano di avviare un percorso (sia pur diverso) verso la standardizzazione del sistema nel quadro di una riqualificazione internazionale. Non a caso, mentre la CBL trova la sponda tedesca, la LIA (come detto già in contatto con Londra) annuncia un piano per la redazione del bilancio consolidato, ossia per l’eliminazione delle aree di opacità nella gestione dei veicoli controllati.

Una mossa che allineerà sempre di più il fondo libico alle pratiche dei grandi fondi sovrani internazionali, permettendogli di porsi come interlocutore affidabile e di operare come le altre Investment Authorities del Golfo, tra cui quelle di Qatar, Kuwait ed Emirati Arabi Uniti.

Resta ancora da capire, una volta acquisiti gli standard da parte di LIA, che potrebbero causare la fuoriuscita dal perimetro delle sanzioni Onu, quale sarà il rapporto tra le due grandi strutture libiche.

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