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Si riaccende il sud della Libia, tensioni tra le forze di Haftar e il governo

Il capo della zona militare di Sebha, filo governativo, esprime a Formiche.net la sua preoccupazione e non esclude possibili scontri a fuoco

La regione del sud della Libia, ed in particolare quella che va da Sebha verso il confine con l’Algeria, è teatro da giorni di intense attività militari che potrebbero essere il preludio di un possibile scontro armato diretto tra le forze del generale Khalifa Haftar e quelle fedeli al governo di unità nazionale di Tripoli. Per il momento gli attriti restano nel campo mediatico con uno scambio di comunicati tra le parti ma, sentito da Formiche.net, il capo della regione militare di Sebha filo governativo, Ahmed Al-Ataibi, non ha escluso che nelle prossime ore possano esserci scontri diretti tra le parti anche se “al momento non si registrano conflitti armati”.

Il Consiglio presidenziale libico di Tripoli, nella sua qualità di comandante supremo dell’esercito, ha annunciato il divieto di qualsiasi attività militare in quella zona se non dopo la sua approvazione. La nota è stata diramata dopo che le forze di Haftar avevano annunciato di aver preso il controllo del valico di frontiera di Essin, tra Libia e Algeria, dichiarandola zona militare in cui è vietata la circolazione. Un’altra nota diramata dall’operazione “Vulcano di Rabbia”, filo governativo, sul suo account Twitter affermava che “è assolutamente vietato riposizionare le unità militari, qualunque sia la natura del loro lavoro, o effettuare qualsiasi movimento di convogli militari per qualsiasi scopo, o per trasferire personale, armi o munizioni”.

Eppure il comando della 128a Brigata delle forze di Haftar ha pubblicato sul web immagini dell’arrivo delle sue forze nella zona al confine con l’Algeria e ha affermato che si tratta di rinforzi che hanno raggiunto quell’area. Il 18 giugno la stessa brigata aveva annunciato il lancio di un’operazione militare nel sud della Libia, per perseguire quelli che ha descritto come “terroristi Takfiri”. L’operazione mirava, secondo un comunicato, “a scovare i terroristi takfiri ed espellere le bande mercenarie africane, che minacciano la sicurezza e la stabilità”, e queste direttive arrivano dopo che era stato preso di mira un sito delle forze di Haftar con un’autobomba a Sebha. Il 6 giugno scorso due ufficiali libici fedeli a Bengasi sono stati uccisi e un terzo è rimasto ferito, a seguito di un attentato suicida contro un posto di blocco nella città di Sebha. Lo Stato islamico ha poi rivendicato l’operazione.

Il comandante della regione militare di Sabha, Ahmed Al-Ataibi, ha smentito a Formiche.net, la veridicità delle notizie diffuse dalle forze di Haftar e il fatto che l’anziano generale controlli la frontiera con L’Algeria. Al-Ataibi ha aggiunto che “attualmente gli uomini di Haftar si limitano a controllare la zona di Sebha. Le sue forze sono ancora all’inetrno della base di Tamanhint ma stanno arrivando rinforzi, supporto logistico e convogli militari da Bengasi, con un folto gruppo di mercenari Wagner, Janjaweed e del Ciad”.

Al-Ataybi ha negato anche l’esistenza di cellule dormienti dell’organizzazione “Stato Islamico” nel sud libico, e ha aggiunto di essere pronto a rispondere nel caso in cui le forze si spostino o conducano un qualsiasi attacco militare alla regione, denunciando la debole risposta del Consiglio presidenziale nella sua qualità di comandante supremo dell’esercito libico e ministro della Difesa alle manovre di Haftar nel sud.

Queste dichiarazioni giungono dopo che l’emittente televisiva “Libya al-Hadath”, che trasmette da Bengasi, ha mostrato le immagini di quella che presenta come “raid aerei dell’aeronautica sulle posizioni dello Stato islamico nei monti Haroujj” dove appare anche un convoglio militare muoversi in una zona desertica.

Il portavoce del comando generale di Haftar, Ahmed Al-Mismari, ha annunciato contestualmente in un comunicato stampa, il lancio di un’operazione militare nel sud della Libia per “eliminare il terrorismo”. Al-Mismari ha affermato che lo scopo del lancio di questa operazione è “eliminare i mercenari africani presenti nel sud della Libia e mantenere la sicurezza e la stabilità della patria”. Al-Mismari ha invitato tutti i battaglioni a dirigersi nella regione per sostenere quella che ha chiamato la “Sala delle operazioni di liberazione del sud-ovest”.

A sostegno delle dichiarazioni di Al-Ataybi c’è anche l’avvio di mediazione che sta portando avanti il governo di unità nazionale libico di Tripoli. Il 19 giugno infatti è stato inviato da Tripoli in visita a Sebha il vice primo ministro, Ramadan Abo Janah, accompagnato da una delegazione governativa che comprendeva i ministri dell’Economia e del commercio, dell’Edilizia, della Gioventù, dell’Istruzione superiore e della ricerca scientifica. La delegazione deve rimanere per tre giorni nella zona e visiterà anche la zona di Tamanhint, nella cui base aerea si trovano le forze di Haftar.

Nel maggio 2014 le autorità algerine hanno chiuso i valichi di frontiera terrestri con la Libia per paura di infiltrazioni di membri di gruppi terroristici armati che si trovano nel sud della Libia. Il mese scorso, il Consiglio presidenziale di Tripoli aveva già messo in guardia rispetto a “azioni militari unilaterali” che avrebbero “alimentato il conflitto e ostacolato il processo politico” nel paese, dopo che Haftar aveva organizzato una parata militare nella città di Bengasi. Le mosse di Haftar arrivano a pochi giorni dalla conferenza di “Berlino 2” sulla Libia, in programma il 23 giugno, che discuterà i prossimi passi necessari per raggiungere una stabilità sostenibile nel Paese, stabilire un cessate il fuoco e preparare le elezioni generali previste per la fine del anno.



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