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La lezione delle mascherine. Scrive Celotto

Penso che molti di noi il prossimo inverno quando saranno su un autobus, un treno o un luogo affollato indosseranno comunque la mascherina, sapendo che ha una sua utilità, al di là di ogni obbligo di legge

Non ne sentiremo la mancanza, anche se dovremo portarla sempre in tasca. Dopo quasi un anno di obbligatorietà, da domani la mascherina non sarà più obbligatoria all’aperto. Nel senso che fino al 31 luglio “nelle «zone bianche» cessa l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie negli spazi all’aperto, fatta eccezione per le situazioni in cui non possa essere garantito il distanziamento interpersonale o si configurino assembramenti o affollamenti, per gli spazi all’aperto delle strutture sanitarie, nonché in presenza di soggetti con conosciuta connotazione di alterata funzionalità del sistema immunitario”.

Ovviamente non cessa la necessaria prudenza, tanto che alcune regioni di sono già attrezzate per una applicazione più restrittiva di questo non obbligo, come ad esempio in Campania, in cui la mascherina resta obbligatorie “in ogni luogo non isolato, ad esempio nei centri urbani, nelle piazze, sui lungomare nelle ore e situazioni di affollamento”.

Sappiamo che la mascherina obbligatoria è stata il simbolo di quello che chiamiamo il secondo lockdown, visto che è diventata necessaria all’aperto soltanto dalla fine della scorsa estate. Ora, volentieri non la indosseremo più, ove possibile, specie con questo caldo.

Ma a pensarci bene, anche la mascherina può essere stata una delle lezioni positive di questi strani mesi che abbiamo vissuto.
Ad esempio, abbiamo imparato che si può lavorare in smart working, ma ci siamo accorti anche che un inverno con la mascherina obbligatoria, di là dai fastidi immediati, ci ha evitato gran parte dei raffreddori e delle influenze.

Addirittura, si è riportata una incidenza di addirittura l’80% di casi in meno. Dai dati di marzo 2021 l’incidenza delle sindromi simil influenzali è stata di 1,65 casi per mille assistiti, mentre l’anno scorso, nello stesso periodo, era di 4,1 casi per mille assistiti.
In pratica, con le mascherine e i minori contatti sociali, abbiamo avuto un inverno senza influenza.
In fondo, altro non è che una lezione positiva che abbiamo imparato grazie alla assurda esperienza della pandemia.

Così, penso che molti di noi il prossimo inverno quando saranno su un autobus, un treno o un luogo affollato indosseranno comunque la mascherina, sapendo che ha una sua utilità, al di là di ogni obbligo di legge.


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